Following the purpose of investigating what cultural traits currently characterize the figure of the unemployed in Naples, this thesis takes as its field of research and subject of study, the Organized Unemployed Movement “7 Novembre” and the mobilizations that took place between August and December 2023 in defense of "Reddito di Cittadinanza". The Movement is thus configured both as a preferential channel of access to the field of the city of Naples and as a main interlocutor, by virtue of its internal composition that reflects at a micro level the class reality of the Neapolitan precarious proletariat. The methodology used was participant observation during collective events, such as street or popular initiatives, organized by the Movement between the months of April and July 2024, and semi-structured interviews along the lines of life histories carried out both with relevant interlocutors with whom there was a more continuous relationship in the field and with individuals from outside the movement who had gone through the mobilizations in defense of income or who had participated in previous cycles of struggle of the Organized Unemployed. Outside of these two research focuses, participant observation sessions were held at the city's Job Centers both to take a more comprehensive look at the field and the object of study and to get concrete feedback on the functioning of existing work support and activation measures for the groups covered by the research, such as Inclusion Allowance and Support for Training and Employment. “In Naples, talking about work also means talking about non-work” (Pugliese, 2019). Therefore, work and the endemic condition of unemployment that generally afflicts Southern Italy and in this specific case study, the city of Naples, constitute a key that can elicit broader issues related to the colonial construction of the Mezzogiorno (Conelli, 2022), the forms of governance of poverty and the moral economy (Fassin, 2014) that governs the application of economic support measures and activation to work. In this sociocultural framework, the operating mechanisms typical of the colonial mentality act in projecting an otherness onto the Mezzogiorno (Faeta, 2005) and, in particular, onto the city of Naples: the stereotype of the idle, parasitic, uncivilized Neapolitan lazarus, representative of a “cursed race” (Teti, 2011) eternally resigned to its condition of misery, acts as an ideal counterbalance for the construction of an imaginary of citizenship hinged on principles of productivity, discipline and progress. Assuming these assumptions, this thesis aims to analyze what meanings are attributed to work and its absence within the current “7 Novembre” Organized Unemployed Movement and in the context of the mobilizations in defense of the Citizenship Income held between August and December 2023, investigating how the internalization or non-internalization of an anti-meridionalist stigma coupled with a neoliberal work ethic (Dardot, Laval, 2013) shapes these meanings as well as the aspirations, needs, and desires of those who joined.

Seguendo il proposito di indagare quali siano i tratti culturali che caratterizzino attualmente la figura del disoccupato a Napoli, la presente tesi assume come campo di ricerca e soggetto di studio, il Movimento dei Disoccupati Organizzati “7 Novembre” e le mobilitazioni che si sono svolte tra l’agosto e il dicembre del 2023 a difesa del Reddito di Cittadinanza. Il Movimento si configura, quindi, sia come un canale di accesso preferenziale al campo della città di Napoli che come principale interlocutore, in virtù della sua composizione interna che rispecchia ad un livello micro la realtà di classe del proletariato precario napoletano. La metodologia utilizzata è stata quella dell’osservazione partecipante durante gli appuntamenti collettivi, quali iniziative di piazza o divulgative, organizzati dal Movimento tra i mesi di aprile e luglio 2024, e interviste semi-strutturate sul modello delle storie di vita effettuate sia ad interlocutori rilevanti con cui si è intrattenuto un rapporto più continuativo sul campo che a singoli esterni al movimento che hanno attraversato le mobilitazioni a difesa del reddito o che avevano partecipato ai precedenti cicli di lotta dei Disoccupati Organizzati. Al di fuori di questi due focus di ricerca, si sono svolti momenti di osservazione partecipante presso i Centri per l’Impiego della città sia per assumere uno sguardo più globale sul campo e sull’oggetto di studio che per avere un riscontro concreto del funzionamento delle misure di sostegno e attivazione al lavoro esistenti per le fasce interessate dalla ricerca, quali Assegno di Inclusione e Supporto per la Formazione e il Lavoro. «A Napoli parlare di lavoro significa parlare anche di non lavoro» (Pugliese, 2019). Pertanto, il lavoro e la condizione endemica di disoccupazione che affligge generalmente il Sud Italia e in questo specifico caso studio, la città di Napoli, costituiscono una chiave di lettura in grado di elicitare questioni più ampie relative alla costruzione coloniale del Mezzogiorno (Conelli, 2022), alle forme di governo della povertà e all’economia morale (Fassin, 2014) che regola l’applicazione di misure di sostegno economico e attivazione al lavoro. In questa cornice socioculturale, i meccanismi di funzionamento tipici della mentalità coloniale agiscono nel proiettare un’alterità sul Mezzogiorno (Faeta, 2005) e, in particolare, sulla città di Napoli: lo stereotipo del lazzaro napoletano ozioso, parassitario, incivile, rappresentante di una «razza maledetta» (Teti, 2011) rassegnata eternamente alla propria condizione di miseria, funge da contraltare ideale per la costruzione di un immaginario della cittadinanza imperniato su principi di produttività, disciplina, razionalità e progresso. Assumendo questi presupposti, la presente tesi si pone l’obiettivo di analizzare quali siano i significati attribuiti al lavoro e alla sua assenza all’interno dell’attuale Movimento dei Disoccupati Organizzati “7 Novembre” e nell’ambito delle mobilitazioni a difesa del Reddito di Cittadinanza tenutesi tra l’agosto e il dicembre del 2023, indagando come l’interiorizzazione o meno di uno stigma antimeridionalista unito a un’etica del lavoro neoliberale (Dardot, Laval, 2013) modelli questi significati così come le aspirazioni, i bisogni e i desideri di coloro che vi hanno aderito.

Napoli oltre il vicolo: (non) lavoro tra rappresentazioni, politiche e capacità di aspirare nelle lotte

BUTTINELLI, EMANUELA
2023/2024

Abstract

Seguendo il proposito di indagare quali siano i tratti culturali che caratterizzino attualmente la figura del disoccupato a Napoli, la presente tesi assume come campo di ricerca e soggetto di studio, il Movimento dei Disoccupati Organizzati “7 Novembre” e le mobilitazioni che si sono svolte tra l’agosto e il dicembre del 2023 a difesa del Reddito di Cittadinanza. Il Movimento si configura, quindi, sia come un canale di accesso preferenziale al campo della città di Napoli che come principale interlocutore, in virtù della sua composizione interna che rispecchia ad un livello micro la realtà di classe del proletariato precario napoletano. La metodologia utilizzata è stata quella dell’osservazione partecipante durante gli appuntamenti collettivi, quali iniziative di piazza o divulgative, organizzati dal Movimento tra i mesi di aprile e luglio 2024, e interviste semi-strutturate sul modello delle storie di vita effettuate sia ad interlocutori rilevanti con cui si è intrattenuto un rapporto più continuativo sul campo che a singoli esterni al movimento che hanno attraversato le mobilitazioni a difesa del reddito o che avevano partecipato ai precedenti cicli di lotta dei Disoccupati Organizzati. Al di fuori di questi due focus di ricerca, si sono svolti momenti di osservazione partecipante presso i Centri per l’Impiego della città sia per assumere uno sguardo più globale sul campo e sull’oggetto di studio che per avere un riscontro concreto del funzionamento delle misure di sostegno e attivazione al lavoro esistenti per le fasce interessate dalla ricerca, quali Assegno di Inclusione e Supporto per la Formazione e il Lavoro. «A Napoli parlare di lavoro significa parlare anche di non lavoro» (Pugliese, 2019). Pertanto, il lavoro e la condizione endemica di disoccupazione che affligge generalmente il Sud Italia e in questo specifico caso studio, la città di Napoli, costituiscono una chiave di lettura in grado di elicitare questioni più ampie relative alla costruzione coloniale del Mezzogiorno (Conelli, 2022), alle forme di governo della povertà e all’economia morale (Fassin, 2014) che regola l’applicazione di misure di sostegno economico e attivazione al lavoro. In questa cornice socioculturale, i meccanismi di funzionamento tipici della mentalità coloniale agiscono nel proiettare un’alterità sul Mezzogiorno (Faeta, 2005) e, in particolare, sulla città di Napoli: lo stereotipo del lazzaro napoletano ozioso, parassitario, incivile, rappresentante di una «razza maledetta» (Teti, 2011) rassegnata eternamente alla propria condizione di miseria, funge da contraltare ideale per la costruzione di un immaginario della cittadinanza imperniato su principi di produttività, disciplina, razionalità e progresso. Assumendo questi presupposti, la presente tesi si pone l’obiettivo di analizzare quali siano i significati attribuiti al lavoro e alla sua assenza all’interno dell’attuale Movimento dei Disoccupati Organizzati “7 Novembre” e nell’ambito delle mobilitazioni a difesa del Reddito di Cittadinanza tenutesi tra l’agosto e il dicembre del 2023, indagando come l’interiorizzazione o meno di uno stigma antimeridionalista unito a un’etica del lavoro neoliberale (Dardot, Laval, 2013) modelli questi significati così come le aspirazioni, i bisogni e i desideri di coloro che vi hanno aderito.
Naples beyond the alley: (non)labor between representations, politics, and capacity to aspire into struggles
Following the purpose of investigating what cultural traits currently characterize the figure of the unemployed in Naples, this thesis takes as its field of research and subject of study, the Organized Unemployed Movement “7 Novembre” and the mobilizations that took place between August and December 2023 in defense of "Reddito di Cittadinanza". The Movement is thus configured both as a preferential channel of access to the field of the city of Naples and as a main interlocutor, by virtue of its internal composition that reflects at a micro level the class reality of the Neapolitan precarious proletariat. The methodology used was participant observation during collective events, such as street or popular initiatives, organized by the Movement between the months of April and July 2024, and semi-structured interviews along the lines of life histories carried out both with relevant interlocutors with whom there was a more continuous relationship in the field and with individuals from outside the movement who had gone through the mobilizations in defense of income or who had participated in previous cycles of struggle of the Organized Unemployed. Outside of these two research focuses, participant observation sessions were held at the city's Job Centers both to take a more comprehensive look at the field and the object of study and to get concrete feedback on the functioning of existing work support and activation measures for the groups covered by the research, such as Inclusion Allowance and Support for Training and Employment. “In Naples, talking about work also means talking about non-work” (Pugliese, 2019). Therefore, work and the endemic condition of unemployment that generally afflicts Southern Italy and in this specific case study, the city of Naples, constitute a key that can elicit broader issues related to the colonial construction of the Mezzogiorno (Conelli, 2022), the forms of governance of poverty and the moral economy (Fassin, 2014) that governs the application of economic support measures and activation to work. In this sociocultural framework, the operating mechanisms typical of the colonial mentality act in projecting an otherness onto the Mezzogiorno (Faeta, 2005) and, in particular, onto the city of Naples: the stereotype of the idle, parasitic, uncivilized Neapolitan lazarus, representative of a “cursed race” (Teti, 2011) eternally resigned to its condition of misery, acts as an ideal counterbalance for the construction of an imaginary of citizenship hinged on principles of productivity, discipline and progress. Assuming these assumptions, this thesis aims to analyze what meanings are attributed to work and its absence within the current “7 Novembre” Organized Unemployed Movement and in the context of the mobilizations in defense of the Citizenship Income held between August and December 2023, investigating how the internalization or non-internalization of an anti-meridionalist stigma coupled with a neoliberal work ethic (Dardot, Laval, 2013) shapes these meanings as well as the aspirations, needs, and desires of those who joined.
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