The master’s thesis under discussion provides an analysis of the role that African Communitarianism can play in the revision and improvement of the current human rights legislation, with special reference to the Global Public Goods issue, and the rights to health and environment in the specific. The first chapter begins with a first overview of the formation process of the various tools and law bodies of the current human rights system. In the following paragraph, it continues with an accurate investigation with regards to the philosophical foundations of the human rights corpus: starting from the heritage of the ancient Greek and Roman philosophers, to the medieval naturalistic moral theories, to the enlightenment-based individualism, to the most modern moral theories as the John Rawls’s model. The first part is actually focused on discussing to what extent the human rights movement is nowadays still embedded within a Western-European-specific ethical perspective, with an atomistic individualism informing the whole body of law and the whole approach to international issues. The aim of the thesis work is actually to demonstrate the absolute absence of alternative narratives and voices within the human rights framework, meaning the ongoing exclusion of non-Western ontologies and peoples from the discussions around “universal” discourses. However, it is not the intention of the writer to neglect or downplay the importance of the human rights movement per se, on the contrary, starting from acknowledging its absolute relevance, the thesis wants to identify and propose one possible solution to some of the main problems recognized by adopting a critical perspective on the Western approach. The second chapter actually focuses on the introduction to ubuntu, an African traditional philosophical framework still relevant in the majority of sub-Saharan African countries, and especially in South Africa. Ubuntu, also referred to as African Communitarianism, provides a viewpoint on the humankind and the world starting from a completely opposed standpoint than the European tradition. In fact, it acknowledges the essential human-to-human and human-to-nature interdependence as the main feature of human life; and accordingly the moral system that derives from such foundations is conceived so to put the sense of community at the center of the attention, instead of the individual. The chapter continues with a theoretical work aimed at demonstrating that ubuntu can be separated from its supernatural and spiritual elements, and used as a secular approach to human rights as alternative to individualism. The last chapter finally puts together the previous thoughts, it acknowledges the need for alternative perspectives to the European tradition, both for giving back legitimacy to the human rights in non-Western worlds, and to deal with issues that cannot be efficaciously tackled by the current framework. Such challenges are represented by the so-called Global Public Goods, with specific reference to health and environmental rights, in which the collective or global dynamics outweigh the individual level, and so represent the perfect field to put into practice an ubuntu approach to human rights.

La tesi di laurea fornisce un’analisi riguardo al ruolo che il Comunitarismo Africano può svolgere nella revisione e miglioramento dell’attuale legislazione in materia di diritti umani, in particolare in riferimento alla questione dei Beni Pubblici Globali, e nello specifico dei diritti alla salute e all’ambiente. L’elaborato inizia con una prima panoramica sul processo di formazione dei vari strumenti normativi del sistema dei diritti umani corrente. Nel seguente paragrafo continua con un accurato approfondimento riguardo i fondamenti filosofici del corpus dei diritti umani: dall’eredità degli antichi filosofi greci e romani, alle teorie morali naturalistiche tipiche dell’età medievale, all’individualismo teorizzato durante l’illuminismo, alle più moderne teorie morali come il modello di John Rawls. La prima parte si focalizza infatti sul mostrare in quale misura il movimento dei diritti umani è ancora oggi radicato nella prospettiva tipica dell’Occidente e dell’Europa, con un individualismo atomistico che dà forma all’intero corpo normativo e all’intero approccio alle questioni internazionali. L’obiettivo della tesi è infatti quello di dimostrare l’assenza assoluta di voci e narrative alternative dalla vigente struttura dei diritti umani, che risulta dalla continua esclusione di ontologie non occidentali dalle discussioni riguardanti temi “universali”. Ad ogni modo, non è intenzione di chi scrive negare o minimizzare l’importanza del movimento dei diritti umani di per sé, al contrario, partendo dal riconoscerne la sua assoluta rilevanza, la tesi vuole identificare e proporre una possibile soluzione ad alcune delle problematiche individuate adottando una prospettiva critica rispetto all’approccio occidentale. Il secondo capitolo infatti si concentra sull’introduzione di ubuntu, un concetto filosofico tradizionale africano ancora rilevante nella maggior parte dei paesi dell’Africa sub-sahariana e in particolare in Sud Africa. Ubuntu, anche conosciuto come Comunitarismo Africano, fornisce un punto di vista sul genere umano e sul mondo partendo da un presupposto completamente discorde dalla tradizione europea. Difatti, ubuntu riconosce la fondamentale interdipendenza tra gli individui e tra uomo e natura come caratteristica principale della vita umana; di conseguenza il sistema morale derivante da tali fondamenti è concepito per porre al centro dell’attenzione il senso di comunità piuttosto che l’individuo. Il capitolo continua con un passaggio teorico volto a dimostrare come ubuntu possa essere separato dai suoi elementi soprannaturali e spirituali, e usato come un approccio secolarizzato ai diritti umani in alternativa all’individualismo. L’ultimo capitolo mette infine insieme i ragionamenti precedenti, riconosce la necessità di prospettive alternative alla tradizione Europea, sia per ridare legittimità ai diritti umani in contesti non occidentali, sia per interfacciarsi con tematiche che non possono essere affrontate efficacemente dal sistema vigente. Tali sfide sono rappresentate dai cosiddetti Beni Pubblici Globali, con particolare attenzione ai diritti alla salute e all’ambiente, in cui le dinamiche collettive o globali prevalgono sul livello individuale, rappresentando quindi un ambito perfetto per mettere in pratica un approccio ai diritti umani basato su ubuntu.

African communitarianism and human rights: ubuntu as a moral framework for the revision of global public goods

TAGLIABUE, NICCOLO'
2021/2022

Abstract

La tesi di laurea fornisce un’analisi riguardo al ruolo che il Comunitarismo Africano può svolgere nella revisione e miglioramento dell’attuale legislazione in materia di diritti umani, in particolare in riferimento alla questione dei Beni Pubblici Globali, e nello specifico dei diritti alla salute e all’ambiente. L’elaborato inizia con una prima panoramica sul processo di formazione dei vari strumenti normativi del sistema dei diritti umani corrente. Nel seguente paragrafo continua con un accurato approfondimento riguardo i fondamenti filosofici del corpus dei diritti umani: dall’eredità degli antichi filosofi greci e romani, alle teorie morali naturalistiche tipiche dell’età medievale, all’individualismo teorizzato durante l’illuminismo, alle più moderne teorie morali come il modello di John Rawls. La prima parte si focalizza infatti sul mostrare in quale misura il movimento dei diritti umani è ancora oggi radicato nella prospettiva tipica dell’Occidente e dell’Europa, con un individualismo atomistico che dà forma all’intero corpo normativo e all’intero approccio alle questioni internazionali. L’obiettivo della tesi è infatti quello di dimostrare l’assenza assoluta di voci e narrative alternative dalla vigente struttura dei diritti umani, che risulta dalla continua esclusione di ontologie non occidentali dalle discussioni riguardanti temi “universali”. Ad ogni modo, non è intenzione di chi scrive negare o minimizzare l’importanza del movimento dei diritti umani di per sé, al contrario, partendo dal riconoscerne la sua assoluta rilevanza, la tesi vuole identificare e proporre una possibile soluzione ad alcune delle problematiche individuate adottando una prospettiva critica rispetto all’approccio occidentale. Il secondo capitolo infatti si concentra sull’introduzione di ubuntu, un concetto filosofico tradizionale africano ancora rilevante nella maggior parte dei paesi dell’Africa sub-sahariana e in particolare in Sud Africa. Ubuntu, anche conosciuto come Comunitarismo Africano, fornisce un punto di vista sul genere umano e sul mondo partendo da un presupposto completamente discorde dalla tradizione europea. Difatti, ubuntu riconosce la fondamentale interdipendenza tra gli individui e tra uomo e natura come caratteristica principale della vita umana; di conseguenza il sistema morale derivante da tali fondamenti è concepito per porre al centro dell’attenzione il senso di comunità piuttosto che l’individuo. Il capitolo continua con un passaggio teorico volto a dimostrare come ubuntu possa essere separato dai suoi elementi soprannaturali e spirituali, e usato come un approccio secolarizzato ai diritti umani in alternativa all’individualismo. L’ultimo capitolo mette infine insieme i ragionamenti precedenti, riconosce la necessità di prospettive alternative alla tradizione Europea, sia per ridare legittimità ai diritti umani in contesti non occidentali, sia per interfacciarsi con tematiche che non possono essere affrontate efficacemente dal sistema vigente. Tali sfide sono rappresentate dai cosiddetti Beni Pubblici Globali, con particolare attenzione ai diritti alla salute e all’ambiente, in cui le dinamiche collettive o globali prevalgono sul livello individuale, rappresentando quindi un ambito perfetto per mettere in pratica un approccio ai diritti umani basato su ubuntu.
ENG
The master’s thesis under discussion provides an analysis of the role that African Communitarianism can play in the revision and improvement of the current human rights legislation, with special reference to the Global Public Goods issue, and the rights to health and environment in the specific. The first chapter begins with a first overview of the formation process of the various tools and law bodies of the current human rights system. In the following paragraph, it continues with an accurate investigation with regards to the philosophical foundations of the human rights corpus: starting from the heritage of the ancient Greek and Roman philosophers, to the medieval naturalistic moral theories, to the enlightenment-based individualism, to the most modern moral theories as the John Rawls’s model. The first part is actually focused on discussing to what extent the human rights movement is nowadays still embedded within a Western-European-specific ethical perspective, with an atomistic individualism informing the whole body of law and the whole approach to international issues. The aim of the thesis work is actually to demonstrate the absolute absence of alternative narratives and voices within the human rights framework, meaning the ongoing exclusion of non-Western ontologies and peoples from the discussions around “universal” discourses. However, it is not the intention of the writer to neglect or downplay the importance of the human rights movement per se, on the contrary, starting from acknowledging its absolute relevance, the thesis wants to identify and propose one possible solution to some of the main problems recognized by adopting a critical perspective on the Western approach. The second chapter actually focuses on the introduction to ubuntu, an African traditional philosophical framework still relevant in the majority of sub-Saharan African countries, and especially in South Africa. Ubuntu, also referred to as African Communitarianism, provides a viewpoint on the humankind and the world starting from a completely opposed standpoint than the European tradition. In fact, it acknowledges the essential human-to-human and human-to-nature interdependence as the main feature of human life; and accordingly the moral system that derives from such foundations is conceived so to put the sense of community at the center of the attention, instead of the individual. The chapter continues with a theoretical work aimed at demonstrating that ubuntu can be separated from its supernatural and spiritual elements, and used as a secular approach to human rights as alternative to individualism. The last chapter finally puts together the previous thoughts, it acknowledges the need for alternative perspectives to the European tradition, both for giving back legitimacy to the human rights in non-Western worlds, and to deal with issues that cannot be efficaciously tackled by the current framework. Such challenges are represented by the so-called Global Public Goods, with specific reference to health and environmental rights, in which the collective or global dynamics outweigh the individual level, and so represent the perfect field to put into practice an ubuntu approach to human rights.
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
853907_tesitagliabueniccol853907africancommunitarianismandhumanrightsubuntuasamoralframeworkfortherevisionofglobalpublicgoods.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 8.57 MB
Formato Adobe PDF
8.57 MB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/87424