L'adolescenza è il periodo della vita che segue la fanciullezza e precede l'età adulta, il quale porta con sé un processo complesso di trasformazione e maturazione dell'individuo sia dal punto di vista fisico che psicologico. Alcune di queste modificazioni fisiologiche e comportamentali possono concorrere allo sviluppo di diverse patologie psichiatriche, se avvengono in un contesto disagiato o di difficoltà. Quando questo fenomeno si manifesta è necessario l'intervento del Servizio di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza, il quale si occupa di prende in carico il ragazzo e formulare una diagnosi. In ogni tipologia di disturbo dell'età evolutiva, che si tratti di psicosi, disturbi di personalità o disturbi dell'umore, è di fondamentale importanza che avvenga fornita una corretta e precoce diagnosi, in maniera da poter intervenire sull'utente nelle modalità più adeguate. La presa in carico può evolversi in un inserimento in una struttura residenziale per minori. Attualmente sono 17.586 i ragazzi ospitati presso queste strutture. L'inserimento in una struttura residenziale non ha solamente carattere contenitivo e di allontanamento da una situazione di disagio, ma contiene in sé degli aspetti educativi e riabilitativi intrinsechi al concetto stesso di comunità. In questo progetto di tesi vengono prese in esame in particolare due tipologie di strutture: la comunità terapeutica per minori (C.T.M.) e la comunità riabilitativa psicosociale (C.R.P), le quali si differenziano tra loro per sia per quanto riguarda i requisiti strutturali che per la tipologia di intervento in relazione all'utenza prevista. Per analizzare approfonditamente questi diversi aspetti sono state prese in analisi due comunità sul territorio piemontese: la C.T.M. Aurora di Rivoli e la C.R.P. Elsa di Scalenghe. Dall'osservazione dei dati rilevati dalle cartelle e dai documenti delle rispettive comunità emerge come la differenza tra i dati relativi all'utenza inserita sia minima. Quindi, due comunità, con due tipologie di mandato differenti, si trovano a far fronte alla stessa tipologia di utenza ma con risorse economiche e di personale incongruenti. Questo fenomeno può rendere meno proficuo l'intervento del servizio, in quanto, il minore, potrebbe non riscontrare un'adeguata ricezione dei propri bisogni di cura.
"Disturbo neuropsichiatrico in adolescenza in comunità terapeutica e in comunità riabilitativa psicosociale: modelli di intervento differenti per tipologia di paziente."
BIANCO, SARA
2016/2017
Abstract
L'adolescenza è il periodo della vita che segue la fanciullezza e precede l'età adulta, il quale porta con sé un processo complesso di trasformazione e maturazione dell'individuo sia dal punto di vista fisico che psicologico. Alcune di queste modificazioni fisiologiche e comportamentali possono concorrere allo sviluppo di diverse patologie psichiatriche, se avvengono in un contesto disagiato o di difficoltà. Quando questo fenomeno si manifesta è necessario l'intervento del Servizio di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza, il quale si occupa di prende in carico il ragazzo e formulare una diagnosi. In ogni tipologia di disturbo dell'età evolutiva, che si tratti di psicosi, disturbi di personalità o disturbi dell'umore, è di fondamentale importanza che avvenga fornita una corretta e precoce diagnosi, in maniera da poter intervenire sull'utente nelle modalità più adeguate. La presa in carico può evolversi in un inserimento in una struttura residenziale per minori. Attualmente sono 17.586 i ragazzi ospitati presso queste strutture. L'inserimento in una struttura residenziale non ha solamente carattere contenitivo e di allontanamento da una situazione di disagio, ma contiene in sé degli aspetti educativi e riabilitativi intrinsechi al concetto stesso di comunità. In questo progetto di tesi vengono prese in esame in particolare due tipologie di strutture: la comunità terapeutica per minori (C.T.M.) e la comunità riabilitativa psicosociale (C.R.P), le quali si differenziano tra loro per sia per quanto riguarda i requisiti strutturali che per la tipologia di intervento in relazione all'utenza prevista. Per analizzare approfonditamente questi diversi aspetti sono state prese in analisi due comunità sul territorio piemontese: la C.T.M. Aurora di Rivoli e la C.R.P. Elsa di Scalenghe. Dall'osservazione dei dati rilevati dalle cartelle e dai documenti delle rispettive comunità emerge come la differenza tra i dati relativi all'utenza inserita sia minima. Quindi, due comunità, con due tipologie di mandato differenti, si trovano a far fronte alla stessa tipologia di utenza ma con risorse economiche e di personale incongruenti. Questo fenomeno può rendere meno proficuo l'intervento del servizio, in quanto, il minore, potrebbe non riscontrare un'adeguata ricezione dei propri bisogni di cura.File | Dimensione | Formato | |
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