Autism is a disorder that can present in different ways, from person to person. Symptoms include difficulty processing information from the outside world, learning difficulties, inability to relate to others, and emotional isolation. Children with autism often have altered sensory perception and speech difficulties. This paper aims to be a contribution to attempt to provide answers to specific educational questions, focusing particularly on inclusive educational strategies and practices, which can be implemented. In the first chapter, therefore, autism is framed on a theoretical level, specifying its fundamental characteristics and the most important theoretical approaches: starting with the descriptive ontological approach, which is based on its nosographic categorization and related diagnostic criteria, and moving on to the pedagogical approach, which is attentive to the emotional-relational sphere, with a particular focus on the theory of mind and the emotional dysregulation that characterizes such a child. The second chapter takes a pedagogical look at this issue. Because autism is a complex disorder, there is no single pedagogical approach to meet the needs of all children with autism. In the educational setting, teaching strategies must be adapted according to the child's individual needs, available resources (such as teacher support), and the educational setting itself. The most effective and research-tested interventions for working with individuals with autism are those that are highly structured. Structured pedagogical and instructional approaches meet the needs of individuals and address common sources of anxiety by providing predictability and routine to support children with autism. Finally, the third chapter investigates the regulations and inclusive practices to be implemented in school settings. Children with autism spectrum disorders have specific difficulties in the area of social interaction and communication. The difficulty in reading the minds of others prevents the child from understanding what influences the behavior of others, what beliefs, desires or emotions, different from their own, lie behind visible behaviors. In order to develop these skills, it is necessary to proceed gradually starting from the relationship between two, within a calm and pleasant situation. It would, in addition, be advisable to try to find out if the child has passions in common with others and help him or her make connections, even extracurricular ones, that start from them; try to find out if there are groups inside or outside the school that share the same interest; organize structured situations in which children, in turn, can show what they can do or what they know best, thus enhancing each one's skills and passions; allow children to become tutors for others, teaching what they can do well or in which they are experts, even during educational activities; teach the child useful and appropriate strategies for calming himself or herself (breathing/relaxation exercises). In conclusion, caring for a child with autism spectrum disorders presupposes going far beyond the clinical data: indeed, the overall functioning of any person is determined by a complex interaction of bio-psycho-social factors and dimensions. Each child is unique and requires concrete and effective arrangements that meet his or her unique needs and are helpful in improving his or her specific global functioning.

L’autismo è un disturbo che si può presentare in diversi modi, da persona a persona. Tra i sintomi c’è la difficoltà ad elaborare le informazioni provenienti dal mondo esterno, difficoltà di apprendimento, incapacità di rapportarsi con gli altri e isolamento affettivo. I bambini con autismo hanno spesso una percezione sensoriale modificata e difficoltà di linguaggio. Il presente lavoro ha come obiettivo quello di essere un contributo per tentare di dare risposte a specifici quesiti educativi, focalizzandosi particolarmente sulle strategie educative e pratiche inclusive, che possono essere messe in atto. Nel primo capitolo, pertanto, l’autismo viene inquadrato a livello teorico, specificandone le caratteristiche fondamentali e i più importanti approcci teorici: partendo dall'approccio ontologico descrittivo, che si fonda sulla sua categorizzazione nosografica e relativi criteri diagnostici, per passare a quello pedagogico, attento alla sfera emotivo-relazionale, con un particolare focus sulla teoria della mente e sulla disregolazione emotiva che caratterizza tale bambino. Il secondo capitolo pone uno sguardo pedagogico a tale problematica. Poiché l'autismo è un disturbo complesso, non esiste un unico approccio pedagogico per soddisfare le esigenze di tutti i bambini con autismo. In ambito educativo, le strategie di insegnamento devono essere adattate in base alle esigenze individuali del bambino, alle risorse disponibili (come l'assistenza dell'insegnante) e allo stesso contesto educativo. Gli interventi più efficaci e testati dalla ricerca per lavorare con gli individui con autismo sono quelli che sono altamente strutturati. Gli approcci pedagogici e didattici strutturati soddisfano le esigenze dei singoli individui e affrontano le comuni fonti di ansia fornendo prevedibilità e routine per supportare i bambini con autismo. Infine, nel terzo capitolo vengono indagate la normativa e le pratiche inclusive da attuare in ambito scolastico. I bambini con disturbi dello spettro autistico presentano delle difficoltà specifiche nell'area dell'interazione sociale e della comunicazione. La difficoltà di leggere la mente degli altri impedisce al bambino di comprendere ciò che influenza il comportamento altrui, quali credenze, desideri o emozioni, diverse dalle proprie, stanno dietro i comportamenti visibili. Per sviluppare queste capacità occorre procedere in maniera graduale partendo dal rapporto a due, all'interno di una situazione tranquilla e piacevole. Sarebbe, inoltre, consigliabile cercare di scoprire se il bambino ha delle passioni in comune con altri e aiutarlo a creare dei legami anche extrascolastici che partano da esse; cercare di scoprire se esistono gruppi interni o esterni alla scuola che condividono uno stesso interesse; organizzare delle situazioni strutturate in cui i bambini, a turno, possono mostrare ciò che sanno fare o che conoscono meglio, valorizzando così le competenze e le passioni di ciascuno; permettere ai bambini di diventare dei tutor per gli altri, insegnando ciò che riescono a fare bene o in cui sono esperti, anche durante le attività didattiche; insegnare al bambino strategie utili e adeguate per tranquillizzarsi (esercizi di respirazione/rilassamento). In conclusione, prendersi cura di un bambino con disturbi dello spettro autistico presuppone andare molto oltre il dato clinico: il funzionamento globale di qualunque persona è infatti determinato da una complessa interazione di fattori e dimensioni bio-psico-sociali. Ogni bambino è unico e necessita di accorgimenti concreti ed efficaci che rispondano ai suoi peculiari bisogni e siano utili al miglioramento del suo specifico funzionamento globale.

L’autismo nell’infanzia: dalle strategie educative alle pratiche inclusive

AUGERI, SIMONA
2021/2022

Abstract

L’autismo è un disturbo che si può presentare in diversi modi, da persona a persona. Tra i sintomi c’è la difficoltà ad elaborare le informazioni provenienti dal mondo esterno, difficoltà di apprendimento, incapacità di rapportarsi con gli altri e isolamento affettivo. I bambini con autismo hanno spesso una percezione sensoriale modificata e difficoltà di linguaggio. Il presente lavoro ha come obiettivo quello di essere un contributo per tentare di dare risposte a specifici quesiti educativi, focalizzandosi particolarmente sulle strategie educative e pratiche inclusive, che possono essere messe in atto. Nel primo capitolo, pertanto, l’autismo viene inquadrato a livello teorico, specificandone le caratteristiche fondamentali e i più importanti approcci teorici: partendo dall'approccio ontologico descrittivo, che si fonda sulla sua categorizzazione nosografica e relativi criteri diagnostici, per passare a quello pedagogico, attento alla sfera emotivo-relazionale, con un particolare focus sulla teoria della mente e sulla disregolazione emotiva che caratterizza tale bambino. Il secondo capitolo pone uno sguardo pedagogico a tale problematica. Poiché l'autismo è un disturbo complesso, non esiste un unico approccio pedagogico per soddisfare le esigenze di tutti i bambini con autismo. In ambito educativo, le strategie di insegnamento devono essere adattate in base alle esigenze individuali del bambino, alle risorse disponibili (come l'assistenza dell'insegnante) e allo stesso contesto educativo. Gli interventi più efficaci e testati dalla ricerca per lavorare con gli individui con autismo sono quelli che sono altamente strutturati. Gli approcci pedagogici e didattici strutturati soddisfano le esigenze dei singoli individui e affrontano le comuni fonti di ansia fornendo prevedibilità e routine per supportare i bambini con autismo. Infine, nel terzo capitolo vengono indagate la normativa e le pratiche inclusive da attuare in ambito scolastico. I bambini con disturbi dello spettro autistico presentano delle difficoltà specifiche nell'area dell'interazione sociale e della comunicazione. La difficoltà di leggere la mente degli altri impedisce al bambino di comprendere ciò che influenza il comportamento altrui, quali credenze, desideri o emozioni, diverse dalle proprie, stanno dietro i comportamenti visibili. Per sviluppare queste capacità occorre procedere in maniera graduale partendo dal rapporto a due, all'interno di una situazione tranquilla e piacevole. Sarebbe, inoltre, consigliabile cercare di scoprire se il bambino ha delle passioni in comune con altri e aiutarlo a creare dei legami anche extrascolastici che partano da esse; cercare di scoprire se esistono gruppi interni o esterni alla scuola che condividono uno stesso interesse; organizzare delle situazioni strutturate in cui i bambini, a turno, possono mostrare ciò che sanno fare o che conoscono meglio, valorizzando così le competenze e le passioni di ciascuno; permettere ai bambini di diventare dei tutor per gli altri, insegnando ciò che riescono a fare bene o in cui sono esperti, anche durante le attività didattiche; insegnare al bambino strategie utili e adeguate per tranquillizzarsi (esercizi di respirazione/rilassamento). In conclusione, prendersi cura di un bambino con disturbi dello spettro autistico presuppone andare molto oltre il dato clinico: il funzionamento globale di qualunque persona è infatti determinato da una complessa interazione di fattori e dimensioni bio-psico-sociali. Ogni bambino è unico e necessita di accorgimenti concreti ed efficaci che rispondano ai suoi peculiari bisogni e siano utili al miglioramento del suo specifico funzionamento globale.
ITA
Autism is a disorder that can present in different ways, from person to person. Symptoms include difficulty processing information from the outside world, learning difficulties, inability to relate to others, and emotional isolation. Children with autism often have altered sensory perception and speech difficulties. This paper aims to be a contribution to attempt to provide answers to specific educational questions, focusing particularly on inclusive educational strategies and practices, which can be implemented. In the first chapter, therefore, autism is framed on a theoretical level, specifying its fundamental characteristics and the most important theoretical approaches: starting with the descriptive ontological approach, which is based on its nosographic categorization and related diagnostic criteria, and moving on to the pedagogical approach, which is attentive to the emotional-relational sphere, with a particular focus on the theory of mind and the emotional dysregulation that characterizes such a child. The second chapter takes a pedagogical look at this issue. Because autism is a complex disorder, there is no single pedagogical approach to meet the needs of all children with autism. In the educational setting, teaching strategies must be adapted according to the child's individual needs, available resources (such as teacher support), and the educational setting itself. The most effective and research-tested interventions for working with individuals with autism are those that are highly structured. Structured pedagogical and instructional approaches meet the needs of individuals and address common sources of anxiety by providing predictability and routine to support children with autism. Finally, the third chapter investigates the regulations and inclusive practices to be implemented in school settings. Children with autism spectrum disorders have specific difficulties in the area of social interaction and communication. The difficulty in reading the minds of others prevents the child from understanding what influences the behavior of others, what beliefs, desires or emotions, different from their own, lie behind visible behaviors. In order to develop these skills, it is necessary to proceed gradually starting from the relationship between two, within a calm and pleasant situation. It would, in addition, be advisable to try to find out if the child has passions in common with others and help him or her make connections, even extracurricular ones, that start from them; try to find out if there are groups inside or outside the school that share the same interest; organize structured situations in which children, in turn, can show what they can do or what they know best, thus enhancing each one's skills and passions; allow children to become tutors for others, teaching what they can do well or in which they are experts, even during educational activities; teach the child useful and appropriate strategies for calming himself or herself (breathing/relaxation exercises). In conclusion, caring for a child with autism spectrum disorders presupposes going far beyond the clinical data: indeed, the overall functioning of any person is determined by a complex interaction of bio-psycho-social factors and dimensions. Each child is unique and requires concrete and effective arrangements that meet his or her unique needs and are helpful in improving his or her specific global functioning.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/86159