I cani da guardiania (Livestock Guardian Dogs, LGD) sono utilizzati da secoli come strategia per mitigare il conflitto tra predatori e attività umane. Essi sono considerati uno degli strumenti di prevenzione più efficaci per proteggere il bestiame domestico, principalmente ovi-caprini, dalle predazioni dei grandi carnivori. Alcuni studi hanno mostrato e valutato la loro efficacia, ma il meccanismo attraverso cui i LGD proteggono il bestiame è ancora in parte sconosciuto. La loro efficacia è spesso valutata in termini di vicinanza agli animali che sono tenuti a proteggere, e per questo motivo, è fondamentale studiarne il movimento e il grado di associazione al bestiame. In questo studio sono stati monitorati 10 LGD con dei dispositivi datalogger GPS al fine di investigare il loro movimento e il loro grado di associazione al bestiame, anch’esso dotato di datalogger, durante la stagione di pascolo estivo 2022 in alcuni alpeggi ricadenti nel territorio delle Aree Protette delle Alpi Marittime. È stata calcolata la prossimità spaziale, misurata come distanza tra la posizione del cane e quella del capo di bestiame dotato di datalogger, ed è stato analizzato il movimento del cane considerando la variazione delle step length in relazione a variabili ambientali e non. Sono stati utilizzati dei GLMM (Modelli Lineari Generalizzati Misti) al fine di indagare se questi due parametri fossero influenzati da alcuni fattori ambientali oppure legati alle caratteristiche dell’allevamento. In particolare, è stato testato se la tipologia di bestiame allevato, il numero di cani da guardiania della muta, l’ora del giorno, la distanza dal bosco e l’illuminazione lunare influissero sulla prossimità tra bestiame e cane e sul movimento dei LGD. I dati raccolti indicano una distanza media tra LGD e bestiame di 255,5 333m. È stata rilevata una evidente differenza nella prossimità del cane in base alla tipologia di bestiame da proteggere. In particolare, i LGD associati a ovi-caprini mantengono una distanza dal bestiame inferiore rispetto a quelli associati a bovini, probabilmente a causa di una più difficoltosa socializzazione dei LGD ai bovini. Inoltre, è stata riscontrata un’influenza di alcune variabili ambientali, per esempio dell’illuminazione lunare, sia sulla prossimità, sia sul movimento dei LGD. I cani, infatti, si allontanano maggiormente dal bestiame e si muovono di più durante le notti più illuminate dalla luna. Inoltre, la prossimità al bestiame è influenzata anche dal numero di cani che lavorano nella stessa muta. Infatti, maggiore è il numero di LGD, maggiore è anche la distanza che essi mantengono dal bestiame e ciò potrebbe essere dovuto al ridotto rischio di predazione negli alpeggi custoditi da numerosi cani, i quali possono quindi permettersi di mantenere una distanza maggiore dal bestiame. Si può concludere che quantificare la prossimità dei LGD al bestiame e il loro movimento è utile come possibile indice per comprendere l’efficacia dei cani e valutare da quali fattori essa sia influenzata. Ciò è fondamentale per prendere decisioni gestionali consapevoli che massimizzino il rendimento del cane e siano perciò valide nel mitigare il conflitto tra zootecnia e predatori.
Analisi del movimento e del grado di associazione al bestiame dei cani da guardiania sulle Alpi Marittime
FARDONE, LUCA
2021/2022
Abstract
I cani da guardiania (Livestock Guardian Dogs, LGD) sono utilizzati da secoli come strategia per mitigare il conflitto tra predatori e attività umane. Essi sono considerati uno degli strumenti di prevenzione più efficaci per proteggere il bestiame domestico, principalmente ovi-caprini, dalle predazioni dei grandi carnivori. Alcuni studi hanno mostrato e valutato la loro efficacia, ma il meccanismo attraverso cui i LGD proteggono il bestiame è ancora in parte sconosciuto. La loro efficacia è spesso valutata in termini di vicinanza agli animali che sono tenuti a proteggere, e per questo motivo, è fondamentale studiarne il movimento e il grado di associazione al bestiame. In questo studio sono stati monitorati 10 LGD con dei dispositivi datalogger GPS al fine di investigare il loro movimento e il loro grado di associazione al bestiame, anch’esso dotato di datalogger, durante la stagione di pascolo estivo 2022 in alcuni alpeggi ricadenti nel territorio delle Aree Protette delle Alpi Marittime. È stata calcolata la prossimità spaziale, misurata come distanza tra la posizione del cane e quella del capo di bestiame dotato di datalogger, ed è stato analizzato il movimento del cane considerando la variazione delle step length in relazione a variabili ambientali e non. Sono stati utilizzati dei GLMM (Modelli Lineari Generalizzati Misti) al fine di indagare se questi due parametri fossero influenzati da alcuni fattori ambientali oppure legati alle caratteristiche dell’allevamento. In particolare, è stato testato se la tipologia di bestiame allevato, il numero di cani da guardiania della muta, l’ora del giorno, la distanza dal bosco e l’illuminazione lunare influissero sulla prossimità tra bestiame e cane e sul movimento dei LGD. I dati raccolti indicano una distanza media tra LGD e bestiame di 255,5 333m. È stata rilevata una evidente differenza nella prossimità del cane in base alla tipologia di bestiame da proteggere. In particolare, i LGD associati a ovi-caprini mantengono una distanza dal bestiame inferiore rispetto a quelli associati a bovini, probabilmente a causa di una più difficoltosa socializzazione dei LGD ai bovini. Inoltre, è stata riscontrata un’influenza di alcune variabili ambientali, per esempio dell’illuminazione lunare, sia sulla prossimità, sia sul movimento dei LGD. I cani, infatti, si allontanano maggiormente dal bestiame e si muovono di più durante le notti più illuminate dalla luna. Inoltre, la prossimità al bestiame è influenzata anche dal numero di cani che lavorano nella stessa muta. Infatti, maggiore è il numero di LGD, maggiore è anche la distanza che essi mantengono dal bestiame e ciò potrebbe essere dovuto al ridotto rischio di predazione negli alpeggi custoditi da numerosi cani, i quali possono quindi permettersi di mantenere una distanza maggiore dal bestiame. Si può concludere che quantificare la prossimità dei LGD al bestiame e il loro movimento è utile come possibile indice per comprendere l’efficacia dei cani e valutare da quali fattori essa sia influenzata. Ciò è fondamentale per prendere decisioni gestionali consapevoli che massimizzino il rendimento del cane e siano perciò valide nel mitigare il conflitto tra zootecnia e predatori.File | Dimensione | Formato | |
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