Secondo uno studio compiuto dall' ISTAT nel 2014, il cinquanta per cento dei soggetti compresi tra undici e diciassette anni ¿ha subìto qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento da parte di altri ragazzi o ragazze nei 12 mesi precedenti¿, poco meno del venti per cento è invece vittima assidua di vessazioni tipiche del bullismo, in particolare le subisce più volte all'interno dello stesso mese. Alla luce di questi tragici dati è sembrato doveroso approfondire con cura il fenomeno, ancora più intricato rispetto al passato grazie alle nuove tecnologie che hanno portato complicazioni di rilevante importanza. Il primo capitolo è volto, appunto, alla comparazione del bullismo tradizionale rispetto a quello digitale attraverso l'analisi dei nuovi strumenti tecnologici a disposizione dei giovani e delle problematiche ad essi connesse. Come verrà analizzato nel secondo capitolo, l'ordinamento giuridico italiano e internazionale ha dovuto far fronte alle complicazioni derivanti dalle innovazioni tecnologiche. Vengono analizzate quindi i principali problemi processuali e investigativi, con particolare riguardo all'acquisizione e alla formazione della prova informativa nel processo penale. Essa è caratterizzata da immaterilità e fragilità, caratteristiche che poco combaciano con le norme ¿tradizionali¿ del codice di procedura penale. Il terzo capitolo si concentra sugli aspetti del diritto civile e penale sostanziale. Con riguardo al diritto civile, è parso necessario soffermarsi sui diversi profili di responsabilità che insorgono in seguito di episodi di bullismo. In particolare, verrà analizzata la responsabilità extracontrattuale in capo ai genitori, docenti e ai dirigenti scolastici, chiamati a rispondere per culpa in vigilando e, per i primi, anche per culpa in educando. Dal punto di vista del diritto penale, invece, risultano di particolare interesse i profili e le problematiche connesse all'imputabilità del minore, la giustizia minorile e gli istituti di messa in prova e mediazione. Come si vedrà, il codice penale non contiene norme specifiche relative agli atti di cyberbullismo ed è quindi stata necessaria, la ricerca e l'analisi delle singole fattispecie riconducibili al fenomeno oggetto di studio. Il quarto e ultimo capitolo si incentra sulla novella legge 29 maggio 2017, n. 71, che, per la prima volta in Europa, disciplina in modo specifico il cyberbullismo. La suddetta legge, avente come prima promotrice la Sen. Ferrara, ¿ha finalità preventive e non repressive¿ e prevede strumenti di diritto mite e la previsione di tavoli interministeriali volti ad elaborare un piano integrato sulla prevenzione e il contrasto al bullismo telematico. Verranno analizzati, inoltre, le problematiche connesse agli istituti introdotti, con particolare riguardo al procedimento di ammonimento, che seppur di grande utilità, desta alcune preoccupazioni.

Bullismo in rete: problemi e prospettivi

PASSADORI, PAOLO
2016/2017

Abstract

Secondo uno studio compiuto dall' ISTAT nel 2014, il cinquanta per cento dei soggetti compresi tra undici e diciassette anni ¿ha subìto qualche episodio offensivo, non rispettoso e/o violento da parte di altri ragazzi o ragazze nei 12 mesi precedenti¿, poco meno del venti per cento è invece vittima assidua di vessazioni tipiche del bullismo, in particolare le subisce più volte all'interno dello stesso mese. Alla luce di questi tragici dati è sembrato doveroso approfondire con cura il fenomeno, ancora più intricato rispetto al passato grazie alle nuove tecnologie che hanno portato complicazioni di rilevante importanza. Il primo capitolo è volto, appunto, alla comparazione del bullismo tradizionale rispetto a quello digitale attraverso l'analisi dei nuovi strumenti tecnologici a disposizione dei giovani e delle problematiche ad essi connesse. Come verrà analizzato nel secondo capitolo, l'ordinamento giuridico italiano e internazionale ha dovuto far fronte alle complicazioni derivanti dalle innovazioni tecnologiche. Vengono analizzate quindi i principali problemi processuali e investigativi, con particolare riguardo all'acquisizione e alla formazione della prova informativa nel processo penale. Essa è caratterizzata da immaterilità e fragilità, caratteristiche che poco combaciano con le norme ¿tradizionali¿ del codice di procedura penale. Il terzo capitolo si concentra sugli aspetti del diritto civile e penale sostanziale. Con riguardo al diritto civile, è parso necessario soffermarsi sui diversi profili di responsabilità che insorgono in seguito di episodi di bullismo. In particolare, verrà analizzata la responsabilità extracontrattuale in capo ai genitori, docenti e ai dirigenti scolastici, chiamati a rispondere per culpa in vigilando e, per i primi, anche per culpa in educando. Dal punto di vista del diritto penale, invece, risultano di particolare interesse i profili e le problematiche connesse all'imputabilità del minore, la giustizia minorile e gli istituti di messa in prova e mediazione. Come si vedrà, il codice penale non contiene norme specifiche relative agli atti di cyberbullismo ed è quindi stata necessaria, la ricerca e l'analisi delle singole fattispecie riconducibili al fenomeno oggetto di studio. Il quarto e ultimo capitolo si incentra sulla novella legge 29 maggio 2017, n. 71, che, per la prima volta in Europa, disciplina in modo specifico il cyberbullismo. La suddetta legge, avente come prima promotrice la Sen. Ferrara, ¿ha finalità preventive e non repressive¿ e prevede strumenti di diritto mite e la previsione di tavoli interministeriali volti ad elaborare un piano integrato sulla prevenzione e il contrasto al bullismo telematico. Verranno analizzati, inoltre, le problematiche connesse agli istituti introdotti, con particolare riguardo al procedimento di ammonimento, che seppur di grande utilità, desta alcune preoccupazioni.
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