The following work aims to retrace the activity of Piero Fogliati (1930-2016) since his beginnings in the field of installations, from the moment he abandons painting to explore physical and chemical phenomena, until 1978, a fundamental year for his career as he exhibited at the XXXVIII Venice Biennale. The first chapter deals with Fogliati’s beginnings in the sixties, the realization of his first installations and especially the path that led the artist to devote himself to this kind of work rather than painting. In particular, the membership of the CIRA. The following chapters, the second and third, are a deepening of the two main strands of Piero Fogliati’s works, namely the works dedicated to the study of light and those aimed at sound phenomena. The final chapter of the thesis concerns the exhibition opportunities of Piero Fogliati, in particular since the first solo exhibition in 1970, held at the Il Fiore Gallery in Florence, to participate for the first time at the Biennale di Venezia, the 18th edition in 1978. It should be noted that, in the years before 1970, Fogliati participated in several collective exhibitions and held, in 1957, a first small solo exhibition at the Saletta Metro Cristallo in Turin. However, it was decided to focus this last chapter on the most incisive and documented exhibitions for the artist’s career.

Il seguente lavoro si propone di ripercorrere l’attività di Piero Fogliati (1930-2016) fin dai suoi esordi nel campo delle installazioni, dal momento in cui abbandona la pittura per esplorare fenomeni fisici e chimici, fino al 1978, anno fondamentale per la sua carriera in quanto espone alla XXXVIII Biennale di Venezia. Tuttavia la sua attività proseguirà nei decenni successivi fino alla morte, sempre nell’ambito della sperimentazione di opere optical e sonore, in costante aggiornamento delle tecnologie, ed includendo il progetto della cosiddetta Città Fantastica. Il primo capitolo tratta gli esordi di Fogliati negli anni Sessanta, la realizzazione delle prime installazioni e soprattutto il percorso che ha portato l’artista a dedicarsi a questo genere di opere piuttosto che alla pittura. In particolare l’adesione al Centro di Cooperazione per un Istituto internazionale di Ricerche Artistiche (CIRA) e l’esperienza di lavoro in fabbrica sono elementi fondamentali per la nascita della poetica di Fogliati. I capitoli successivi, il secondo e il terzo, costituiscono un approfondimento sui due principali filoni delle opere di Piero Fogliati, ossia le opere dedicate allo studio della luce e quelle rivolte ai fenomeni sonori. Le prime vengono sviluppate a partire dal 1965, quando l’artista inizia a lavorare su progetti di intervento urbano; fondamentale e costante nella sua carriera è infatti il progetto della già menzionata Città Fantastica, il quale prevedeva per l’appunto installazioni luminose e sonore all’interno del contesto cittadino. Queste installazioni nascono da studi sulla luce sintetica e comprendono esemplari come "Macchina per produrre fantasmi", "Prisma meccanico", "Rivelatore cromocinetico" e "Svolazzatore cromocangiante". Il secondo filone si sviluppa dal 1967, con la realizzazione di opere come "Liquimofono", "Latomie" ed "Ermeneuti". La funzione di questi congegni è manipolare i suoni dell’ambiente circostante, anche attraverso l’uso di diversi materiali, per restituirne una nuova e più ampia percezione. Il capitolo finale della tesi riguarda invece le occasioni espositive di Piero Fogliati, in particolare a partire dalla prima mostra personale del 1970, tenutasi alla Galleria Il Fiore di Firenze, alla partecipazione per la prima volta alla Biennale di Venezia, alla XXXVIII edizione nel 1978. Va sottolineato che, negli anni precedenti al 1970, Fogliati partecipa a diverse mostre collettive e tiene, nel 1957, una prima piccola personale presso la Saletta Metro Cristallo di Torino. Tuttavia si è deciso di concentrare quest’ultimo capitolo sulle esposizioni più incisive per la carriera dell’artista, e maggiormente documentate.

Piero Fogliati. Dagli esordi alla XXXVIII Biennale di Venezia (1954 - 1978)

LOPOPOLO, LUCREZIA
2023/2024

Abstract

Il seguente lavoro si propone di ripercorrere l’attività di Piero Fogliati (1930-2016) fin dai suoi esordi nel campo delle installazioni, dal momento in cui abbandona la pittura per esplorare fenomeni fisici e chimici, fino al 1978, anno fondamentale per la sua carriera in quanto espone alla XXXVIII Biennale di Venezia. Tuttavia la sua attività proseguirà nei decenni successivi fino alla morte, sempre nell’ambito della sperimentazione di opere optical e sonore, in costante aggiornamento delle tecnologie, ed includendo il progetto della cosiddetta Città Fantastica. Il primo capitolo tratta gli esordi di Fogliati negli anni Sessanta, la realizzazione delle prime installazioni e soprattutto il percorso che ha portato l’artista a dedicarsi a questo genere di opere piuttosto che alla pittura. In particolare l’adesione al Centro di Cooperazione per un Istituto internazionale di Ricerche Artistiche (CIRA) e l’esperienza di lavoro in fabbrica sono elementi fondamentali per la nascita della poetica di Fogliati. I capitoli successivi, il secondo e il terzo, costituiscono un approfondimento sui due principali filoni delle opere di Piero Fogliati, ossia le opere dedicate allo studio della luce e quelle rivolte ai fenomeni sonori. Le prime vengono sviluppate a partire dal 1965, quando l’artista inizia a lavorare su progetti di intervento urbano; fondamentale e costante nella sua carriera è infatti il progetto della già menzionata Città Fantastica, il quale prevedeva per l’appunto installazioni luminose e sonore all’interno del contesto cittadino. Queste installazioni nascono da studi sulla luce sintetica e comprendono esemplari come "Macchina per produrre fantasmi", "Prisma meccanico", "Rivelatore cromocinetico" e "Svolazzatore cromocangiante". Il secondo filone si sviluppa dal 1967, con la realizzazione di opere come "Liquimofono", "Latomie" ed "Ermeneuti". La funzione di questi congegni è manipolare i suoni dell’ambiente circostante, anche attraverso l’uso di diversi materiali, per restituirne una nuova e più ampia percezione. Il capitolo finale della tesi riguarda invece le occasioni espositive di Piero Fogliati, in particolare a partire dalla prima mostra personale del 1970, tenutasi alla Galleria Il Fiore di Firenze, alla partecipazione per la prima volta alla Biennale di Venezia, alla XXXVIII edizione nel 1978. Va sottolineato che, negli anni precedenti al 1970, Fogliati partecipa a diverse mostre collettive e tiene, nel 1957, una prima piccola personale presso la Saletta Metro Cristallo di Torino. Tuttavia si è deciso di concentrare quest’ultimo capitolo sulle esposizioni più incisive per la carriera dell’artista, e maggiormente documentate.
Piero Fogliati. From the beginnings to the XXXVIII Venice Biennale (1954 - 1978)
The following work aims to retrace the activity of Piero Fogliati (1930-2016) since his beginnings in the field of installations, from the moment he abandons painting to explore physical and chemical phenomena, until 1978, a fundamental year for his career as he exhibited at the XXXVIII Venice Biennale. The first chapter deals with Fogliati’s beginnings in the sixties, the realization of his first installations and especially the path that led the artist to devote himself to this kind of work rather than painting. In particular, the membership of the CIRA. The following chapters, the second and third, are a deepening of the two main strands of Piero Fogliati’s works, namely the works dedicated to the study of light and those aimed at sound phenomena. The final chapter of the thesis concerns the exhibition opportunities of Piero Fogliati, in particular since the first solo exhibition in 1970, held at the Il Fiore Gallery in Florence, to participate for the first time at the Biennale di Venezia, the 18th edition in 1978. It should be noted that, in the years before 1970, Fogliati participated in several collective exhibitions and held, in 1957, a first small solo exhibition at the Saletta Metro Cristallo in Turin. However, it was decided to focus this last chapter on the most incisive and documented exhibitions for the artist’s career.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/8707