La presente tesi vuole illustrare la lingua occitana e il relativo movimento per la salvaguardia della lingua e della sua identità nazionale e culturale, nonché il suo percorso storico e le attività di tutte le associazioni politiche, linguistico-culturali che si sono succedute nel tempo. La lingua occitana è un’antica lingua che purtroppo non ha avuto una posizione importante ma le è stata attribuita solo una presenza puramente simbolica e un’esistenza marginale. Nel 1951, con la legge Deixonne, si riconosce l’esistenza della lingua occitana nelle scuole elementari e superiori ma ciò non ha avuto riscontri efficaci a livello linguistico e politico, in quanto il potere centrale francese ha sempre prevaricato affinché la lingua francese diventasse la lingua universale per tutta la Francia. Tutto ciò si traduce in una frustrazione e malessere identitario che rende un popolo consapevole di non avere avuto la possibilità di apprendere o studiare una lingua e di percepire il tutto come un'umiliazione. Alla luce di quanto detto sopra, si è voluto inoltre, presentare un’altra espressione dell’occitanismo come isola linguistica in contesto allofono: quello di Guardia Piemontese, piccola cittadina in provincia di Cosenza. Dal 1315 dopo l’emigrazione dei valdesi dalle regioni alpine, questo popolo continuò a parlare il dialetto guardiolo, tipico delle valli di Pinerolo. Dopo vari studi intercorsi nel tempo, si è rilevato che solo una piccola parte della popolazione guardiola, quelli nati prima degli anni ’50, ha mantenuto la vitalità della varietà alloglotta, mentre il numero degli italofoni aumenta in modo esponenziale tra i giovani, causando una lenta e inesorabile sparizione di tale lingua.
LA LINGUA OCCITANA E IL SUO MOVIMENTO STORICO
CESAREO, MARIA
2021/2022
Abstract
La presente tesi vuole illustrare la lingua occitana e il relativo movimento per la salvaguardia della lingua e della sua identità nazionale e culturale, nonché il suo percorso storico e le attività di tutte le associazioni politiche, linguistico-culturali che si sono succedute nel tempo. La lingua occitana è un’antica lingua che purtroppo non ha avuto una posizione importante ma le è stata attribuita solo una presenza puramente simbolica e un’esistenza marginale. Nel 1951, con la legge Deixonne, si riconosce l’esistenza della lingua occitana nelle scuole elementari e superiori ma ciò non ha avuto riscontri efficaci a livello linguistico e politico, in quanto il potere centrale francese ha sempre prevaricato affinché la lingua francese diventasse la lingua universale per tutta la Francia. Tutto ciò si traduce in una frustrazione e malessere identitario che rende un popolo consapevole di non avere avuto la possibilità di apprendere o studiare una lingua e di percepire il tutto come un'umiliazione. Alla luce di quanto detto sopra, si è voluto inoltre, presentare un’altra espressione dell’occitanismo come isola linguistica in contesto allofono: quello di Guardia Piemontese, piccola cittadina in provincia di Cosenza. Dal 1315 dopo l’emigrazione dei valdesi dalle regioni alpine, questo popolo continuò a parlare il dialetto guardiolo, tipico delle valli di Pinerolo. Dopo vari studi intercorsi nel tempo, si è rilevato che solo una piccola parte della popolazione guardiola, quelli nati prima degli anni ’50, ha mantenuto la vitalità della varietà alloglotta, mentre il numero degli italofoni aumenta in modo esponenziale tra i giovani, causando una lenta e inesorabile sparizione di tale lingua.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/86060