Italy is found to the center of a great migratory phenomenon. The multiculturalism is becoming a structural component of our society. The experience of meeting/clash/comparison with the migrant ones, with the "Other", with the different one from itself it not only concerns the macro-political trials, but it also invests the simple citizen, and in dramatic way the operators of the public, social and sanitary Services. These are found to have to understand and to manage applications of help expressed with languages and formality different from the proper ones, that destabilize and put in consolidate crisis her formality of diagnosis and intervention. The present contribution wants to offer a critical perspective on the employment of the psychodiagnostic tests in the runs of psychological evaluation that involve individuals and families of foreign origin. Then i will take in examination a new model of multicultural assessment postulated by Richard Dana (Portland University), that through the analysis of the cultural background of the subject and his/her degree of identification, of the considerations and of the precautions to take if from a run of evaluation is in demand a diagnosis, of the centrality that covers the level of acculturation, of the different available tools and of the cross-cultural interaction with the stress, directs the clinician in the choice of the diagnostic tools more appropriated by to administer ("Etic", "Anglo emic", "Modified Anglo emic" and "Emic"), and in the decision of the type of intervention to be undertaken ("culture-universal", "culture-general", "combined culture-general and culture-specific", "culture-specific" and "identity-specific"). Also i will be deepened those that are the tied up biases to the undiversified administration of psychodiagnostic tests, with a particular attention towards the projective/ narrative techniques. Beginning from the changes it undertook in literature to culturally adapt the TAT, a new projective/ narrative tool will be introduced servant with the presupposition to be culturally sensitive: the TEMAS Joseph's Costantino test. The test, having two sets of tables (Minority and Not-Minority) and having given normative for different populations (in the Italian version they are represented by the data the Italian, Arabs and Latin American) it results to currently be the only available tool with multicultural validity. Finally, through a series of professionals interviews of the public sector and prived that are occupied not only of the translation and of the Italian validation of the TEMAS in the last years, but also of his/her promotion in the Services, a panning will be exposed on as it is understood and develops the multicultural assessment in Italy, in the specific one on the territory in Milan. The multiculturalism that characterizes our societies is not automatically translated in a pacific cohabitation, but contrarily it postulates a partner-economic stratification that makes necessary the adoption of a critical (proper of the anthropology) and interdisciplinary perspective with the purpose to disclose the intimate interconnection among the private sphere of the pathology and that collective inside which this realizes it and it becomes not only social, but political phenomenon.
L'Italia si trova al centro di una nuova ed epocale ondata migratoria. La multiculturalità sta diventando una componente strutturale della nostra società.L'esperienza di incontro/scontro/confronto con i migranti, con l'"Altro", con il diverso da sé riguarda non solo i processi macro-politici, ma investe anche il semplice cittadino, ed in maniera drammatica gli operatori dei Servizi pubblici, sociali e sanitari. Questi si trovano a dover comprendere e gestire richieste di aiuto espresse con linguaggi e modalità diversi dai propri, che destabilizzano e mettono in crisi le consolidate modalità di diagnosi e di intervento. Il presente contributo vuole offrire una prospettiva critica sull'impiego dei test psicodiagnostici nei percorsi di valutazione psicologica che coinvolgono individui e famiglie di origine straniera. Verrà preso in esame un nuovo modello di assessment multiculturale postulato da Richard Dana (Portland University), che attraverso l'analisi del background culturale del soggetto e del suo grado di identificazione, delle considerazioni e delle precauzioni da prendere qualora da un percorso di valutazione sia richiesta una diagnosi, della centralità che ricopre il livello di acculturazione, dei diversi strumenti disponibili e dell'interazione cross-culturale con lo stress, orienta il clinico nella scelta degli strumenti diagnostici più appropriati da somministrare ("Etic", "Anglo emic", "Modified Anglo emic" ed "Emic"), e nella decisione del tipo di intervento da intraprendere ("culture-universal", "culture-general", "combined culture-general e culture-specific", "culture-specific" e "identity-specific"). Verranno approfondite quelli che sono i bias legati alla somministrazione indifferenziata di test psicodiagnostici, con una particolare attenzione nei confronti delle tecniche proiettive/narrative. A partire dalle modifiche intraprese in letteratura per adattare culturalmente il T.A.T, verrà presentato un nuovo strumento proiettivo/narrativo creato con il presupposto di essere culturalmente sensibile: il TEMAS test di Giuseppe Costantino. Il test, disponendo di due set di tavole (Minority e Non-Minority) e avendo dati normativi per diverse popolazioni (nella versione italiana sono rappresentati dai dati gli italiani, arabi e latinoamericani) risulta essere l'unico strumento attualmente disponibile con validità multiculturale. Infine, attraverso una serie di interviste a professionisti del settore pubblico e privato che negli ultimi anni si sono occupati non solo della traduzione e della validazione italiana del TEMAS, ma anche della sua promozione nei Servizi, verrà esposta una panoramica su come è inteso e svolto l'assessment multiculturale in Italia, nello specifico sul territorio di Milano. La multiculturalità che caratterizza le nostre società non si traduce automaticamente in una pacifica convivenza, ma al contrario postula una stratificazione socio-economica che si pone quale diaframma al processo di integrazione, si rende necessaria l'adozione di una prospettiva critica (propria dell'antropologia) ed interdisciplinare al fine di svelare l'intima interconnessione tra la sfera privata della patologia, e quella collettiva all'interno della quale questa si realizza e diventa fenomeno non solo sociale, ma politico.
il temas nell'assessment multiculturale in Italia: dalla letteratura psicologica alla critica antropologica
ROSSI, ISOTTA
2016/2017
Abstract
L'Italia si trova al centro di una nuova ed epocale ondata migratoria. La multiculturalità sta diventando una componente strutturale della nostra società.L'esperienza di incontro/scontro/confronto con i migranti, con l'"Altro", con il diverso da sé riguarda non solo i processi macro-politici, ma investe anche il semplice cittadino, ed in maniera drammatica gli operatori dei Servizi pubblici, sociali e sanitari. Questi si trovano a dover comprendere e gestire richieste di aiuto espresse con linguaggi e modalità diversi dai propri, che destabilizzano e mettono in crisi le consolidate modalità di diagnosi e di intervento. Il presente contributo vuole offrire una prospettiva critica sull'impiego dei test psicodiagnostici nei percorsi di valutazione psicologica che coinvolgono individui e famiglie di origine straniera. Verrà preso in esame un nuovo modello di assessment multiculturale postulato da Richard Dana (Portland University), che attraverso l'analisi del background culturale del soggetto e del suo grado di identificazione, delle considerazioni e delle precauzioni da prendere qualora da un percorso di valutazione sia richiesta una diagnosi, della centralità che ricopre il livello di acculturazione, dei diversi strumenti disponibili e dell'interazione cross-culturale con lo stress, orienta il clinico nella scelta degli strumenti diagnostici più appropriati da somministrare ("Etic", "Anglo emic", "Modified Anglo emic" ed "Emic"), e nella decisione del tipo di intervento da intraprendere ("culture-universal", "culture-general", "combined culture-general e culture-specific", "culture-specific" e "identity-specific"). Verranno approfondite quelli che sono i bias legati alla somministrazione indifferenziata di test psicodiagnostici, con una particolare attenzione nei confronti delle tecniche proiettive/narrative. A partire dalle modifiche intraprese in letteratura per adattare culturalmente il T.A.T, verrà presentato un nuovo strumento proiettivo/narrativo creato con il presupposto di essere culturalmente sensibile: il TEMAS test di Giuseppe Costantino. Il test, disponendo di due set di tavole (Minority e Non-Minority) e avendo dati normativi per diverse popolazioni (nella versione italiana sono rappresentati dai dati gli italiani, arabi e latinoamericani) risulta essere l'unico strumento attualmente disponibile con validità multiculturale. Infine, attraverso una serie di interviste a professionisti del settore pubblico e privato che negli ultimi anni si sono occupati non solo della traduzione e della validazione italiana del TEMAS, ma anche della sua promozione nei Servizi, verrà esposta una panoramica su come è inteso e svolto l'assessment multiculturale in Italia, nello specifico sul territorio di Milano. La multiculturalità che caratterizza le nostre società non si traduce automaticamente in una pacifica convivenza, ma al contrario postula una stratificazione socio-economica che si pone quale diaframma al processo di integrazione, si rende necessaria l'adozione di una prospettiva critica (propria dell'antropologia) ed interdisciplinare al fine di svelare l'intima interconnessione tra la sfera privata della patologia, e quella collettiva all'interno della quale questa si realizza e diventa fenomeno non solo sociale, ma politico.File | Dimensione | Formato | |
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