Il seguente studio propone un viaggio esplorativo all'interno del cervello dei soggetti con Disturbo dello Spettro Autistico e, a tale scopo, è stato descritto lo scenario odierno sulle ipotesi biologiche associate all'autismo che potrebbero spiegare le differenze presenti nella neuroanatomia tra soggetti affetti e soggetti neurotipici. Attraverso una rassegna delle principali strutture cerebrali coinvolte, è stato possibile anche rintracciare i principali processi implicati nell'elaborazione di informazioni di natura sociale, emozionale e comportamentale. Particolare attenzione è stata posta all'indagine della sostanza bianca, l'elemento costituente i tratti di connessione delle diverse regioni cerebrali, che è risultata compromessa in diversi studi effettuati grazie a misurazioni derivate da metodi di indagine di neuroimaging come la DWI, la DTI e la Trattografia. Attraverso questi ultimi, i ricercatori hanno potuto rintracciare i cambiamenti strutturali o microstrutturali di tutti i principali tratti di sostanza bianca in individui di tutte le età. Una possibile spiegazione può essere fornita dal framework teorico della Sindrome da disconnessione analizzata in questo studio, ossia un'ipotesi di lavoro che si è soffermata principalmente sullo studio della sostanza bianca che, quando danneggiata, determina alterazioni provocate dalla disconnessione di più aree cerebrali. Queste considerazioni da parte di diversi studiosi, hanno portato a ipotizzare l'autismo come un disturbo che presenta deficit e differenze significative nella traiettoria di sviluppo della sostanza bianca. Poichè si tratta di un disturbo complesso di tipo multifattoriale, un'ulteriore focus è stato posto sul concetto di "cervello sociale", ossia un insieme di aree cerebrali che consentono all'essere umano di intrattenere rapporti sociali attraverso la capacità di creare e usare il linguaggio. Anomalie riscoperte nelle strutture e nelle sottostanti connessioni della rete cerebrale sociale, sono state ritenute, da diversi studiosi, la causa del deficitario comportamento sociale tipico dei soggetti affetti da questo disturbo. Nonostante le cause genetiche e biologiche siano molto vaste, numerosi studi riportati concordano su determinate strutture o reti che possono essere maggiormente coinvolte nell'autismo. Ad oggi questo disturbo rappresenta ancora un'entità dal complesso inquadramento diagnostico e dall'evoluzione non sempre prevedibile, ma nonostante non sia stata ancora avanzata una spiegazione biologica dettagliata, diversi indizi promettenti sono emersi dalla ricerca muovendosi verso progressi significativi che hanno portato a nuove proposte eziologiche. Pertanto, l'obiettivo finale di questo studio è stato quello di fare chiarezza sulle possibili anomalie biologiche che possono determinare i deficit caratteristici del Disturbo dello Spettro Autistico.
Il Disturbo dello Spettro Autistico e le anomalie nella sostanza bianca
JENCO, MICHELA
2021/2022
Abstract
Il seguente studio propone un viaggio esplorativo all'interno del cervello dei soggetti con Disturbo dello Spettro Autistico e, a tale scopo, è stato descritto lo scenario odierno sulle ipotesi biologiche associate all'autismo che potrebbero spiegare le differenze presenti nella neuroanatomia tra soggetti affetti e soggetti neurotipici. Attraverso una rassegna delle principali strutture cerebrali coinvolte, è stato possibile anche rintracciare i principali processi implicati nell'elaborazione di informazioni di natura sociale, emozionale e comportamentale. Particolare attenzione è stata posta all'indagine della sostanza bianca, l'elemento costituente i tratti di connessione delle diverse regioni cerebrali, che è risultata compromessa in diversi studi effettuati grazie a misurazioni derivate da metodi di indagine di neuroimaging come la DWI, la DTI e la Trattografia. Attraverso questi ultimi, i ricercatori hanno potuto rintracciare i cambiamenti strutturali o microstrutturali di tutti i principali tratti di sostanza bianca in individui di tutte le età. Una possibile spiegazione può essere fornita dal framework teorico della Sindrome da disconnessione analizzata in questo studio, ossia un'ipotesi di lavoro che si è soffermata principalmente sullo studio della sostanza bianca che, quando danneggiata, determina alterazioni provocate dalla disconnessione di più aree cerebrali. Queste considerazioni da parte di diversi studiosi, hanno portato a ipotizzare l'autismo come un disturbo che presenta deficit e differenze significative nella traiettoria di sviluppo della sostanza bianca. Poichè si tratta di un disturbo complesso di tipo multifattoriale, un'ulteriore focus è stato posto sul concetto di "cervello sociale", ossia un insieme di aree cerebrali che consentono all'essere umano di intrattenere rapporti sociali attraverso la capacità di creare e usare il linguaggio. Anomalie riscoperte nelle strutture e nelle sottostanti connessioni della rete cerebrale sociale, sono state ritenute, da diversi studiosi, la causa del deficitario comportamento sociale tipico dei soggetti affetti da questo disturbo. Nonostante le cause genetiche e biologiche siano molto vaste, numerosi studi riportati concordano su determinate strutture o reti che possono essere maggiormente coinvolte nell'autismo. Ad oggi questo disturbo rappresenta ancora un'entità dal complesso inquadramento diagnostico e dall'evoluzione non sempre prevedibile, ma nonostante non sia stata ancora avanzata una spiegazione biologica dettagliata, diversi indizi promettenti sono emersi dalla ricerca muovendosi verso progressi significativi che hanno portato a nuove proposte eziologiche. Pertanto, l'obiettivo finale di questo studio è stato quello di fare chiarezza sulle possibili anomalie biologiche che possono determinare i deficit caratteristici del Disturbo dello Spettro Autistico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/86782