La celiachia è una condizione autoimmune caratterizzata da uno specifico profilo sierologico e istologico scatenato dall’ingestione di glutine in individui geneticamente predisposti. Il glutine è il complesso proteico costituito dalle glutenine e dalle prolammine, principali responsabili della risposta autoimmunitaria. La celiachia è una malattia a predisposizione ereditaria legata al complesso maggiore di istocompatibilità (HLA), in particolare alla combinazione allelica HLADQ2/DQ8. La presenza di questi geni si riscontra nel 40% dei casi di celiachia nella popolazione europea. L'immunità innata svolge un ruolo importante nella patogenesi della malattia; infatti, le cellule presentanti l’antigene (APC) si occupano di presentare i peptidi del glutine, nella maggior parte dei casi deaminati, alle cellule T CD4+ naïve. Il legame dei peptidi con le cellule APC comporta anche il rilascio di citochine e chemochine pro infiammatorie come l’interleuchina 15. Inoltre, quando la gliadina attraversa la barriera intestinale causa l’attivazione dei linfociti intraepiteliali e dei linfociti TCD8 che svolgono direttamente un'azione citotossica contro la parete intestinale. I linfociti TCD4+ attivati producono interferone γ che amplifica la risposta infiammatoria già in corso e l’attivazione dei linfociti B comporta la produzione di auto-anticorpi che causano la risposta autoimmunitaria. In alcuni pazienti affetti da celiachia, si è potuto notare che, la risposta autoimmunitaria è dovuta anche ad una maggiore produzione di Zonulina, una proteina che altera il funzionamento delle giunzioni strette presenti tra gli enterociti causando un aumento della permeabilità intestinale. Un altro fattore determinante per la comparsa della celiachia è la composizione della microflora intestinale; infatti, diversi studi hanno mostrato un'associazione tra la celiachia e un cambiamento nella composizione del microbiota. Recentemente sono stati oggetto di studi altri fattori genetici non associati alle molecole di istocompatibilità e si è scoperto che altre porzioni di HLA oltre DQ2/DQ8 sono importanti e possono causare lo sviluppo della celiachia. Queste varianti sono principalmente SNPs (polimorfismi a singolo nucleotide) e si trovano in regioni non codificanti, spesso all’interno di enhancer, suggerendo un possibile effetto sull’espressione genica. Inoltre, gli alleli non HLA possono migliorare la prevenzione del rischio di insorgenza della malattia. Attraverso biopsie intestinali, sono stati individuati cinque geni espressi in maniera differenziale in pazienti in cui è stata diagnostica una predisposizione per lo sviluppo della celiachia. In seguito, questi pazienti hanno sviluppato la patologia. Infine, negli ultimi anni, oltre all’aumento dei casi di celiachia, è stato osservato anche un aumento di altri disturbi associati al glutine, come la sindrome dell’intestino irritabile e della sensibilità al glutine non celiaca. Tutte queste patologie presentano una sintomatologia simile e mettono in luce un possibile ruolo dei microRNA e dei lncRNA (lunghi RNA non codificanti) nel migliorare la diagnosi di queste patologie.
analisi dei geni coinvolti nella patogenesi della celiachia
ETZI, LUCIA
2021/2022
Abstract
La celiachia è una condizione autoimmune caratterizzata da uno specifico profilo sierologico e istologico scatenato dall’ingestione di glutine in individui geneticamente predisposti. Il glutine è il complesso proteico costituito dalle glutenine e dalle prolammine, principali responsabili della risposta autoimmunitaria. La celiachia è una malattia a predisposizione ereditaria legata al complesso maggiore di istocompatibilità (HLA), in particolare alla combinazione allelica HLADQ2/DQ8. La presenza di questi geni si riscontra nel 40% dei casi di celiachia nella popolazione europea. L'immunità innata svolge un ruolo importante nella patogenesi della malattia; infatti, le cellule presentanti l’antigene (APC) si occupano di presentare i peptidi del glutine, nella maggior parte dei casi deaminati, alle cellule T CD4+ naïve. Il legame dei peptidi con le cellule APC comporta anche il rilascio di citochine e chemochine pro infiammatorie come l’interleuchina 15. Inoltre, quando la gliadina attraversa la barriera intestinale causa l’attivazione dei linfociti intraepiteliali e dei linfociti TCD8 che svolgono direttamente un'azione citotossica contro la parete intestinale. I linfociti TCD4+ attivati producono interferone γ che amplifica la risposta infiammatoria già in corso e l’attivazione dei linfociti B comporta la produzione di auto-anticorpi che causano la risposta autoimmunitaria. In alcuni pazienti affetti da celiachia, si è potuto notare che, la risposta autoimmunitaria è dovuta anche ad una maggiore produzione di Zonulina, una proteina che altera il funzionamento delle giunzioni strette presenti tra gli enterociti causando un aumento della permeabilità intestinale. Un altro fattore determinante per la comparsa della celiachia è la composizione della microflora intestinale; infatti, diversi studi hanno mostrato un'associazione tra la celiachia e un cambiamento nella composizione del microbiota. Recentemente sono stati oggetto di studi altri fattori genetici non associati alle molecole di istocompatibilità e si è scoperto che altre porzioni di HLA oltre DQ2/DQ8 sono importanti e possono causare lo sviluppo della celiachia. Queste varianti sono principalmente SNPs (polimorfismi a singolo nucleotide) e si trovano in regioni non codificanti, spesso all’interno di enhancer, suggerendo un possibile effetto sull’espressione genica. Inoltre, gli alleli non HLA possono migliorare la prevenzione del rischio di insorgenza della malattia. Attraverso biopsie intestinali, sono stati individuati cinque geni espressi in maniera differenziale in pazienti in cui è stata diagnostica una predisposizione per lo sviluppo della celiachia. In seguito, questi pazienti hanno sviluppato la patologia. Infine, negli ultimi anni, oltre all’aumento dei casi di celiachia, è stato osservato anche un aumento di altri disturbi associati al glutine, come la sindrome dell’intestino irritabile e della sensibilità al glutine non celiaca. Tutte queste patologie presentano una sintomatologia simile e mettono in luce un possibile ruolo dei microRNA e dei lncRNA (lunghi RNA non codificanti) nel migliorare la diagnosi di queste patologie.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/87407