La mia dissertazione parte dalla volontà di unire tre parti importanti della mia vita: la poesia, la Sicilia e l'Andalusia. Il primo capitolo è dedicato alla figura di Ibn Hamdis, il poeta che in epoca medievale meglio rappresenta la fusione di questi tre elementi; ho cercato di esporre in maniera non troppo prolissa la vita e l'opera dell'autore. Il secondo capitolo si concentra sulla figura di Michele Amari, colui che ha portato alla luce in Italia il lavoro di Ibn Hamdis e ha inaugurato il settore dell'arabistica italiana. Terzo e quarto capitolo hanno un taglio molto più storico che letterario proprio perchè ho tentato di inquadrare al meglio la figura del poeta siracusano, che non sarebbe stato possibile senza una conoscenza minima degli eventi storici. La descrizione delle vicissitudini storiche continua comprendendo anche il periodo successivo al nostro poeta per questioni di somiglianza culturale. Ho cercato di sfruttare la stretta connessione che c'è tra cultura e identità di un paese proseguendo con l'esposizione del periodo in cui vive Ibn Hamdis, e quello a lui successivo, da un punto di vista storico, per dare un quadro più preciso e allo stesso tempo dinamico della situazione e, in secondo luogo, per dimostarare come le varie guerre e vicissitudini avessero potuto influenzare i prodotti artistici presi come oggetto di analisi. Il mio lavoro si basa sullo studio di fonti arabe già tradotte e opere di critica risalenti quasi tutte intorno agli anni Ottanta del secolo scorso, con l'eccezione di Celestino schiapparelli e Michele Amari; quest'ultimo pur essendo molto distante dagli studiosi del ventesimo secolo nel modo di scrivere in lingua italiana e nelle conoscenze filologiche a letterarie sull'arabo, è stato una fonte imprescindibile. Addentrandomi in questo campo di ricerca è stato sorprendente scoprire quanto ampia sia la bibliografia al riguardo (quindi fornire un quadro completo in tutti gli aspetti sulla presenza araba all'interno dell'Isola è quasi impossibile) ma altrettantoinaspettato è stato scoprire come in poesie tanto lontane da noi nel tempo e nella cultura possano permettere ai lettori del ventunesimo secolo di identificarsi in quegli stessi sentimenti che animarono i poeti medievali.
La Sicilia araba tra innovazione culturale e patrimonio da preservare.
SARNELLI, SIMONA
2016/2017
Abstract
La mia dissertazione parte dalla volontà di unire tre parti importanti della mia vita: la poesia, la Sicilia e l'Andalusia. Il primo capitolo è dedicato alla figura di Ibn Hamdis, il poeta che in epoca medievale meglio rappresenta la fusione di questi tre elementi; ho cercato di esporre in maniera non troppo prolissa la vita e l'opera dell'autore. Il secondo capitolo si concentra sulla figura di Michele Amari, colui che ha portato alla luce in Italia il lavoro di Ibn Hamdis e ha inaugurato il settore dell'arabistica italiana. Terzo e quarto capitolo hanno un taglio molto più storico che letterario proprio perchè ho tentato di inquadrare al meglio la figura del poeta siracusano, che non sarebbe stato possibile senza una conoscenza minima degli eventi storici. La descrizione delle vicissitudini storiche continua comprendendo anche il periodo successivo al nostro poeta per questioni di somiglianza culturale. Ho cercato di sfruttare la stretta connessione che c'è tra cultura e identità di un paese proseguendo con l'esposizione del periodo in cui vive Ibn Hamdis, e quello a lui successivo, da un punto di vista storico, per dare un quadro più preciso e allo stesso tempo dinamico della situazione e, in secondo luogo, per dimostarare come le varie guerre e vicissitudini avessero potuto influenzare i prodotti artistici presi come oggetto di analisi. Il mio lavoro si basa sullo studio di fonti arabe già tradotte e opere di critica risalenti quasi tutte intorno agli anni Ottanta del secolo scorso, con l'eccezione di Celestino schiapparelli e Michele Amari; quest'ultimo pur essendo molto distante dagli studiosi del ventesimo secolo nel modo di scrivere in lingua italiana e nelle conoscenze filologiche a letterarie sull'arabo, è stato una fonte imprescindibile. Addentrandomi in questo campo di ricerca è stato sorprendente scoprire quanto ampia sia la bibliografia al riguardo (quindi fornire un quadro completo in tutti gli aspetti sulla presenza araba all'interno dell'Isola è quasi impossibile) ma altrettantoinaspettato è stato scoprire come in poesie tanto lontane da noi nel tempo e nella cultura possano permettere ai lettori del ventunesimo secolo di identificarsi in quegli stessi sentimenti che animarono i poeti medievali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/87584