All’interno della tesi viene analizzato il percorso di crescita del bambino con disabilità visiva, con focus sul bambino cieco totale ed i suoi primi anni di esistenza, al fine di evidenziare quelle che possono essere le ripercussioni sulle varie aree di sviluppo e sui contesti di vita, in particolare quello familiare. La relazione madre-bambino non vedente è al centro dello studio in quanto la disabilità visiva del figlio può avere delle ricadute sul rapporto stesso; per tale motivo l’obbiettivo perseguito è quello di mettere in luce quella che è l’importanza, per la crescita di ogni bambino, della relazione diadica con la madre, evidenziando quanto l’incontro e l’interazione tra i due soggetti siano aspetti ancora più influenti nel caso di un bambino con disabilità visiva, sottolineando la rilevanza dell’intervento precoce come supporto e sostegno per uno sviluppo equilibrato. All’interno dello studio svolto inizialmente vi è la presentazione dell’apparato visivo e dell’organo in questione, con la sua composizione e le complicazioni che si possono presentare. Tale disabilità influenzerà a sua volta lo sviluppo motorio, linguistico, sociale e l’ambiente di vita principale, oltre a quello familiare, all’interno del quale il bambino vivrà i suoi primi anni di vita: la scuola. Successivamente all’interno del secondo capitolo, essendo l’intento quello di esaminare la relazione madre-bambino non vedente, è risultata fondamentale l’esposizione della teoria dell’attaccamento, che costituisce la base per poter poi analizzare il percorso che porta dalla nascita di un bambino non vedente alle sue prime modalità di approccio con i genitori, in particolare con la madre. Le tematiche riguardo l’elaborazione della disabilità del figlio di quest’ultima e il sistema con cui essa reagisce a tale trauma vengono approfondite all’interno del terzo capitolo, in cui viene presentato anche un metodo di osservazione, la RDI (Reaction to Diagnosis Interview), grazie al quale si possono comprendere la modalità di relazione genitore-bambino e, di conseguenza, la creazione di un determinato stile di attaccamento. Per concludere, come sottolineato precedentemente, essendo la famiglia il nucleo primario nello sviluppo dell’infante e necessitando, specialmente in questi casi, di una rete di sostegno efficace, si è voluta presentare una struttura ritenuta esemplare nel perseguimento di tale obiettivo, il centro Hollman.
La nascita di un bambino con disabilità visiva: ricadute sulla relazione madre e figlio, sulla famiglia e sui contesti di vita. Intervento precoce per uno sviluppo armonico del bambino e del suo rapporto con il mondo e con gli altri
GIARDINA BUSCEMI, SARA
2021/2022
Abstract
All’interno della tesi viene analizzato il percorso di crescita del bambino con disabilità visiva, con focus sul bambino cieco totale ed i suoi primi anni di esistenza, al fine di evidenziare quelle che possono essere le ripercussioni sulle varie aree di sviluppo e sui contesti di vita, in particolare quello familiare. La relazione madre-bambino non vedente è al centro dello studio in quanto la disabilità visiva del figlio può avere delle ricadute sul rapporto stesso; per tale motivo l’obbiettivo perseguito è quello di mettere in luce quella che è l’importanza, per la crescita di ogni bambino, della relazione diadica con la madre, evidenziando quanto l’incontro e l’interazione tra i due soggetti siano aspetti ancora più influenti nel caso di un bambino con disabilità visiva, sottolineando la rilevanza dell’intervento precoce come supporto e sostegno per uno sviluppo equilibrato. All’interno dello studio svolto inizialmente vi è la presentazione dell’apparato visivo e dell’organo in questione, con la sua composizione e le complicazioni che si possono presentare. Tale disabilità influenzerà a sua volta lo sviluppo motorio, linguistico, sociale e l’ambiente di vita principale, oltre a quello familiare, all’interno del quale il bambino vivrà i suoi primi anni di vita: la scuola. Successivamente all’interno del secondo capitolo, essendo l’intento quello di esaminare la relazione madre-bambino non vedente, è risultata fondamentale l’esposizione della teoria dell’attaccamento, che costituisce la base per poter poi analizzare il percorso che porta dalla nascita di un bambino non vedente alle sue prime modalità di approccio con i genitori, in particolare con la madre. Le tematiche riguardo l’elaborazione della disabilità del figlio di quest’ultima e il sistema con cui essa reagisce a tale trauma vengono approfondite all’interno del terzo capitolo, in cui viene presentato anche un metodo di osservazione, la RDI (Reaction to Diagnosis Interview), grazie al quale si possono comprendere la modalità di relazione genitore-bambino e, di conseguenza, la creazione di un determinato stile di attaccamento. Per concludere, come sottolineato precedentemente, essendo la famiglia il nucleo primario nello sviluppo dell’infante e necessitando, specialmente in questi casi, di una rete di sostegno efficace, si è voluta presentare una struttura ritenuta esemplare nel perseguimento di tale obiettivo, il centro Hollman.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/86697