La seguente tesi ha come oggetto lo studio delle funzioni del linguaggio di Roman Jakobson, ispirato dal modello di Karl Buhler, in seguito applicato a un caso di studio specifico quale l’editoriale di Michele Brambilla intitolato “Cari colleghi, attenti ai titoli sulle donne”. Il progetto di scrittura si divide in tre capitoli: il primo tratta in termini specifici i modelli di Buhler e Jakobson; nel secondo viene effettuato un accurato focus sull’interpretazione dei testi, ben spiegata da Umberto Eco in “Lector in fabula”, saggio famoso pubblicato nel 1979. Dopo aver inquadrato la figura dell’autore e l’importanza del ruolo svolto dal lettore, si passa al terzo e ultimo capitolo, in cui viene analizzato, con gli strumenti forniti nei capitoli precedenti, un editoriale pubblicato sul “Quotidiano Nazionale” nel formato online, lo scorso 31 marzo. L’autore Brambilla si pone in posizione critica nei confronti dei suoi colleghi giornalisti e, dunque, anche di egli stesso, che, nel riportare la triste notizia dell’uccisione di una ragazza in Valcamonica, usano parole inesatte per i titoli delle loro testate. Titolando “Uccisa pornodiva” o “Uccisa e fatta a pezzi attrice hard” si assume il rischio di quasi “giustificare” il vile atto dell’assassino. Usare le parole correttamente non è banale. Il tema principale della tesi è quello di attribuire un giusto valore alle parole che usiamo nella quotidianità, sui social media, perché esse condizionano il modo di pensare.

Le parole condizionano il modo di pensare. Interpretazione di un editoriale con le funzioni del linguaggio di Jakobson.

DE PALO, DAVIDE
2021/2022

Abstract

La seguente tesi ha come oggetto lo studio delle funzioni del linguaggio di Roman Jakobson, ispirato dal modello di Karl Buhler, in seguito applicato a un caso di studio specifico quale l’editoriale di Michele Brambilla intitolato “Cari colleghi, attenti ai titoli sulle donne”. Il progetto di scrittura si divide in tre capitoli: il primo tratta in termini specifici i modelli di Buhler e Jakobson; nel secondo viene effettuato un accurato focus sull’interpretazione dei testi, ben spiegata da Umberto Eco in “Lector in fabula”, saggio famoso pubblicato nel 1979. Dopo aver inquadrato la figura dell’autore e l’importanza del ruolo svolto dal lettore, si passa al terzo e ultimo capitolo, in cui viene analizzato, con gli strumenti forniti nei capitoli precedenti, un editoriale pubblicato sul “Quotidiano Nazionale” nel formato online, lo scorso 31 marzo. L’autore Brambilla si pone in posizione critica nei confronti dei suoi colleghi giornalisti e, dunque, anche di egli stesso, che, nel riportare la triste notizia dell’uccisione di una ragazza in Valcamonica, usano parole inesatte per i titoli delle loro testate. Titolando “Uccisa pornodiva” o “Uccisa e fatta a pezzi attrice hard” si assume il rischio di quasi “giustificare” il vile atto dell’assassino. Usare le parole correttamente non è banale. Il tema principale della tesi è quello di attribuire un giusto valore alle parole che usiamo nella quotidianità, sui social media, perché esse condizionano il modo di pensare.
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