L’elaborato si propone di trattare l’utilizzo di flavonoidi di origine vegetale in ambito sanitario e terapeutico, in particolare nel trattamento delle patologie tumorali. Nei Paesi sviluppati il cancro è una delle principali cause di morte, anche a causa dell’elevata esposizione a determinati fattori di rischio come il consumo di alcol, il vizio del fumo o le abitudini alimentari sbagliate. Attualmente le terapie convenzionali a base di farmaci chemioterapici presentano alcune controindicazioni, tra cui una bassa specificità e l’induzione di effetti secondari invasivi. Le ricerche citate in questo elaborato si occupano di studiare gli effetti sul metabolismo tumorale dei flavonoidi, polifenoli noti per essere prodotti da diverse specie vegetali, presenti in molti alimenti in concentrazioni notevoli e bioattivi nell’organismo umano. Queste molecole sono già noti agenti antivirali, antiossidanti e antinfiammatori; tuttavia, esse sono anche dei potenziali fattori antitumorali in quanto possono interferire in alcuni processi che caratterizzano lo sviluppo di una massa neoplastica. Dopo una prima descrizione sommaria delle proprietà strutturali e chimiche dei flavonoidi e della loro biosintesi nelle cellule vegetali, la trattazione si concentra su tre manifestazioni fenotipiche tipiche di un tumore (l’effetto Warburg, l’inibizione della via apoptotica e la formazione di metastasi) e sugli effetti dei flavonoidi sulle reazioni chimiche che caratterizzano questi processi. I risultati delle sperimentazioni in vitro e in vivo sono promettenti in vista di futuri studi clinici, anche grazie all’utilizzo di nanotecnologie. Le nanoparticelle, infatti, permettono di condensare i principi attivi con i flavonoidi e di indurre risposte mirate nei siti di sviluppo di una neoplasia, risolvendo di fatto un problema comune dei farmaci convenzionali. Pur evidenziando la necessità di ulteriori indagini sull’efficacia e la sicurezza di queste nuove tecniche, i risultati incoraggianti finora ottenuti suggeriscono l’utilizzo dei flavonoidi come una potenziale frontiera per la chemioterapia e la chemioprevenzione.
Flavonoidi: composti fitochimici con potenziali applicazioni nelle terapie tumorali
CAMPRA, MARCO
2021/2022
Abstract
L’elaborato si propone di trattare l’utilizzo di flavonoidi di origine vegetale in ambito sanitario e terapeutico, in particolare nel trattamento delle patologie tumorali. Nei Paesi sviluppati il cancro è una delle principali cause di morte, anche a causa dell’elevata esposizione a determinati fattori di rischio come il consumo di alcol, il vizio del fumo o le abitudini alimentari sbagliate. Attualmente le terapie convenzionali a base di farmaci chemioterapici presentano alcune controindicazioni, tra cui una bassa specificità e l’induzione di effetti secondari invasivi. Le ricerche citate in questo elaborato si occupano di studiare gli effetti sul metabolismo tumorale dei flavonoidi, polifenoli noti per essere prodotti da diverse specie vegetali, presenti in molti alimenti in concentrazioni notevoli e bioattivi nell’organismo umano. Queste molecole sono già noti agenti antivirali, antiossidanti e antinfiammatori; tuttavia, esse sono anche dei potenziali fattori antitumorali in quanto possono interferire in alcuni processi che caratterizzano lo sviluppo di una massa neoplastica. Dopo una prima descrizione sommaria delle proprietà strutturali e chimiche dei flavonoidi e della loro biosintesi nelle cellule vegetali, la trattazione si concentra su tre manifestazioni fenotipiche tipiche di un tumore (l’effetto Warburg, l’inibizione della via apoptotica e la formazione di metastasi) e sugli effetti dei flavonoidi sulle reazioni chimiche che caratterizzano questi processi. I risultati delle sperimentazioni in vitro e in vivo sono promettenti in vista di futuri studi clinici, anche grazie all’utilizzo di nanotecnologie. Le nanoparticelle, infatti, permettono di condensare i principi attivi con i flavonoidi e di indurre risposte mirate nei siti di sviluppo di una neoplasia, risolvendo di fatto un problema comune dei farmaci convenzionali. Pur evidenziando la necessità di ulteriori indagini sull’efficacia e la sicurezza di queste nuove tecniche, i risultati incoraggianti finora ottenuti suggeriscono l’utilizzo dei flavonoidi come una potenziale frontiera per la chemioterapia e la chemioprevenzione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/87027