For a long time now, well-established institutions and non-profits worldwide have been adopting art methodologies for their preverbal potential as a catalytic tool for cross-cultural dialogue. But how deep does this process reach into the being of individuals? Starting with a reflection on what storytelling, arts and identity are, the thesis analyzes the action of storytelling as an exploratory/knowing path. Looking at identity itself as a search for self and as a starting point, to understand how this, in formal and non-formal art contexts, can help identify and understand the other. The research then focuses on concepts such as superstructures, cultural backgrounds, and narratives, through more formal analyses, with the aim to frame an expressive artistic phenomenon that opens the door to greater awareness, self-criticism, and responsibility. In the second chapter, the focus shifts to how these tools act: how storytelling, thanks in part to critical thinking, becomes a tool for outward and self-observation, i.e., a metacognitive tool. From there to the responsibilities that art and being an artist bring, introducing the concepts of Artivism, Global Activism, Generativity and reflecting on the role of the artist in contemporary society. Finally, two international art-related projects are brought in as case studies, which have to relate the artistic means of empowerment on one side, while considering economic sustainability and management. Processes such as community building or hybrid peacebuilding, which see their importance growing in the dynamics of international cooperation in today's increasingly interconnected world, as well as the focus these have on young people and marginalized communities, need a reflection on how these approaches that rely on education and inclusion can be sustainable to convey so-called "social change". These are fundamental points for understanding the usefulness and goodness of certain practices. The case studies are the "IZAZOV!" project, with a focus on Hybrid Peacebuilding in post-conflict situations (Bosnia and Herzegovina) and "The Giufà Project" which uses social-community theatre to reflect on the dynamics and issues caused by mass migration (Italy, Albania, France, etc.), showing how art and artistic storytelling can be powerful tools available to contemporary society.
Da anni i progetti promossi da istituzioni e fondazioni benefiche in tutto il mondo adottano metodologie artistiche per le loro potenzialità preverbali e di strumento catalizzatore di dialoghi tra culture. Ma quanto arriva in profondità questo processo nell'essere degli individui? Partendo da una riflessione su ciò che sono storytelling, arte e identità, si procede ad analizzare l'azione del raccontare come percorso esplorativo/conoscitivo. Osservando l'identità stessa come ricerca di sé e come punto di partenza, si arriverà a come questo, in contesti artistici formali e non-formali, possa aiutare ad identificare e comprendere l’altro. Passando poi per concetti come sovrastrutture, background culturale e narrative, attraverso analisi più formali si punta a inquadrare un fenomeno artistico espressivo che apre le porte a maggiore consapevolezza, autocritica e responsabilità. Nel secondo capitolo si sposta il focus su come agiscano questi strumenti: come il racconto, grazie anche al pensiero critico, divenga strumento di osservazione verso l’esterno e verso se stessi, ovvero uno strumento metaconoscitivo. Da lì alle responsabilità che l'arte e l'essere artista portano con sé, introducendo i concetti di Artivismo, Global Activism, Generatività e riflettendo sul ruolo dell’artista nella società contemporanea. Infine, si portano come casi di studio due progetti artistici internazionali, che si trovano a dover mettere in relazione i mezzi artistici di empowerment e la sostenibilità progettuale ed economica di queste iniziative. Processi quali il community building o l'hybrid peacebuilding, che vedono la loro importanza in crescita nelle dinamiche di cooperazione internazionale del mondo sempre più interconnesso di oggi, così come il focus che questi hanno sui giovani e sulle nuove generazioni e sulle frange marginalizzate di popolazione e come questi approcci che si basano sull'educazione e sull'inclusione possano essere sostenibili per veicolare il cosiddetto "social change", sono ottimi punti di partenza per comprendere l'utilità e la bontà di certe pratiche. Il progetto IZAZOV! con un focus sull'Hybrid Peacebuilding in situazioni di post conflitto (Bosnia ed Herzegovina) e il The Giufà Project che usa il teatro di comunità per riflettere sulle dinamiche e le problematiche causate dalle migrazioni di massa (Italia, Albania, Francia, etc.), mostrano come l'arte e lo storytelling artistico possano essere strumenti potenti a disposizione della società contemporanea.
Storytelling artistico e progetti internazionali. L'espressione dell'identità per la comprensione di sé e la creazione di un dialogo interculturale sostenibile
PIPPARELLI, FRANCESCO
2021/2022
Abstract
Da anni i progetti promossi da istituzioni e fondazioni benefiche in tutto il mondo adottano metodologie artistiche per le loro potenzialità preverbali e di strumento catalizzatore di dialoghi tra culture. Ma quanto arriva in profondità questo processo nell'essere degli individui? Partendo da una riflessione su ciò che sono storytelling, arte e identità, si procede ad analizzare l'azione del raccontare come percorso esplorativo/conoscitivo. Osservando l'identità stessa come ricerca di sé e come punto di partenza, si arriverà a come questo, in contesti artistici formali e non-formali, possa aiutare ad identificare e comprendere l’altro. Passando poi per concetti come sovrastrutture, background culturale e narrative, attraverso analisi più formali si punta a inquadrare un fenomeno artistico espressivo che apre le porte a maggiore consapevolezza, autocritica e responsabilità. Nel secondo capitolo si sposta il focus su come agiscano questi strumenti: come il racconto, grazie anche al pensiero critico, divenga strumento di osservazione verso l’esterno e verso se stessi, ovvero uno strumento metaconoscitivo. Da lì alle responsabilità che l'arte e l'essere artista portano con sé, introducendo i concetti di Artivismo, Global Activism, Generatività e riflettendo sul ruolo dell’artista nella società contemporanea. Infine, si portano come casi di studio due progetti artistici internazionali, che si trovano a dover mettere in relazione i mezzi artistici di empowerment e la sostenibilità progettuale ed economica di queste iniziative. Processi quali il community building o l'hybrid peacebuilding, che vedono la loro importanza in crescita nelle dinamiche di cooperazione internazionale del mondo sempre più interconnesso di oggi, così come il focus che questi hanno sui giovani e sulle nuove generazioni e sulle frange marginalizzate di popolazione e come questi approcci che si basano sull'educazione e sull'inclusione possano essere sostenibili per veicolare il cosiddetto "social change", sono ottimi punti di partenza per comprendere l'utilità e la bontà di certe pratiche. Il progetto IZAZOV! con un focus sull'Hybrid Peacebuilding in situazioni di post conflitto (Bosnia ed Herzegovina) e il The Giufà Project che usa il teatro di comunità per riflettere sulle dinamiche e le problematiche causate dalle migrazioni di massa (Italia, Albania, Francia, etc.), mostrano come l'arte e lo storytelling artistico possano essere strumenti potenti a disposizione della società contemporanea.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/86337