Child sexual abuse (CSA) represents a profoundly traumatic experience with devastating effects on the emotional and psychological development of the child. Still immature from both a physical and mental standpoint, the child experiences the abuse passively, overwhelmed by emotions, information, and feelings that are impossible to reconcile into an integrated whole. One of the primary contradictions of sexual abuse lies in the perceptions the child develops about themselves and the abuser. Unable to make sense of the atrocities they have endured, the abused child develops a dual perception of their self: as being good, strong, loved, and simultaneously bad, helpless, and mistreated, as a result of their perceived wrongdoing. However, this dual perception extends not only to the victim but also to the abuser, especially if the abuser is someone who should care for the child, such as a parental figure. Initially perceived as a kind, protective, and loving figure, the abuser, after the act of abuse, takes on a highly paradoxical nature, causing the victim to grapple with multiple internal contradictions and questions. The child's inability to recognize the abuser as both good and bad creates deep internal conflicts and distress, which are managed through specific defense mechanisms, with dissociation being the most prominent. Dissociation is a self-protective mechanism that allows the individual to isolate incongruent states of self and internal representations, thereby alleviating the corresponding suffering.While dissociation can be functional if used appropriately and not exclusively, in abusive relational dynamics, it can become so dominant that it emerges as the only available defense mechanism, potentially leading to the development of disorders such as Dissociative Identity Disorder (DID). Recently studied even in childhood, the exploration of dissociation in abused children is crucial not only for reaching a better understanding of its specific modes of expression (through drawing and play) but also for developing appropriate therapeutic interventions. These interventions aim to promote the integration of dissociated parts through therapy, helping to create a cohesive and meaningful whole.
L'abuso sessuale infantile (CSA) costituisce un’esperienza profondamente traumatica con effetti devastanti sullo sviluppo emotivo e psicologico del bambino. Ancora immaturo sotto un punto di vista fisico e psichico, il bambino vive l’abuso in forma passiva in quanto soverchiato da emozioni, informazioni e stati del sentire impossibili da conciliare in un tutto integrato. A rappresentare le principali contraddizioni dell’abuso sessuale sono le percezioni che il bambino matura su di sé e sull’abusante. Incapace di fornire un significato alle atrocità vissute, il bambino abusato matura una doppia percezione del proprio sé: essere buono, forte, amato e contemporaneamente cattivo, indifeso e maltrattato a seguito delle sue cattive condotte. Ad assumere una duplice connotazione però non è solo la vittima ma anche gli abusanti, specie se questi sono coloro che dovrebbero prendersi più cura del bambino quali le figure genitoriali. Dapprima percepito come una figura buona, protettiva e dispensante amore, l’abusante assume, dopo l’atto sessuale, una connotazione altamente paradossale, causa di molteplici interrogativi e paradossi interni alla vittima. L’impossibilità del bambino di riconoscere l’abusante come buono e contemporaneamente cattivo, infatti, determina la nascita di profondi conflitti interni e malesseri, affrontati attraverso appositi meccanismi difensivi quali, primo tra tutti, il processo dissociativo. La dissociazione costituisce un meccanismo di autoprotezione capace di permettere all’individuo di isolare stati del sé e rappresentazioni interne incongruenti, così da alleviarne le corrispettive sofferenze. Funzionale se utilizzato nelle giuste modalità e non in forma esclusiva, il processo dissociativo può assumere, nelle dinamiche relazionali abusanti, un ruolo talmente predominante da configurarsi come unica risorsa difensiva disponibile, determinando così lo sviluppo di veri e propri disturbi quali il Disturbo Dissociativo dell’identità. (DID). Recentemente trattato anche in età infantile, lo studio della dissociazione in bambini abusati costituisce un aspetto rilevante non solo per giungere ad un'adeguata comprensione delle sue specifiche modalità d’espressione (disegno e gioco), ma anche per realizzare adeguati interventi terapeutici aventi come scopo favorire un’integrazione tra parti dissociate, attraverso la terapia, integrate in un tutto coeso e dotato di senso.
Quando la mente si divide: rassegna bibliografica sul legame tra dissociazione e abuso sessuale infantile (CSA)
MARIUZZO, MARZIA
2023/2024
Abstract
L'abuso sessuale infantile (CSA) costituisce un’esperienza profondamente traumatica con effetti devastanti sullo sviluppo emotivo e psicologico del bambino. Ancora immaturo sotto un punto di vista fisico e psichico, il bambino vive l’abuso in forma passiva in quanto soverchiato da emozioni, informazioni e stati del sentire impossibili da conciliare in un tutto integrato. A rappresentare le principali contraddizioni dell’abuso sessuale sono le percezioni che il bambino matura su di sé e sull’abusante. Incapace di fornire un significato alle atrocità vissute, il bambino abusato matura una doppia percezione del proprio sé: essere buono, forte, amato e contemporaneamente cattivo, indifeso e maltrattato a seguito delle sue cattive condotte. Ad assumere una duplice connotazione però non è solo la vittima ma anche gli abusanti, specie se questi sono coloro che dovrebbero prendersi più cura del bambino quali le figure genitoriali. Dapprima percepito come una figura buona, protettiva e dispensante amore, l’abusante assume, dopo l’atto sessuale, una connotazione altamente paradossale, causa di molteplici interrogativi e paradossi interni alla vittima. L’impossibilità del bambino di riconoscere l’abusante come buono e contemporaneamente cattivo, infatti, determina la nascita di profondi conflitti interni e malesseri, affrontati attraverso appositi meccanismi difensivi quali, primo tra tutti, il processo dissociativo. La dissociazione costituisce un meccanismo di autoprotezione capace di permettere all’individuo di isolare stati del sé e rappresentazioni interne incongruenti, così da alleviarne le corrispettive sofferenze. Funzionale se utilizzato nelle giuste modalità e non in forma esclusiva, il processo dissociativo può assumere, nelle dinamiche relazionali abusanti, un ruolo talmente predominante da configurarsi come unica risorsa difensiva disponibile, determinando così lo sviluppo di veri e propri disturbi quali il Disturbo Dissociativo dell’identità. (DID). Recentemente trattato anche in età infantile, lo studio della dissociazione in bambini abusati costituisce un aspetto rilevante non solo per giungere ad un'adeguata comprensione delle sue specifiche modalità d’espressione (disegno e gioco), ma anche per realizzare adeguati interventi terapeutici aventi come scopo favorire un’integrazione tra parti dissociate, attraverso la terapia, integrate in un tutto coeso e dotato di senso.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tesi di Laurea_ Mariuzzo Marzia.pdf
non disponibili
Dimensione
1.7 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.7 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/8806