Il mimetismo rappresenta una delle tecniche di sopravvivenza più comuni tra gli animali ed è un fenomeno ampiamente presente in numerosi taxa animali in quanto estremamente vantaggioso. Tra le forme di mimetismo che possiamo riscontrare nel mondo animale vi è il mimetismo mülleriano. Esso si esprime non solo attraverso una colorazione accesa, ma possono anche essere coinvolti fenomeni ottici tra i quali l’iridescenza, un effetto che ad esempio caratterizza le elitre brillanti di alcuni coleotteri. Normalmente i colori sgargianti sono considerati uno svantaggio in termini di selezione naturale perché rendono evidente l’animale agli occhi di un possibile predatore. È stato ipotizzato che l’iridescenza in molti animali sia in realtà un camuffamento perché la direzionalità del colore li fa visivamente “dissolvere” in molte profondità. Per definire il meccanismo che determina delle colorazioni cangianti, sono stati studiati i possibili meccanismi dell’iridescenza: riflettori multistrato, cristalli fotonici tridimensionali e reticoli di diffrazione. Invece, per quanto riguarda le funzioni di questi stessi meccanismi si va dal crispi nel fogliame ad una funzione aposematica, dalla segnalazione sessuale alla termoregolazione. In alcuni casi è stato evidenziato che la selezione positiva e il colore delle elitre sono correlati poichè l’associazione del colore localmente predominante ha portato ad un vantaggio significativo per gli individui, incidendo sulla probabilità di sopravvivenza. In particolare, per valutare gli effetti di colorazioni diverse sul meccanismo della predazione sono state analizzate diverse popolazioni di O. gloriosa, una specie caratterizzata da morfe di colore blu e verdi. La predazione in siti dominati da un colore o dall’altro è stata registrata ed è stata confrontata la sopravvivenza di entrambi i colori. La teoria del mimetismo mülleriano è un ottimo esempio di adattamento ma non riesce a prevedere e a spiegare il polimorfismo esistente tra le specie di Oreina. È stato valutato quanto l’ipotesi di Müller potrebbe spiegare bene la diversità degli anelli del mimetismo e qual è il grado di correlazione tra le frequenze di ciascuna morfa di colore tra le specie. I risultati evidenziano che i predatori possono imparare ad evitare le morfe di un colore o dell’altro ma questo non si traduce obbligatoriamente in protezione per la morfa alternativa. La comunità di Oreina, soddisfa i criteri proposti per il mimetismo mülleriano, ma la percezione delle specie blu è più equivoca. È anche stato analizzato in che modo processi storici, ecologici e demografici si riflettono nella struttura genetica della popolazione di una specie, studiando la distribuzione della variabilità genetica di Oreina cacaliae e O. speciosissima. La variabilità genetica tra le due specie è stata confermata dalla presenza di molti loci polimorfici ed elevate eterozigosi. Per O. cacaliae la struttura della popolazione sembra derivare dall’isolamento per distanza, per O. speciosissima, invece, non è stata trovata alcuna correlazione.
La colorazione degli insetti e il suo significato
ALFERO, ELENA
2021/2022
Abstract
Il mimetismo rappresenta una delle tecniche di sopravvivenza più comuni tra gli animali ed è un fenomeno ampiamente presente in numerosi taxa animali in quanto estremamente vantaggioso. Tra le forme di mimetismo che possiamo riscontrare nel mondo animale vi è il mimetismo mülleriano. Esso si esprime non solo attraverso una colorazione accesa, ma possono anche essere coinvolti fenomeni ottici tra i quali l’iridescenza, un effetto che ad esempio caratterizza le elitre brillanti di alcuni coleotteri. Normalmente i colori sgargianti sono considerati uno svantaggio in termini di selezione naturale perché rendono evidente l’animale agli occhi di un possibile predatore. È stato ipotizzato che l’iridescenza in molti animali sia in realtà un camuffamento perché la direzionalità del colore li fa visivamente “dissolvere” in molte profondità. Per definire il meccanismo che determina delle colorazioni cangianti, sono stati studiati i possibili meccanismi dell’iridescenza: riflettori multistrato, cristalli fotonici tridimensionali e reticoli di diffrazione. Invece, per quanto riguarda le funzioni di questi stessi meccanismi si va dal crispi nel fogliame ad una funzione aposematica, dalla segnalazione sessuale alla termoregolazione. In alcuni casi è stato evidenziato che la selezione positiva e il colore delle elitre sono correlati poichè l’associazione del colore localmente predominante ha portato ad un vantaggio significativo per gli individui, incidendo sulla probabilità di sopravvivenza. In particolare, per valutare gli effetti di colorazioni diverse sul meccanismo della predazione sono state analizzate diverse popolazioni di O. gloriosa, una specie caratterizzata da morfe di colore blu e verdi. La predazione in siti dominati da un colore o dall’altro è stata registrata ed è stata confrontata la sopravvivenza di entrambi i colori. La teoria del mimetismo mülleriano è un ottimo esempio di adattamento ma non riesce a prevedere e a spiegare il polimorfismo esistente tra le specie di Oreina. È stato valutato quanto l’ipotesi di Müller potrebbe spiegare bene la diversità degli anelli del mimetismo e qual è il grado di correlazione tra le frequenze di ciascuna morfa di colore tra le specie. I risultati evidenziano che i predatori possono imparare ad evitare le morfe di un colore o dell’altro ma questo non si traduce obbligatoriamente in protezione per la morfa alternativa. La comunità di Oreina, soddisfa i criteri proposti per il mimetismo mülleriano, ma la percezione delle specie blu è più equivoca. È anche stato analizzato in che modo processi storici, ecologici e demografici si riflettono nella struttura genetica della popolazione di una specie, studiando la distribuzione della variabilità genetica di Oreina cacaliae e O. speciosissima. La variabilità genetica tra le due specie è stata confermata dalla presenza di molti loci polimorfici ed elevate eterozigosi. Per O. cacaliae la struttura della popolazione sembra derivare dall’isolamento per distanza, per O. speciosissima, invece, non è stata trovata alcuna correlazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/87421