Partendo dalla norma UNI EN 1865, che ne prescrive le caratteristiche costruttive, e ripercorrendone l’evoluzione storica e dei materiali, questo studio affronta il tema della tavola spinale, un presidio medico utilizzato per l’immobilizzazione di persone con sospette lesioni alla colonna vertebrale, causate soprattutto da eventi traumatici. Dimostrata l’importanza del suo uso in ambiente acquatico, la trattazione si estende al ruolo dei soccorritori e alla loro formazione fisica e psicologica per concentrarsi sul tema della necessità di adottare delle linee guida (meno stringenti di un protocollo) che non indichino esclusivamente le azioni consequenziali da compiere nella fase di soccorso, ma costruiscano un percorso formativo ad hoc, in modo da non lasciare al caso l’uso del presidio da parte degli operatori. Accertata l’attuale mancanza di linee guida, si evidenzia l’opportunità di progettare un modulo formativo alla cui realizzazione potrebbe contribuire anche il laureato in Scienze Motorie. L’erogazione di una formazione efficace per il soccorritore potrebbe avvalersi del supporto di una guida multimediale unitamente all’utilizzo di forme di didattica immersiva e interattiva, quali le simulazioni in ambito sanitario, atte a favorire un apprendimento innovativo, rispondente ad una comunicazione caratterizzata dalla copresenza e dall’interazione di più linguaggi.
Il soccorso con tavola spinale in ambiente acquatico
VERRO, ERICA
2022/2023
Abstract
Partendo dalla norma UNI EN 1865, che ne prescrive le caratteristiche costruttive, e ripercorrendone l’evoluzione storica e dei materiali, questo studio affronta il tema della tavola spinale, un presidio medico utilizzato per l’immobilizzazione di persone con sospette lesioni alla colonna vertebrale, causate soprattutto da eventi traumatici. Dimostrata l’importanza del suo uso in ambiente acquatico, la trattazione si estende al ruolo dei soccorritori e alla loro formazione fisica e psicologica per concentrarsi sul tema della necessità di adottare delle linee guida (meno stringenti di un protocollo) che non indichino esclusivamente le azioni consequenziali da compiere nella fase di soccorso, ma costruiscano un percorso formativo ad hoc, in modo da non lasciare al caso l’uso del presidio da parte degli operatori. Accertata l’attuale mancanza di linee guida, si evidenzia l’opportunità di progettare un modulo formativo alla cui realizzazione potrebbe contribuire anche il laureato in Scienze Motorie. L’erogazione di una formazione efficace per il soccorritore potrebbe avvalersi del supporto di una guida multimediale unitamente all’utilizzo di forme di didattica immersiva e interattiva, quali le simulazioni in ambito sanitario, atte a favorire un apprendimento innovativo, rispondente ad una comunicazione caratterizzata dalla copresenza e dall’interazione di più linguaggi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/86327