Negli ultimi decenni l’attenzione ai comportamenti aggressivi in età evolutiva è aumentata in maniera significativa, soprattutto in ambito scolastico dove queste dinamiche sembrano essersi precocizzate, presentando un’incidenza molto alta nella fascia preadolescenziale. Le molteplici ricerche condotte hanno permesso di individuare le caratteristiche principali di questo fenomeno, con le sue diverse tipologie e forme. Si è inoltre evidenziato che le dinamiche di bullismo non sono limitate alle due figure principali, il bullo e la vittima, bensì l’ampia platea di spettatori che formano il “coro” riveste un ruolo fondamentale in quanto può rinforzare il bullo o intervenire in difesa della vittima. Alla base di questo fenomeno complesso e multidisciplinare, sono stati identificati diversi fattori di rischio e di protezione che possono promuovere o inibire il bullismo, tra i quali emergono due enti educativi particolarmente importanti nel processo di crescita e di formazione della personalità del bambino: la famiglia e la scuola. Se da un lato le cure parentali inefficienti possono diventare un pericolo per la comparsa di condotte violente e sregolate, dall’altro la mancanza di empatia e interventi tempestivi da parte degli insegnanti può peggiorare ulteriormente la situazione. Al contrario, se questi enti agiscono in supporto del bambino e collaborano tra di essi, possono diventare un forte strumento di difesa del bullismo. Analizzando, invece, quelli che sono i fattori individuali e interni di un soggetto, emerge per rilevanza la motivazione, che spinge gli alunni ad adottare determinati comportamenti durante la quotidianità scolastica. In particolare, nella presente tesi sperimentale, viene analizzato l’effetto della motivazione sul ruolo del difensore attraverso una ricerca longitudinale condotta tra i mesi di ottobre 2021 e giugno 2022 in cinque scuole della provincia di Torino. È stato proposto un questionario a 266 alunni omogenei per genere e di età compresa tra gli otto e gli undici anni con lo scopo di indagare una possibile correlazione tra le due variabili prese in oggetto: la motivazione e il difensore. Contrariamente alla letteratura analizzata, si è scoperto che la motivazione autonoma, dettata da una morale interna, non ha avuto un effetto rilevante sul ruolo del difensore, mentre la motivazione introiettata, solo parzialmente interiorizzata e dettata dal timore del senso di colpa, ha avuto maggiore significatività. Questo denota come i comportamenti degli alunni in questa fascia d’età siano ancora molto condizionati da fattori esterni, come ricompense, commenti o punizioni. La ricerca condotta dimostra dunque l’importanza degli interventi educativi messi in atto dalla scuola e dalla famiglia: serve sensibilità dalle figure adulte di riferimento, una forte motivazione e competenza professionale e una visione proattiva del benessere emozionale a scuola, piuttosto che un atteggiamento semplicemente reattivo nei confronti dei problemi che si possono riscontrare.
Bullismo nella scuola primaria: una ricerca sperimentale sulla motivazione a difendere la vittima
DUTTO, VERONICA
2021/2022
Abstract
Negli ultimi decenni l’attenzione ai comportamenti aggressivi in età evolutiva è aumentata in maniera significativa, soprattutto in ambito scolastico dove queste dinamiche sembrano essersi precocizzate, presentando un’incidenza molto alta nella fascia preadolescenziale. Le molteplici ricerche condotte hanno permesso di individuare le caratteristiche principali di questo fenomeno, con le sue diverse tipologie e forme. Si è inoltre evidenziato che le dinamiche di bullismo non sono limitate alle due figure principali, il bullo e la vittima, bensì l’ampia platea di spettatori che formano il “coro” riveste un ruolo fondamentale in quanto può rinforzare il bullo o intervenire in difesa della vittima. Alla base di questo fenomeno complesso e multidisciplinare, sono stati identificati diversi fattori di rischio e di protezione che possono promuovere o inibire il bullismo, tra i quali emergono due enti educativi particolarmente importanti nel processo di crescita e di formazione della personalità del bambino: la famiglia e la scuola. Se da un lato le cure parentali inefficienti possono diventare un pericolo per la comparsa di condotte violente e sregolate, dall’altro la mancanza di empatia e interventi tempestivi da parte degli insegnanti può peggiorare ulteriormente la situazione. Al contrario, se questi enti agiscono in supporto del bambino e collaborano tra di essi, possono diventare un forte strumento di difesa del bullismo. Analizzando, invece, quelli che sono i fattori individuali e interni di un soggetto, emerge per rilevanza la motivazione, che spinge gli alunni ad adottare determinati comportamenti durante la quotidianità scolastica. In particolare, nella presente tesi sperimentale, viene analizzato l’effetto della motivazione sul ruolo del difensore attraverso una ricerca longitudinale condotta tra i mesi di ottobre 2021 e giugno 2022 in cinque scuole della provincia di Torino. È stato proposto un questionario a 266 alunni omogenei per genere e di età compresa tra gli otto e gli undici anni con lo scopo di indagare una possibile correlazione tra le due variabili prese in oggetto: la motivazione e il difensore. Contrariamente alla letteratura analizzata, si è scoperto che la motivazione autonoma, dettata da una morale interna, non ha avuto un effetto rilevante sul ruolo del difensore, mentre la motivazione introiettata, solo parzialmente interiorizzata e dettata dal timore del senso di colpa, ha avuto maggiore significatività. Questo denota come i comportamenti degli alunni in questa fascia d’età siano ancora molto condizionati da fattori esterni, come ricompense, commenti o punizioni. La ricerca condotta dimostra dunque l’importanza degli interventi educativi messi in atto dalla scuola e dalla famiglia: serve sensibilità dalle figure adulte di riferimento, una forte motivazione e competenza professionale e una visione proattiva del benessere emozionale a scuola, piuttosto che un atteggiamento semplicemente reattivo nei confronti dei problemi che si possono riscontrare.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/86295