Il presente studio esamina una delle dottrine centrali della riflessione del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche: l’eterno ritorno dell’uguale. Dopo aver formulato una generale panoramica sull’argomento, in cui vengono delineati i principali significati di questo pensiero, si procede con una descrizione di tipo storico, che individua alcune importanti premesse teoriche nella filosofia greca presocratica e stoica. In tal modo, emergono subito le tematiche fondamentali che caratterizzano la mia intera trattazione: il confronto tra la visione lineare e ciclica del tempo, il nichilismo e l’assenza di valori, l’amor fati, l’ontologia del divenire e la correlata critica dell’essere, della sostanza e della nozione di “soggetto”. Nella seconda sezione del mio studio analizzo due aspetti specifici dell’eterno ritorno, ossia la cosmologia fisica e l’ontologia immateriale elaborate da Nietzsche e i loro rispettivi fondamenti scientifici ed epistemologici, che egli ha ricavato dalla lettura di alcuni autori del Settecento e dell’Ottocento (in particolare A. Lange, R. J. Boscovich e L. A. Blanqui). Emerge così un’immagine sfaccettata e più autentica del filosofo di Röcken e del suo «pensiero abissale», tradizionalmente relegato al ruolo esclusivo di pensiero etico selettivo. L’attenzione ai presupposti fisici e cosmologici dell’eterno ritorno mi ha inoltre permesso di elaborare una descrizione in chiave fisiologica della dottrina della volontà di potenza – così come essa è delineata nei frammenti postumi. In seguito, espongo il forte messaggio etico ed esistenziale contenuto nella trattazione nietzscheana dell’eterno ritorno dell’uguale: l’esortazione a vivere autenticamente la propria vita, come se ogni attimo di essa dovesse fare ritorno a noi infinite altre volte. Viene messo qui in luce come l’eterno ritorno colleghi alcuni fondamentali ambiti di riflessione di Nietzsche: l’accettazione tragica dell’esistenza, l’Übermensch, la critica della morale, la trasvalutazione di tutti i valori e infine la volontà di potenza come pathos interpretativo e creativo. Le considerazioni finali vertono intorno alla teoria estetica formulata da Nietzsche nelle sue ultime opere: l’arte come rimedio per sopportare la vita. Le ipotesi da me formulate in questa sede si fondano sugli esiti di un’attenta disamina bibliografica: una metodica pratica ermeneutica applicata alle principali opere del filosofo tedesco è costantemente accompagnata dallo studio di alcune delle interpretazioni novecentesche ormai diventate canoniche, tra cui spiccano quelle di G. Deleuze, A. Danto e G. Vattimo.
Temporalità, cosmologia ed etica nella filosofia di Nietzsche: l’eterno ritorno dell’uguale
BISI, NICOLA
2021/2022
Abstract
Il presente studio esamina una delle dottrine centrali della riflessione del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche: l’eterno ritorno dell’uguale. Dopo aver formulato una generale panoramica sull’argomento, in cui vengono delineati i principali significati di questo pensiero, si procede con una descrizione di tipo storico, che individua alcune importanti premesse teoriche nella filosofia greca presocratica e stoica. In tal modo, emergono subito le tematiche fondamentali che caratterizzano la mia intera trattazione: il confronto tra la visione lineare e ciclica del tempo, il nichilismo e l’assenza di valori, l’amor fati, l’ontologia del divenire e la correlata critica dell’essere, della sostanza e della nozione di “soggetto”. Nella seconda sezione del mio studio analizzo due aspetti specifici dell’eterno ritorno, ossia la cosmologia fisica e l’ontologia immateriale elaborate da Nietzsche e i loro rispettivi fondamenti scientifici ed epistemologici, che egli ha ricavato dalla lettura di alcuni autori del Settecento e dell’Ottocento (in particolare A. Lange, R. J. Boscovich e L. A. Blanqui). Emerge così un’immagine sfaccettata e più autentica del filosofo di Röcken e del suo «pensiero abissale», tradizionalmente relegato al ruolo esclusivo di pensiero etico selettivo. L’attenzione ai presupposti fisici e cosmologici dell’eterno ritorno mi ha inoltre permesso di elaborare una descrizione in chiave fisiologica della dottrina della volontà di potenza – così come essa è delineata nei frammenti postumi. In seguito, espongo il forte messaggio etico ed esistenziale contenuto nella trattazione nietzscheana dell’eterno ritorno dell’uguale: l’esortazione a vivere autenticamente la propria vita, come se ogni attimo di essa dovesse fare ritorno a noi infinite altre volte. Viene messo qui in luce come l’eterno ritorno colleghi alcuni fondamentali ambiti di riflessione di Nietzsche: l’accettazione tragica dell’esistenza, l’Übermensch, la critica della morale, la trasvalutazione di tutti i valori e infine la volontà di potenza come pathos interpretativo e creativo. Le considerazioni finali vertono intorno alla teoria estetica formulata da Nietzsche nelle sue ultime opere: l’arte come rimedio per sopportare la vita. Le ipotesi da me formulate in questa sede si fondano sugli esiti di un’attenta disamina bibliografica: una metodica pratica ermeneutica applicata alle principali opere del filosofo tedesco è costantemente accompagnata dallo studio di alcune delle interpretazioni novecentesche ormai diventate canoniche, tra cui spiccano quelle di G. Deleuze, A. Danto e G. Vattimo. File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/86167