L’obiettivo del presente elaborato è analizzare le diverse strategie comunicative del terrorismo evidenziando come queste si sviluppino in stretta connessione ai media e alla comunicazione di massa. Il primo capitolo mette in evidenza come la logica della spettacolarizzazione e vetrinizzazione della realtà coinvolga anche l’ambito dell’informazione, profondamente influenzato da dinamiche commerciali che portano ad insistere su quello che Boltanski definisce uno “spettacolo del dolore”. In tale contesto, mettiamo in rilievo l’assunto di Marshall McLuhan secondo il quale “senza comunicazione non esisterebbe terrorismo” che ha dato il via ad un acceso dibattito circa l’opportunità di dare visibilità sui media a tale fenomeno. Nel secondo capitolo analizziamo nel dettaglio le strategie comunicative del terrorismo proponendo come caso studio due gruppi che, per quanto riguarda l’ampiezza del messaggio e la modalità di comunicazione, possono essere considerati agli estremi tra loro: le Brigate Rosse e l’ISIS. Infine, nel terzo capitolo viene effettuata un’analisi comparativa tra i due casi studio presi in esame in termini di comunicazione sia interna che esterna, evidenziando l’importanza della componente simbolica nell'uso terroristico della violenza. È inoltre considerato il modo in cui la strategia di comunicazione del terrorismo si adatta ai mezzi di comunicazione più efficaci in un determinato momento storico.
L’uso strategico dei mass media nella comunicazione terroristica
CARTA, ELEONORA
2021/2022
Abstract
L’obiettivo del presente elaborato è analizzare le diverse strategie comunicative del terrorismo evidenziando come queste si sviluppino in stretta connessione ai media e alla comunicazione di massa. Il primo capitolo mette in evidenza come la logica della spettacolarizzazione e vetrinizzazione della realtà coinvolga anche l’ambito dell’informazione, profondamente influenzato da dinamiche commerciali che portano ad insistere su quello che Boltanski definisce uno “spettacolo del dolore”. In tale contesto, mettiamo in rilievo l’assunto di Marshall McLuhan secondo il quale “senza comunicazione non esisterebbe terrorismo” che ha dato il via ad un acceso dibattito circa l’opportunità di dare visibilità sui media a tale fenomeno. Nel secondo capitolo analizziamo nel dettaglio le strategie comunicative del terrorismo proponendo come caso studio due gruppi che, per quanto riguarda l’ampiezza del messaggio e la modalità di comunicazione, possono essere considerati agli estremi tra loro: le Brigate Rosse e l’ISIS. Infine, nel terzo capitolo viene effettuata un’analisi comparativa tra i due casi studio presi in esame in termini di comunicazione sia interna che esterna, evidenziando l’importanza della componente simbolica nell'uso terroristico della violenza. È inoltre considerato il modo in cui la strategia di comunicazione del terrorismo si adatta ai mezzi di comunicazione più efficaci in un determinato momento storico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/86704