In the last twenty years, everyday life has become increasingly multicultural and the encounters with foreigners and different cultures have been configured has been configured as normality; common areas such as schools, squares and parks have become spaces shared by very different people. The relationship of different subjects has not occurred exclusively phenomenologically, the contacts have been filtered by social media that have often built a distorted image of the reality, focusing on typically negative traits and events, such as the image of the eleven September 2001 with the collapse of the Twin Towers. This relationship between media and reality risks creating a dangerous paradox: the idea of who identify as Islamic considered as a dangerous enemy, capable of "evil acts" overlaps with the neighbor whose children go to school with ours. Doubt and fear penetrate the imagination and here, by analogy, our children go to school with an "other" whose family could be the bearer of terroristic instances. Faced with this contradiction between globality and localy, it is not possible to approach the matter in a simplistic way, we need tools to understand, reinterpret and positively manage the reality, a reality free from preconceptions. In this discussion I analyze and cover one of our greatest fears: "Islamic fundamentalism". We will try to understand its genesis by retracing that "red wire" that will allow to bring us back to the "neighbor next door" ; the main objective is to reconceive cultural integration with a new light, to regain, with information and a formative track, that spontaneity that has been stolen from us. Chapter I In the first chapter, I briefly describe the history of fundamentalism by analyzing the genesis and the main personalities that over the years have characterized its evolution, observing how over time the fundamentalist dynamic and thought has been enriched and differentiated while maintaining some strong points. CHAPTER II In the second chapter I move on to a specific analysis of fundamentalism located historically and analyze its universalistic claim through the implementationof a policy of violence in the Middle Eastern states, but also in Europe and North America. CHAPTER III In the third chapter I try to identify and systematize some aspects and claims that we can recognize in fundamentalist movements together with some keywords that characterize their Universalistic claim; I also discuss how the Occident has in some way allowed the flowering of fundamentalism by relating to the Medio Oriente with preconceptions that have conditioned its political and decision-making actions. CHAPTER IV In this chapter I report the questionnaires I prepared and proposed to 90 people of Algerian origin residing in Cuneo (105 is the total number of residents) to try to identify dynamics attributable to fundamentalism based on the path taken in the previous chapters. CHAPTER V In the last chapter I extrapolate and analyze theoretical principles and interpretations considering the results of the questionnaire. Specifically, I analyze whether and to what extent fundamentalism has penetrated the small but significant community of Cuneo. The chosen title: “FUNDAMENTAL-ISTHMUS” wants to be the starting and ending point of my work. Italy becomes an isthmus, a tongue of land, a culturally privileged place where the fundamental, the claim of the absolute, finds its embodiment in a multicultural everyday life.
Negli ultimi venti anni la quotidianità è diventata sempre più multiculturale e l’incontro con un “altro” che proviene da paesi e culture differenti si è configurato come normalità; ambienti comuni come scuola, piazze e parchi sono diventati spazi condivisi da persone molto diverse fra loro. Il relazionarsi di soggetti differenti non è avvenuto a livello esclusivamente fenomenologico, i contatti sono stati filtrati da media che hanno sovente costruito un’immagine; in sostanza la cornice di un nuovo quadro d’insieme è risultata sovente già configurata con tratti spesso negativi: chi non ha nel proprio bagaglio l’immagine dell’undici settembre 2001 con il crollo delle Twin Towers. Questo rapporto tra il mediatico ed il reale-quotidiano rischia di creare un mix esplosivo: colui che identifico come islamista e attivo partecipe di “atti malvagi”, si sovrappone al vicino di casa i cui figli vanno a scuola con i miei. Il dubbio e la paura penetrano il mio immaginario ed ecco che, per analogia, i miei figli frequentano un “altro” la cui famiglia potrebbe essere portatrice di istanze terroristiche. Di fronte a questo connubio di globale e locale non è possibile approcciarsi con ingenuità, occorrono strumenti per comprendere, reinterpretare e gestire positivamente il reale, un reale libero da precomprensioni. In questo discorso il mio lavoro intende analizzare e conoscere una delle nostre paure più grandi: “Il fondamentalismo islamico”. Si cercherà di comprenderne la genesi ripercorrendo quel “filo rosso” che ci consentirà di arrivare al “vicino della porta accanto”; l’obiettivo è quello di “vedere” il mio prossimo con luce nuova, riguadagnare, con informazioni ed una traccia formativa, quell’ingenuità che ci è stata rubata. Capitolo I Nel primo capitolo, affronto una breve storia del fondamentalismo analizzandone la genesi e le principali personalità che negli anni ne hanno connotato l’evolversi osservando come nel tempo la dinamica ed il pensiero fondamentalista si sia arricchito e differenziato pur mantenendo alcuni capi saldi. Capitolo II Nel secondo capitolo passo a un’analisi specifica della genesi storica dei movimenti legati alla riforma islamica e ne analizzo la pretesa universalistica. Capitolo III Nel terzo capitolo cerco di individuare e sistematizzare alcuni punti e alcune pretese che possiamo riconoscere nei movimenti riformisti insieme ad alcune parole chiave che ne caratterizzano la pretesa Universalistica; cerco inoltre di comprendere come l’Occidente abbia in qualche modo “prestato il fianco” alla fioritura del fondamentalismo. Capitolo IV In questo capitolo riporto i questionari da me preparati e proposti a 70 persone di origine algerina residenti a Cuneo (105 è il numero totale di residenti nella mia città) per cercare di identificare dinamiche riconducibili al fondamentalismo in base al percorso svolto nei capitoli precedenti. Capitolo V Nell’ultimo capitolo estrapolo e analizzo i principi teorici e l’interpretazione che, partendo dai questionari, è stato possibile far emergere per capire se, la dinamica fondamentalista, sia penetrata oppure no in questa piccola, ma significativa, comunità presente a Cuneo. Il titolo scelto: “Il Fondamental-istmo” vuole essere il punto di partenza e di arrivo del mio lavoro. L'Italia diventa un istmo, una lingua di terra, un luogo culturalmente privilegiato dove il fondamentale, la pretesa dell'assoluto, trova la sua incarnazione in una quotidianità multiculturale.
Il Fondamental-istmo
PICCO, JOSE
2021/2022
Abstract
Negli ultimi venti anni la quotidianità è diventata sempre più multiculturale e l’incontro con un “altro” che proviene da paesi e culture differenti si è configurato come normalità; ambienti comuni come scuola, piazze e parchi sono diventati spazi condivisi da persone molto diverse fra loro. Il relazionarsi di soggetti differenti non è avvenuto a livello esclusivamente fenomenologico, i contatti sono stati filtrati da media che hanno sovente costruito un’immagine; in sostanza la cornice di un nuovo quadro d’insieme è risultata sovente già configurata con tratti spesso negativi: chi non ha nel proprio bagaglio l’immagine dell’undici settembre 2001 con il crollo delle Twin Towers. Questo rapporto tra il mediatico ed il reale-quotidiano rischia di creare un mix esplosivo: colui che identifico come islamista e attivo partecipe di “atti malvagi”, si sovrappone al vicino di casa i cui figli vanno a scuola con i miei. Il dubbio e la paura penetrano il mio immaginario ed ecco che, per analogia, i miei figli frequentano un “altro” la cui famiglia potrebbe essere portatrice di istanze terroristiche. Di fronte a questo connubio di globale e locale non è possibile approcciarsi con ingenuità, occorrono strumenti per comprendere, reinterpretare e gestire positivamente il reale, un reale libero da precomprensioni. In questo discorso il mio lavoro intende analizzare e conoscere una delle nostre paure più grandi: “Il fondamentalismo islamico”. Si cercherà di comprenderne la genesi ripercorrendo quel “filo rosso” che ci consentirà di arrivare al “vicino della porta accanto”; l’obiettivo è quello di “vedere” il mio prossimo con luce nuova, riguadagnare, con informazioni ed una traccia formativa, quell’ingenuità che ci è stata rubata. Capitolo I Nel primo capitolo, affronto una breve storia del fondamentalismo analizzandone la genesi e le principali personalità che negli anni ne hanno connotato l’evolversi osservando come nel tempo la dinamica ed il pensiero fondamentalista si sia arricchito e differenziato pur mantenendo alcuni capi saldi. Capitolo II Nel secondo capitolo passo a un’analisi specifica della genesi storica dei movimenti legati alla riforma islamica e ne analizzo la pretesa universalistica. Capitolo III Nel terzo capitolo cerco di individuare e sistematizzare alcuni punti e alcune pretese che possiamo riconoscere nei movimenti riformisti insieme ad alcune parole chiave che ne caratterizzano la pretesa Universalistica; cerco inoltre di comprendere come l’Occidente abbia in qualche modo “prestato il fianco” alla fioritura del fondamentalismo. Capitolo IV In questo capitolo riporto i questionari da me preparati e proposti a 70 persone di origine algerina residenti a Cuneo (105 è il numero totale di residenti nella mia città) per cercare di identificare dinamiche riconducibili al fondamentalismo in base al percorso svolto nei capitoli precedenti. Capitolo V Nell’ultimo capitolo estrapolo e analizzo i principi teorici e l’interpretazione che, partendo dai questionari, è stato possibile far emergere per capire se, la dinamica fondamentalista, sia penetrata oppure no in questa piccola, ma significativa, comunità presente a Cuneo. Il titolo scelto: “Il Fondamental-istmo” vuole essere il punto di partenza e di arrivo del mio lavoro. L'Italia diventa un istmo, una lingua di terra, un luogo culturalmente privilegiato dove il fondamentale, la pretesa dell'assoluto, trova la sua incarnazione in una quotidianità multiculturale.File | Dimensione | Formato | |
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