The notion of risk measure originates from the necessity to summarize the overall risk to which an asset is subject to in an intuitive way. In particular, the Value at Risk estimates the maximum loss resulting from the holding of a specific asset, with respect to a certain confidence interval and a certain future time horizon. That risk measure was introduced in 1994 by J.P. Morgan, through the publication of the manual "RiskMetrics", which played a fundamental role in the development of Risk Management. This thesis presents the Value at Risk and its consolidated role in the management of market risks. At first, it illustrates the historical and regulatory context in which the Value at Risk originated, highlighting the evolution of legislation in the field of risk management, from 1974 up to the present day. The concept of a risk measure is then introduced, giving a definition and an explanation of its properties, and also focusing on the notion of consistent risk measures. The focus is then placed on Value at Risk, stating its theoretical definition and explaining its interpretation, and then briefly discussing its strengths and weaknesses. Subsequentially, the various existing techniques for measuring Value at Risk are presented, emphasizing for each of them the advantages, limitations and differences compared to other calculation methods. After that, the focus was on the first type of risk that was measured through value at risk, that is the market risk. In particular, it is illustrated the evolution of the methods for calculating capital requirements proposed in the Basel Accords. Finally, at the conclusion of this report, it is presented an empirical analysis on the quantification of Value at Risk.
La nozione di misura di rischio ha origine dalla necessità di esprimere in modo intuitivo e immediato il rischio complessivo a cui è soggetta un’attività. In particolare il Value at Risk stima la massima perdita derivante dalla detenzione di una specifica attività, in relazione ad un certo intervallo di confidenza e ad un determinato orizzonte temporale futuro. Tale misura di rischio fu introdotta nel 1994 da J.P. Morgan, attraverso la pubblicazione del manuale “RiskMetrics”, il quale ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo del Risk Management. Nella presente tesi si presenta il Value at Risk e il suo ruolo ormai consolidato nella gestione dei rischi di mercato. In principio si illustra il contesto storico e normativo in cui ebbe origine il Value at Risk, mettendo in luce l’evoluzione della legislazione nell’ambito della gestione dei rischi, a partire dal 1974 fino ai giorni nostri. In seguito, si introduce il concetto di misura di rischio, dandone quindi la definizione e illustrandone le proprietà, soffermandosi inoltre sulla nozione di misure di rischio coerenti. Successivamente si pone l’attenzione sul Value at Risk enunciando la sua definizione teorica e illustrandone l’interpretazione, per poi discuterne brevemente i punti di forza e le criticità. Dopodichè, si presentano le diverse tecniche esistenti per la misurazione del Value at Risk, sottolineando per ciascune di esse i vantaggi, le limitazioni e le differenze rispetto agli altri metodi di calcolo. Successivamente si pone l’attenzione sulla prima tipologia di rischio che venne misurata attraverso il Value at Risk, ovvero il rischio di mercato. In particolare, viene illustrata l’evoluzione dei metodi di calcolo dei requisiti patrimoniali proposti negli Accordi di Basilea. Infine, a conclusione di tale elaborato, si presenta un’analisi empirica relativa alla quantificazione del Value at Risk.
Il ruolo del Value at Risk nella gestione dei rischi di mercato
DITTA, IRENE
2021/2022
Abstract
La nozione di misura di rischio ha origine dalla necessità di esprimere in modo intuitivo e immediato il rischio complessivo a cui è soggetta un’attività. In particolare il Value at Risk stima la massima perdita derivante dalla detenzione di una specifica attività, in relazione ad un certo intervallo di confidenza e ad un determinato orizzonte temporale futuro. Tale misura di rischio fu introdotta nel 1994 da J.P. Morgan, attraverso la pubblicazione del manuale “RiskMetrics”, il quale ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo del Risk Management. Nella presente tesi si presenta il Value at Risk e il suo ruolo ormai consolidato nella gestione dei rischi di mercato. In principio si illustra il contesto storico e normativo in cui ebbe origine il Value at Risk, mettendo in luce l’evoluzione della legislazione nell’ambito della gestione dei rischi, a partire dal 1974 fino ai giorni nostri. In seguito, si introduce il concetto di misura di rischio, dandone quindi la definizione e illustrandone le proprietà, soffermandosi inoltre sulla nozione di misure di rischio coerenti. Successivamente si pone l’attenzione sul Value at Risk enunciando la sua definizione teorica e illustrandone l’interpretazione, per poi discuterne brevemente i punti di forza e le criticità. Dopodichè, si presentano le diverse tecniche esistenti per la misurazione del Value at Risk, sottolineando per ciascune di esse i vantaggi, le limitazioni e le differenze rispetto agli altri metodi di calcolo. Successivamente si pone l’attenzione sulla prima tipologia di rischio che venne misurata attraverso il Value at Risk, ovvero il rischio di mercato. In particolare, viene illustrata l’evoluzione dei metodi di calcolo dei requisiti patrimoniali proposti negli Accordi di Basilea. Infine, a conclusione di tale elaborato, si presenta un’analisi empirica relativa alla quantificazione del Value at Risk.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/87033