The aim of this thesis is to analyze the representation of African-Americans within the horror cinema, highlighting the transformations that this presence has undergone over time and how it reflects the sociocultural dynamics of the United States. The work includes a chronological analysis that begins with the earliest representations, and then focuses on the emergence of Get Out and Us, two films under the direction of Jordan Peele that revolutionized the horror genre in the 21st century. The first chapter introduces the history of the representation of African-Americans from silent cinema to the 1990s. It examines the historical and social context of each period, emphasizing the impact of historical events such as slavery, the Cold War, the phenomenon of White flight and racial segregation. It analyzes how these factors influenced public perception and, consequently, film portrayals concerning horror. The second chapter examines the historical context of horror cinema from the 2000s to the end of the 2010s. The election of Barack Obama in 2008, the first African American president, generated the illusion that the United States had overcome racial tensions. However, reactions to his presidency and the emergence of the Black Lives Matter movement reawakened issues of systemic racism and police brutality. These sociopolitical events created fertile ground for African American filmmakers like Jordan Peele, who seized the opportunity to address social injustices and open narrative spaces through cinema. The third chapter analyzes Peele’s movie Get Out (2017). Through the protagonist Chris Washington, Peele portrays the lie of a post-racial America. The multi-layered analysis examines the influences of other thrillers, as well as the use of music, themes, and symbols. The result is the director’s ability to intertwine symbolism and social critique, subverting the traditions of horror cinema. Using the same method as in chapter 3, the fourth chapter analyzes Us (2019). The director challenges the clichés of the horror genre, using the figure of the Tethered to depict the marginalization of the underprivileged and hostility towards others. The examination of the narrative shows that Peele deepens the themes surrounding social classes, their structure and the duality of personal identity, while not abandoning the issue of race. From the analysis of the origins of the horror genre, particularly regarding the presence of African Americans, and the films Get Out and Us, emerges a modification of horror as a space for reflection and social commentary on racial issues. For Jordan Peele, cinema becomes a tool for critique and protest. What contributes to the revolutionizing of the horror genre is the richness of visual and sound elements that give voice to a past of oppression, transforming the scary element into social awareness.
L’elaborato ha l’obiettivo di analizzare la rappresentazione degli afroamericani nell’ambito del cinema horror, evidenziando le trasformazioni che tale presenza ha subito nel tempo, e come essa rifletta le dinamiche socioculturali degli Stati Uniti. Il lavoro comprende un’analisi cronologica che inizia dalle prime apparizioni per poi focalizzarsi sull’avvento di Get Out e Us, le due pellicole che nel XXI secolo hanno rivoluzionato il genere horror grazie alla direzione di Jordan Peele. Il primo capitolo introduce la storia della rappresentazione degli afroamericani dal cinema muto fino agli anni ‘90. Viene esaminato il contesto storico e sociale di ogni periodo, mettendo in risalto il ruolo di vicende storiche come la schiavitù, la guerra fredda, il fenomeno del “white flight” e la segregazione razziale. Si analizza come questi fattori abbiano influito sulla percezione pubblica e, di conseguenza, nelle rappresentazioni cinematografiche riguardanti l’horror. Nel secondo capitolo viene esaminato il contesto storico del cinema horror dagli anni 2000 fino alla conclusione del decennio 2010. L’elezione di Barack Obama nel 2008, primo presidente afroamericano, ha generato nei cittadini l’illusione che gli Stati Uniti avessero superato le tensioni razziali. Tuttavia, le reazioni a tale presidenza e l’emergere del movimento Black Lives Matter hanno ridestato le questioni del razzismo sistemico e della brutalità della polizia. Questi eventi sociopolitici hanno prodotto un terreno fertile per cineasti afroamericani come Jordan Peele, i quali hanno colto l’opportunità di affrontare le ingiustizie sociali e aprire spazi narrativi attraverso il mezzo cinematografico. Nel terzo capitolo viene analizzato il film di Jordan Peele, Get Out (2017). Attraverso il protagonista Chris Washington, Peele procede a rappresentare la bugia di un’America post-razziale. L’analisi, sviluppata su più livelli, esamina le influenze di altri thriller, insieme all’uso della musica, dei temi e dei simboli. Il risultato è la capacità del regista di intrecciare simbolismi e critica sociale, sovvertendo la tradizione del cinema horror. Procedendo con lo stesso metodo, nel quarto capitolo viene analizzato Us (2019). Il regista sfida i clichè del genere horror, utilizzando la figura degli Incatenati per raffigurare l’emarginazione dei meno abbienti e l’ostilità verso il prossimo. Dallo studio della narrazione si evince che Peele approfondisce le tematiche riguardanti le classi sociali, la loro struttura e la dualità dell’identità personale, non abbandonando tuttavia la questione razziale. Dall’analisi della nascita del genere horror, in particolare per quanto riguarda la presenza degli afroamericani, e dei film Get Out e Us, emerge un riadattamento dell’horror come spazio di riflessione e di commento sociale sulla questione razziale. Il cinema per Jordan Peele diventa perciò uno strumento di critica e denuncia. Ciò che contribuisce a rivoluzionare il genere horror è la ricchezza di elementi visivi e sonori che danno voce ad un passato di oppressione, trasformando l’elemento pauroso in consapevolezza sociale.
Reimagining Horror: Black Representation and the Evolution of Social Commentary in Jordan Peele's Get Out and Us
PETROLATI, GIULIA
2023/2024
Abstract
L’elaborato ha l’obiettivo di analizzare la rappresentazione degli afroamericani nell’ambito del cinema horror, evidenziando le trasformazioni che tale presenza ha subito nel tempo, e come essa rifletta le dinamiche socioculturali degli Stati Uniti. Il lavoro comprende un’analisi cronologica che inizia dalle prime apparizioni per poi focalizzarsi sull’avvento di Get Out e Us, le due pellicole che nel XXI secolo hanno rivoluzionato il genere horror grazie alla direzione di Jordan Peele. Il primo capitolo introduce la storia della rappresentazione degli afroamericani dal cinema muto fino agli anni ‘90. Viene esaminato il contesto storico e sociale di ogni periodo, mettendo in risalto il ruolo di vicende storiche come la schiavitù, la guerra fredda, il fenomeno del “white flight” e la segregazione razziale. Si analizza come questi fattori abbiano influito sulla percezione pubblica e, di conseguenza, nelle rappresentazioni cinematografiche riguardanti l’horror. Nel secondo capitolo viene esaminato il contesto storico del cinema horror dagli anni 2000 fino alla conclusione del decennio 2010. L’elezione di Barack Obama nel 2008, primo presidente afroamericano, ha generato nei cittadini l’illusione che gli Stati Uniti avessero superato le tensioni razziali. Tuttavia, le reazioni a tale presidenza e l’emergere del movimento Black Lives Matter hanno ridestato le questioni del razzismo sistemico e della brutalità della polizia. Questi eventi sociopolitici hanno prodotto un terreno fertile per cineasti afroamericani come Jordan Peele, i quali hanno colto l’opportunità di affrontare le ingiustizie sociali e aprire spazi narrativi attraverso il mezzo cinematografico. Nel terzo capitolo viene analizzato il film di Jordan Peele, Get Out (2017). Attraverso il protagonista Chris Washington, Peele procede a rappresentare la bugia di un’America post-razziale. L’analisi, sviluppata su più livelli, esamina le influenze di altri thriller, insieme all’uso della musica, dei temi e dei simboli. Il risultato è la capacità del regista di intrecciare simbolismi e critica sociale, sovvertendo la tradizione del cinema horror. Procedendo con lo stesso metodo, nel quarto capitolo viene analizzato Us (2019). Il regista sfida i clichè del genere horror, utilizzando la figura degli Incatenati per raffigurare l’emarginazione dei meno abbienti e l’ostilità verso il prossimo. Dallo studio della narrazione si evince che Peele approfondisce le tematiche riguardanti le classi sociali, la loro struttura e la dualità dell’identità personale, non abbandonando tuttavia la questione razziale. Dall’analisi della nascita del genere horror, in particolare per quanto riguarda la presenza degli afroamericani, e dei film Get Out e Us, emerge un riadattamento dell’horror come spazio di riflessione e di commento sociale sulla questione razziale. Il cinema per Jordan Peele diventa perciò uno strumento di critica e denuncia. Ciò che contribuisce a rivoluzionare il genere horror è la ricchezza di elementi visivi e sonori che danno voce ad un passato di oppressione, trasformando l’elemento pauroso in consapevolezza sociale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/8696