In the context of the environmental crisis the European Union has assumed a more incisive role in global climate governance since the 1990s, demonstrating exemplary and diplomatic leadership. Tracing the origin and evolution of EU environmental policy, it becomes evident how it has matured in a relatively short period of time, passing from being a policy not sanctioned in the founding treaties and instrumental to the pursuit of economic interests and the Common Market, to being, today, one of the most developed and integrated policies at EU level. Among the most ambitious projects is certainly the European Green Deal, which aims to achieve climate neutrality by 2050 and thus make the EU the first climate-neutral region. To pursue the objectives of the plan, however, it becomes imperative to implement an energy transition to low-carbon sources. In this regard, a renewed interest in nuclear energy and its environmental dimension has emerged. The aim of this thesis is therefore to examine the environment-energy relationship in the European context, analysing the evolving approach of institutions and Member States towards nuclear energy, especially following the 1973 oil shock and the 1986 Chernobyl accident. This historical reconstruction becomes essential to contextualise, afterwards, the political debate on the inclusion of nuclear and gas in the European Taxonomy, and to comprehend - at least partially - a question of extreme relevance and importance, namely whether or not it is appropriate to invest in nuclear energy as a means to pursue the EU's ambitious climate goals. To do so, a key is provided based on a combination of the theories of Luhmann, the distinction between risk and danger, and Jasanoff, the co-production of science and politics. In conclusion, it is outlined how this controversy is increasingly influenced by political and social considerations and much less by scientific evidence and objective criteria, reflecting profound and rooted divisions and partly undermining the EU's ability to project itself as a unified actor in the fight against the global environmental crisis.

Nel contesto della crisi ambientale l'Unione Europea ha assunto, a partire dagli anni Novanta, un ruolo più incisivo nella governance climatica mondiale, dimostrando leadership esemplare e diplomatica. Ripercorrendo la nascita e l'evolversi della politica ambientale comunitaria si evidenzia come sia maturata in un lasso di tempo relativamente breve, passando da una politica non sancita nei trattati costitutivi e strumentale al perseguimento degli interessi economici e del Mercato Comune, ad essere, oggi, una delle politiche più sviluppate e integrate a livello comunitario. Tra i progetti di maggior ambizione rientra certamente il Green Deal Europeo, il quale si prefigge di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e rendere così l'UE la prima regione a impatto climatico zero. Per perseguire gli obiettivi del piano diventa però imperativo attuare una transizione energetica verso fonti a basse emissioni di carbonio. A tale riguardo, è emerso un rinnovato interesse per l'energia nucleare e la sua dimensione ambientale. La tesi si pone dunque l’obiettivo di esaminare il rapporto ambiente-energia nel contesto europeo, analizzando l’evolvere dell’approccio delle istituzioni e degli Stati Membri in relazione all’energia nucleare, soprattutto a seguito dello shock petrolifero del 1973 e dell'incidente di Chernobyl del 1986. Tale ricostruzione storica diventa essenziale per contestualizzare, in seguito, il dibattito politico relativo all'inserimento del nucleare e del gas nella Tassonomia Europea, e comprendere – almeno parzialmente – una questione di estrema attualità e importanza, ovvero se sia opportuno o meno investire nell’energia nucleare quale strumento per perseguire gli ambiziosi obiettivi climatici dell’UE. Per far ciò si fornisce una chiave di lettura basata sulla combinazione delle teorie di Luhmann, la distinzione tra rischio e pericolo, e di Jasanoff, la co-produzione di scienza e politica. Si evidenzia, in conclusione, come tale controversia sia influenzata in misura sempre maggiore da considerazioni politiche e sociali e sempre meno da evidenze scientifiche e criteri oggettivi, riflettendo divisioni profonde e radicate e ledendo in parte la capacità dell’UE di proiettarsi come attore unitario nella lotta contro la crisi ambientale globale.

Sostenibilità nell'Unione Europea: storia della politica ambientale e interazione con l'energia. Analisi del dibattito sul nucleare e sul gas nel Regolamento sulla Tassonomia.

MILANESIO, ENRICO
2023/2024

Abstract

Nel contesto della crisi ambientale l'Unione Europea ha assunto, a partire dagli anni Novanta, un ruolo più incisivo nella governance climatica mondiale, dimostrando leadership esemplare e diplomatica. Ripercorrendo la nascita e l'evolversi della politica ambientale comunitaria si evidenzia come sia maturata in un lasso di tempo relativamente breve, passando da una politica non sancita nei trattati costitutivi e strumentale al perseguimento degli interessi economici e del Mercato Comune, ad essere, oggi, una delle politiche più sviluppate e integrate a livello comunitario. Tra i progetti di maggior ambizione rientra certamente il Green Deal Europeo, il quale si prefigge di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e rendere così l'UE la prima regione a impatto climatico zero. Per perseguire gli obiettivi del piano diventa però imperativo attuare una transizione energetica verso fonti a basse emissioni di carbonio. A tale riguardo, è emerso un rinnovato interesse per l'energia nucleare e la sua dimensione ambientale. La tesi si pone dunque l’obiettivo di esaminare il rapporto ambiente-energia nel contesto europeo, analizzando l’evolvere dell’approccio delle istituzioni e degli Stati Membri in relazione all’energia nucleare, soprattutto a seguito dello shock petrolifero del 1973 e dell'incidente di Chernobyl del 1986. Tale ricostruzione storica diventa essenziale per contestualizzare, in seguito, il dibattito politico relativo all'inserimento del nucleare e del gas nella Tassonomia Europea, e comprendere – almeno parzialmente – una questione di estrema attualità e importanza, ovvero se sia opportuno o meno investire nell’energia nucleare quale strumento per perseguire gli ambiziosi obiettivi climatici dell’UE. Per far ciò si fornisce una chiave di lettura basata sulla combinazione delle teorie di Luhmann, la distinzione tra rischio e pericolo, e di Jasanoff, la co-produzione di scienza e politica. Si evidenzia, in conclusione, come tale controversia sia influenzata in misura sempre maggiore da considerazioni politiche e sociali e sempre meno da evidenze scientifiche e criteri oggettivi, riflettendo divisioni profonde e radicate e ledendo in parte la capacità dell’UE di proiettarsi come attore unitario nella lotta contro la crisi ambientale globale.
Sustainability in the European Union: History of Environmental Policy and Interaction with Energy. Analysis of the Nuclear and Gas Debate in the Taxonomy Regulation.
In the context of the environmental crisis the European Union has assumed a more incisive role in global climate governance since the 1990s, demonstrating exemplary and diplomatic leadership. Tracing the origin and evolution of EU environmental policy, it becomes evident how it has matured in a relatively short period of time, passing from being a policy not sanctioned in the founding treaties and instrumental to the pursuit of economic interests and the Common Market, to being, today, one of the most developed and integrated policies at EU level. Among the most ambitious projects is certainly the European Green Deal, which aims to achieve climate neutrality by 2050 and thus make the EU the first climate-neutral region. To pursue the objectives of the plan, however, it becomes imperative to implement an energy transition to low-carbon sources. In this regard, a renewed interest in nuclear energy and its environmental dimension has emerged. The aim of this thesis is therefore to examine the environment-energy relationship in the European context, analysing the evolving approach of institutions and Member States towards nuclear energy, especially following the 1973 oil shock and the 1986 Chernobyl accident. This historical reconstruction becomes essential to contextualise, afterwards, the political debate on the inclusion of nuclear and gas in the European Taxonomy, and to comprehend - at least partially - a question of extreme relevance and importance, namely whether or not it is appropriate to invest in nuclear energy as a means to pursue the EU's ambitious climate goals. To do so, a key is provided based on a combination of the theories of Luhmann, the distinction between risk and danger, and Jasanoff, the co-production of science and politics. In conclusion, it is outlined how this controversy is increasingly influenced by political and social considerations and much less by scientific evidence and objective criteria, reflecting profound and rooted divisions and partly undermining the EU's ability to project itself as a unified actor in the fight against the global environmental crisis.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/8789