La tigre siberiana o dell'Amur (Panthera tigris altaica) è una delle sei sottospecie di tigri classificata come in pericolo dall'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN). In natura è un animale solitario che ha contatti con i conspecifici solo nel periodo degli accoppiamenti e durante l'allevamento della prole; in ambiente controllato, però, può essere gestita in piccoli gruppi sociali. Questo studio si prefigge pertanto come obiettivo quello di capire come tre maschi adulti di tigre siberiana interagiscono tra loro, confrontando un periodo di confinamento nella zona interna e in quella di quarantena (situazione 1) con uno in cui gli esemplari hanno accesso all'exhibit (situazione 2), e se le interazioni durante il pasto vengano influenzate dalla possibilità di rimanere nella zona esterna. Per raggiungere questo scopo gli esemplari di questa specie ospitati al Bioparco Zoom di Torino sono stati videoregistrati mediante metodo di campionamento a focal animal sampling per 1 ora ciascuno durante la giornata e per 10 minuti ciascuno al momento del pasto. Sono stati inoltre raccolti campioni fecali per valutare il livello medio in un pool di feci del cortisolo e dei suoi metaboliti (ng/g feci). Per l'analisi statistica della medie delle frequenze assolute dei tre soggetti è stato impiegato il Wilcoxon signed-rak test, con intervallo si significatività p < 0,05. I risultati supportano, in parte, l'adozione, da parte di questi animali, di una strategia di riduzione della tensione, secondo la quale, quando la densità spaziale aumenta, le interazioni affiliativi aumentano mentre quelle aggressive diminuiscono (Videan and Fritz, 2007), infatti è stato riscontrato un aumento del chuffing (Z = -0,260; p < 0,001), una vocalizzazione affiliativa nelle tigri, e una riduzione del comportamento di colpire con la zampa (Z = -2,121; p = 0,034), quando gli esemplari rimanevano nella zona interna e in quella di quarantena. Questo risultati sono in contrasto con quanto riportato da Miller et al. (2011) che in un gruppo di sei femmine di tigre avevano riscontrato l'adozione di una strategia di evitamento del conflitto, secondo la quale tutte le interazioni diminuiscono quando lo spazio è minore (Judge and de Wall, 1993). Tale differenza potrebbe essere dovuta al sesso degli animali, come riscontrato negli scimpanzé, Pan troglodytes (Videan and Fritz, 2007). Per quanto riguarda le interazioni durante il pasto è emerso che queste non vengono influenzate dalla possibilità di accedere all'exhibit. L'analisi dei campioni fecali ha, infine, evidenziato una diminuzione (Z = -2,411; p = 0,016) della concentrazione del cortisolo e dei suoi metaboliti nel periodo di accesso alla zona esterna, trovando riscontro con Moreira et al. (2007) che nell'oncilla (Leopardus tigrinus) e nel margay (Leopardus wiedii) hanno trovato un aumento delle concentrazioni di cortisolo quando gli animali sono confinati in recinzioni di dimensioni ridotte, e con Wielbnowski et al. (2002) che nel ghepardo (Acinonyx jubatus) non hanno riscontrato correlazione tra le aggressioni e le concentrazioni di cortisolo.

Analisi delle interazioni sociali, della comunicazione e della risposta endocrina in un gruppo di tigri siberiane (Panthera tigris altaica) con o senza accesso all'exhibit

VESCIO, MANUELA
2016/2017

Abstract

La tigre siberiana o dell'Amur (Panthera tigris altaica) è una delle sei sottospecie di tigri classificata come in pericolo dall'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN). In natura è un animale solitario che ha contatti con i conspecifici solo nel periodo degli accoppiamenti e durante l'allevamento della prole; in ambiente controllato, però, può essere gestita in piccoli gruppi sociali. Questo studio si prefigge pertanto come obiettivo quello di capire come tre maschi adulti di tigre siberiana interagiscono tra loro, confrontando un periodo di confinamento nella zona interna e in quella di quarantena (situazione 1) con uno in cui gli esemplari hanno accesso all'exhibit (situazione 2), e se le interazioni durante il pasto vengano influenzate dalla possibilità di rimanere nella zona esterna. Per raggiungere questo scopo gli esemplari di questa specie ospitati al Bioparco Zoom di Torino sono stati videoregistrati mediante metodo di campionamento a focal animal sampling per 1 ora ciascuno durante la giornata e per 10 minuti ciascuno al momento del pasto. Sono stati inoltre raccolti campioni fecali per valutare il livello medio in un pool di feci del cortisolo e dei suoi metaboliti (ng/g feci). Per l'analisi statistica della medie delle frequenze assolute dei tre soggetti è stato impiegato il Wilcoxon signed-rak test, con intervallo si significatività p < 0,05. I risultati supportano, in parte, l'adozione, da parte di questi animali, di una strategia di riduzione della tensione, secondo la quale, quando la densità spaziale aumenta, le interazioni affiliativi aumentano mentre quelle aggressive diminuiscono (Videan and Fritz, 2007), infatti è stato riscontrato un aumento del chuffing (Z = -0,260; p < 0,001), una vocalizzazione affiliativa nelle tigri, e una riduzione del comportamento di colpire con la zampa (Z = -2,121; p = 0,034), quando gli esemplari rimanevano nella zona interna e in quella di quarantena. Questo risultati sono in contrasto con quanto riportato da Miller et al. (2011) che in un gruppo di sei femmine di tigre avevano riscontrato l'adozione di una strategia di evitamento del conflitto, secondo la quale tutte le interazioni diminuiscono quando lo spazio è minore (Judge and de Wall, 1993). Tale differenza potrebbe essere dovuta al sesso degli animali, come riscontrato negli scimpanzé, Pan troglodytes (Videan and Fritz, 2007). Per quanto riguarda le interazioni durante il pasto è emerso che queste non vengono influenzate dalla possibilità di accedere all'exhibit. L'analisi dei campioni fecali ha, infine, evidenziato una diminuzione (Z = -2,411; p = 0,016) della concentrazione del cortisolo e dei suoi metaboliti nel periodo di accesso alla zona esterna, trovando riscontro con Moreira et al. (2007) che nell'oncilla (Leopardus tigrinus) e nel margay (Leopardus wiedii) hanno trovato un aumento delle concentrazioni di cortisolo quando gli animali sono confinati in recinzioni di dimensioni ridotte, e con Wielbnowski et al. (2002) che nel ghepardo (Acinonyx jubatus) non hanno riscontrato correlazione tra le aggressioni e le concentrazioni di cortisolo.
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