Medical Pluralism and Maternal Child Care in Sub-Saharan Africa is a research thesis that explores the concept of medicine through an integrated lens, acknowledging the pluralism of healthcare practices that range from the widely recognized bioscience to those reflecting the history, culture, discoveries, and traditions of a civilization. Although these healthcare practices do not enjoy the same level of trust as scientific medicine, they have influenced each other over the years, and like in the past, they remain subjects of discrimination and criticism, which are not always justified. The thesis sheds light on the African crisis of maternal and neonatal mortality, identifying the gaps in its healthcare system—lacking the necessary tools and basic conditions to address such a critical issue—as one of the main causes. The central figure of the thesis is the Mother: the maternal figure is examined through an analysis of her role in African society, her desires and concerns, her rights and duties, her cultural significance, and how colonial history and religions have shaped her representation and the expectations placed upon her. The main topic of the paper is medical pluralism applied to maternal and child care, and it is supported by the case study “Free and Safe Deliveries” from the Turin-based NGO Idea For Africa, which operates in one of the most impoverished regions of Uganda, in the Moroto district of Karamoja. Through an analysis of the project—whose aim is to provide free and safe childbirth for all women in the region, while raising awareness among mothers about the benefits of giving birth in healthcare facilities, all while respecting the medical pluralism present in Karamoja—the paper highlights key factors such as: the locals’ distrust of hospital care, the barriers preventing access to health centers, and those factors that have contributed to an improvement in the maternal-child mortality rate in the district. The thesis also focuses on the figures that African mothers traditionally rely on during pregnancy and neonatal care, such as healers and magicians, with a particular emphasis on the role of Traditional Birth Attendants (TBA). These figures are widespread throughout the African continent and can either be certified and trained through specific courses or self-taught, which may pose a potential risk to the health of the mother and child. Their services have gained increased attention in recent years, and more NGOs are striving to educate a larger number of TBAs to ensure access to safe healthcare practices and family planning, even in the most marginalized communities. The aim of this thesis is not only to address the question: “What does it mean to be a mother in Africa?” but also to highlight the severity of maternal and infant mortality and the urgent need to develop an inclusive, integrated, safe, and accessible healthcare strategy for all mothers, in accordance with their needs.
Medical Pluralism and maternal child care in Sub Saharan Africa è una tesi di ricerca che esplora il concetto di medicina attraverso una visione integrata, riconoscendo il pluralismo di pratiche sanitarie che spaziano dalla più popolare bioscienza, e che riflettono la storia, la cultura, le scoperte e le tradizioni di una civiltà. Tali pratiche sanitarie, pur non godendo della stessa reputazione affidabile che viene riconosciuta alla medicina scientifica, nel corso degli anni si sono influenzate a vicenda, e ancora oggi come in passato sono oggetto di discriminazione e di critiche, non sempre fondate. La tesi fa luce sull’emergenza Africana relativa alla mortalità materna e neonatale, indicando tra le sue cause le lacune nel suo sistema sanitario, sprovvisto dei necessari strumenti e delle condizioni fondamentali per far fronte ad una simile criticità. Il personaggio centrale della tesi è la Madre: la figura materna viene esplorata analizzando il suo ruolo nella società africana, i suoi desideri e le sue preoccupazioni, i suoi diritti e i suoi doveri, il suo significato culturale, e come la storia coloniale e le religioni hanno influenzato la sua rappresentazione e le aspettative che si nutrono nei suoi confronti. Il pluralismo sanitario applicato alle cure materno infantili è l’argomento principale dell'elaborato, e viene accompagnato dal caso studio “Free and Safe Deliveries” dell’ONG Torinese Idea For Africa, che ha luogo in una delle regioni più degradate dell’Uganda, nel distretto di Moroto, nella Karamoja. Attraverso un’analisi del progetto - che, nel rispetto del pluralismo sanitario in cui è immersa la Karamoja, si pone l’obiettivo di garantire parti gratuiti e sicuri per tutte le donne della regione, e di aumentare la consapevolezza delle madri sui benefici del parto nei centri sanitari - si fa luce su fattori quali: la sfiducia dei locals nei confronti delle cure ospedaliere, gli elementi che ostacolano l’accessibilità degli health center, e quelli che invece hanno favorito un miglioramento nella maternal-child mortality rate del distretto. L’elaborato si concentra sulle figure a cui fanno tradizionalmente affidamento le madri africane durante il loro percorso di gravidanza e di cura neonatale, come i curatori e i maghi, e in particolar modo si sofferma sul ruolo delle Traditional Birth Attendants (TBA): figure diffuse in tutto il continente africano, le quali possono essere certificate ed educate attraverso dei corsi specifici, oppure autodidatte, e quindi un potenziale rischio per la salute della madre e del bambino. I loro servizi negli ultimi anni non sono passati inosservati, e sempre più ONG si stanno impegnando ad educare un maggior numero di TBA in modo da garantire anche alle società più emarginate un accesso a pratiche sanitarie sicure, e al family planning. L’obiettivo dell’elaborato è di far luce non solo sulla domanda: “Cosa vuol dire essere una madre, in Africa”, ma anche sulla gravità della mortalità materno infantile, e sulla necessità di sviluppare una strategia sanitaria inclusiva, integrata, sicura e accessibile per tutte le madri, nel rispetto delle loro esigenze.
Medical Pluralism and maternal child care in Sub Saharan Africa
CIAVARELLA, IRENE
2023/2024
Abstract
Medical Pluralism and maternal child care in Sub Saharan Africa è una tesi di ricerca che esplora il concetto di medicina attraverso una visione integrata, riconoscendo il pluralismo di pratiche sanitarie che spaziano dalla più popolare bioscienza, e che riflettono la storia, la cultura, le scoperte e le tradizioni di una civiltà. Tali pratiche sanitarie, pur non godendo della stessa reputazione affidabile che viene riconosciuta alla medicina scientifica, nel corso degli anni si sono influenzate a vicenda, e ancora oggi come in passato sono oggetto di discriminazione e di critiche, non sempre fondate. La tesi fa luce sull’emergenza Africana relativa alla mortalità materna e neonatale, indicando tra le sue cause le lacune nel suo sistema sanitario, sprovvisto dei necessari strumenti e delle condizioni fondamentali per far fronte ad una simile criticità. Il personaggio centrale della tesi è la Madre: la figura materna viene esplorata analizzando il suo ruolo nella società africana, i suoi desideri e le sue preoccupazioni, i suoi diritti e i suoi doveri, il suo significato culturale, e come la storia coloniale e le religioni hanno influenzato la sua rappresentazione e le aspettative che si nutrono nei suoi confronti. Il pluralismo sanitario applicato alle cure materno infantili è l’argomento principale dell'elaborato, e viene accompagnato dal caso studio “Free and Safe Deliveries” dell’ONG Torinese Idea For Africa, che ha luogo in una delle regioni più degradate dell’Uganda, nel distretto di Moroto, nella Karamoja. Attraverso un’analisi del progetto - che, nel rispetto del pluralismo sanitario in cui è immersa la Karamoja, si pone l’obiettivo di garantire parti gratuiti e sicuri per tutte le donne della regione, e di aumentare la consapevolezza delle madri sui benefici del parto nei centri sanitari - si fa luce su fattori quali: la sfiducia dei locals nei confronti delle cure ospedaliere, gli elementi che ostacolano l’accessibilità degli health center, e quelli che invece hanno favorito un miglioramento nella maternal-child mortality rate del distretto. L’elaborato si concentra sulle figure a cui fanno tradizionalmente affidamento le madri africane durante il loro percorso di gravidanza e di cura neonatale, come i curatori e i maghi, e in particolar modo si sofferma sul ruolo delle Traditional Birth Attendants (TBA): figure diffuse in tutto il continente africano, le quali possono essere certificate ed educate attraverso dei corsi specifici, oppure autodidatte, e quindi un potenziale rischio per la salute della madre e del bambino. I loro servizi negli ultimi anni non sono passati inosservati, e sempre più ONG si stanno impegnando ad educare un maggior numero di TBA in modo da garantire anche alle società più emarginate un accesso a pratiche sanitarie sicure, e al family planning. L’obiettivo dell’elaborato è di far luce non solo sulla domanda: “Cosa vuol dire essere una madre, in Africa”, ma anche sulla gravità della mortalità materno infantile, e sulla necessità di sviluppare una strategia sanitaria inclusiva, integrata, sicura e accessibile per tutte le madri, nel rispetto delle loro esigenze.File | Dimensione | Formato | |
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