Gli erbari, già da tempo utilizzati per studi tassonomici e floristici, stanno trovando negli ultimi decenni sempre più impieghi in varie discipline, come l’ecologia, la fenologia o gli studi genetici. Le informazioni contenute nel cartellino o quelle derivanti dal campione stesso possono aiutare le ricerche sugli effetti del cambiamento climatico e sulla perdita di habitat e di specie, fenomeni sempre più in aumento. Lo sviluppo di queste attività di ricerca più innovative, tuttavia, dipende dalla possibilità di elaborare il gran numero di dati disponibili nel loro insieme. Per questo, per molte collezioni d’erbario si è avviato un processo di informatizzazione dei cartellini e di acquisizione di immagini digitali dei campioni, dati che possono essere caricati e condivisi tramite diverse piattaforme online. In questo modo un gran numero di informazioni può essere facilmente accessibile a tutti e in poco tempo, permettendo di compiere studi altrimenti impossibili. Materiali che possono divenire preziosamente accessibili online sono gli esemplari tipo, ovvero i campioni a cui fa riferimento la descrizione di una specie e ai quali è associato il nome di quest’ultima. La loro accessibilità tramite canali digitali ne facilita infatti la consultazione e previene la possibilità di eventuali danni o usura derivanti dal maneggiamento. I licheni, che insieme alle piante costituiscono parte delle collezioni d’erbario, soffrono della perdita di habitat e/o dell’impatto di cambiamenti climatici e inquinamento, e per questo vengono considerati indicatori ambientali. L’Erbario dell’Università di Torino dispone di una ricca collezione lichenologica, compresa una sezione storica nella quale, fra i vari campioni, è conservata buona parte delle raccolte di Martino Anzi, lichenologo lombardo del XIX secolo, e, in particolare, degli esemplari tipo delle specie da lui descritte. Il presente lavoro ha riguardato la digitalizzazione dei cartellini e delle immagini dei campioni conservati nell’Erbario relativi a queste specie, sia parte della collezione di Anzi che di quelle di altri raccoglitori. Inoltre, in riferimento alle indicazioni relative ai loci typici delle diverse specie, un’indagine condotta tramite Google Earth è stata finalizzata a valutare se e in che modo questi siano stati interessati da impatto antropico, evidenziando potenziali rischi per la conservazione della diversità lichenica. L’indagine ha considerato 460 esemplari - relativi a 67 delle 74 specie descritte da Anzi oggi considerate valide -, che per il 77% derivano dalla sua collezione personale, inclusi gli esemplari tipo. La consultazione delle informazioni disponibili per queste specie sul portale dei licheni italiani ITALIC 7.0 ha evidenziato come molte di esse siano scarsamente tolleranti l’impatto antropico (eutrofizzazione, inquinamento) e rare, ma anche ancora poco studiate. L’analisi dei siti di raccolta degli esemplari tipo, focalizzata su 25 campioni provenienti per la maggior parte dall’area alpina, e in particolare dai dintorni di Bormio (SO), ha evidenziato come alcuni di essi ricadano oggi in aree interessate dall’espansione degli abitati montani, dalla presenza di piste da sci, dalla realizzazione di bacini artificiali e da cave. In conclusione, questo lavoro rappresenta un punto di partenza per valutare lo stato di conservazione di specie licheniche descritte nel 1800, rimarcando l’importanza degli erbari storici per la ricerca attuale e la conservazione.
Digitalizzazione dei campioni tipo di Martino Anzi conservati nella sezione Cryptogamia-Lichenes dell'Erbario dell'Università di Torino
FERRARO, CLAUDIA
2021/2022
Abstract
Gli erbari, già da tempo utilizzati per studi tassonomici e floristici, stanno trovando negli ultimi decenni sempre più impieghi in varie discipline, come l’ecologia, la fenologia o gli studi genetici. Le informazioni contenute nel cartellino o quelle derivanti dal campione stesso possono aiutare le ricerche sugli effetti del cambiamento climatico e sulla perdita di habitat e di specie, fenomeni sempre più in aumento. Lo sviluppo di queste attività di ricerca più innovative, tuttavia, dipende dalla possibilità di elaborare il gran numero di dati disponibili nel loro insieme. Per questo, per molte collezioni d’erbario si è avviato un processo di informatizzazione dei cartellini e di acquisizione di immagini digitali dei campioni, dati che possono essere caricati e condivisi tramite diverse piattaforme online. In questo modo un gran numero di informazioni può essere facilmente accessibile a tutti e in poco tempo, permettendo di compiere studi altrimenti impossibili. Materiali che possono divenire preziosamente accessibili online sono gli esemplari tipo, ovvero i campioni a cui fa riferimento la descrizione di una specie e ai quali è associato il nome di quest’ultima. La loro accessibilità tramite canali digitali ne facilita infatti la consultazione e previene la possibilità di eventuali danni o usura derivanti dal maneggiamento. I licheni, che insieme alle piante costituiscono parte delle collezioni d’erbario, soffrono della perdita di habitat e/o dell’impatto di cambiamenti climatici e inquinamento, e per questo vengono considerati indicatori ambientali. L’Erbario dell’Università di Torino dispone di una ricca collezione lichenologica, compresa una sezione storica nella quale, fra i vari campioni, è conservata buona parte delle raccolte di Martino Anzi, lichenologo lombardo del XIX secolo, e, in particolare, degli esemplari tipo delle specie da lui descritte. Il presente lavoro ha riguardato la digitalizzazione dei cartellini e delle immagini dei campioni conservati nell’Erbario relativi a queste specie, sia parte della collezione di Anzi che di quelle di altri raccoglitori. Inoltre, in riferimento alle indicazioni relative ai loci typici delle diverse specie, un’indagine condotta tramite Google Earth è stata finalizzata a valutare se e in che modo questi siano stati interessati da impatto antropico, evidenziando potenziali rischi per la conservazione della diversità lichenica. L’indagine ha considerato 460 esemplari - relativi a 67 delle 74 specie descritte da Anzi oggi considerate valide -, che per il 77% derivano dalla sua collezione personale, inclusi gli esemplari tipo. La consultazione delle informazioni disponibili per queste specie sul portale dei licheni italiani ITALIC 7.0 ha evidenziato come molte di esse siano scarsamente tolleranti l’impatto antropico (eutrofizzazione, inquinamento) e rare, ma anche ancora poco studiate. L’analisi dei siti di raccolta degli esemplari tipo, focalizzata su 25 campioni provenienti per la maggior parte dall’area alpina, e in particolare dai dintorni di Bormio (SO), ha evidenziato come alcuni di essi ricadano oggi in aree interessate dall’espansione degli abitati montani, dalla presenza di piste da sci, dalla realizzazione di bacini artificiali e da cave. In conclusione, questo lavoro rappresenta un punto di partenza per valutare lo stato di conservazione di specie licheniche descritte nel 1800, rimarcando l’importanza degli erbari storici per la ricerca attuale e la conservazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/86954