L’introduzione degli antibiotici nella pratica clinica è considerata come la più grande svolta in ambito sanitario del ventesimo secolo. Queste sostanze permisero di trattare infezioni che prima della loro scoperta erano spesso incurabili e resero possibili moderne procedure mediche come i trapianti d’organo e i trattamenti per il cancro. Il largo utilizzo degli antibiotici ha però contribuito alla diffusione di batteri resistenti a più terapie, ovvero al fenomeno dell’antibiotico resistenza. Si tratta di un problema che minaccia gravemente la sanità pubblica dal momento che attualmente circa il 70% dei batteri patogeni è resistente alla maggior parte degli antibiotici presenti sul mercato. Si stima che nel mondo circa 700.000 morti all’anno siano correlate all’antibiotico resistenza e che possano diventare 10 milioni all’anno entro il 2050. Oltre all’aumento della mortalità, questo evento comporta un incremento dei soggiorni ospedalieri e dei costi sanitari. L’antibiotico resistenza è un problema complesso poiché sono molti i fattori che favoriscono la diffusione di batteri resistenti. Tra questi vi è l’uso irrazionale degli antibiotici, il quale aumenta la pressione selettiva sui batteri favorendo l’insorgenza e la moltiplicazione di ceppi resistenti. Lo studio svolto ha avuto l’intento di indagare il comportamento della popolazione agrigentina riguardo al consumo di antibiotici, le conoscenze relative al corretto utilizzo e la consapevolezza sul tema dell’antibiotico resistenza. La raccolta dei dati è avvenuta presso 20 farmacie distribuite nella provincia di Agrigento, attraverso la somministrazione di un questionario anonimo già utilizzato in un’indagine analoga nella provincia di Torino. In totale sono stati intervistati 994 utenti in modalità “faccia a faccia”. Dai dati è emerso che circa il 51% degli intervistati ha utilizzato antibiotici nei 12 mesi antecedenti all’intervista, un valore più elevato rispetto alla rilevazione effettuata nel torinese che conferma la maggiore assunzione di antibiotici nel Sud della penisola, già evidenziata da diversi rapporti dell’AIFA. Poco meno di 1/3 degli intervistati ha dichiarato di aver assunto antibiotici senza la prescrizione del medico o che sarebbe disposto a farlo. Si potrebbe però trattare di un dato sottostimato a causa dell’effetto della desiderabilità sociale. Quasi l’80% degli utenti intervistati, infatti, ha dichiarato di tenere antibiotici in casa e questo può favorire l’assunzione del medicinale senza il parere medico. La maggior parte degli intervistati (72,03%) non conosce il significato di antibiotico resistenza e pochissimi (7,48%) hanno risposto correttamente alla domanda relativa alle corrette indicazioni d’uso degli antibiotici. Le carenze più rilevanti sono emerse tra gli intervistati con più di 65 anni, tra gli uomini e tra i residenti nelle zone rurali. In un contesto di diffusione massiva di batteri resistenti, risulta evidente la necessità di mettere in atto forti misure di contrasto. Tra i diversi obiettivi da raggiungere vi è quello di migliorare la consapevolezza e la comprensione della resistenza antimicrobica all’interno della popolazione. Un contribuito importante deve essere fornito anche dai farmacisti, i quali attraverso l’attività di counselling possono promuovere un uso consapevole e moderato degli antibiotici e possono porre il riflettore sui rischi derivanti da un utilizzo scorretto, anche utilizzando materiale informativo.

Antibiotico resistenza: indagine fra gli utenti delle farmacie della provincia di Agrigento

TEDESCO, VINCENZO
2021/2022

Abstract

L’introduzione degli antibiotici nella pratica clinica è considerata come la più grande svolta in ambito sanitario del ventesimo secolo. Queste sostanze permisero di trattare infezioni che prima della loro scoperta erano spesso incurabili e resero possibili moderne procedure mediche come i trapianti d’organo e i trattamenti per il cancro. Il largo utilizzo degli antibiotici ha però contribuito alla diffusione di batteri resistenti a più terapie, ovvero al fenomeno dell’antibiotico resistenza. Si tratta di un problema che minaccia gravemente la sanità pubblica dal momento che attualmente circa il 70% dei batteri patogeni è resistente alla maggior parte degli antibiotici presenti sul mercato. Si stima che nel mondo circa 700.000 morti all’anno siano correlate all’antibiotico resistenza e che possano diventare 10 milioni all’anno entro il 2050. Oltre all’aumento della mortalità, questo evento comporta un incremento dei soggiorni ospedalieri e dei costi sanitari. L’antibiotico resistenza è un problema complesso poiché sono molti i fattori che favoriscono la diffusione di batteri resistenti. Tra questi vi è l’uso irrazionale degli antibiotici, il quale aumenta la pressione selettiva sui batteri favorendo l’insorgenza e la moltiplicazione di ceppi resistenti. Lo studio svolto ha avuto l’intento di indagare il comportamento della popolazione agrigentina riguardo al consumo di antibiotici, le conoscenze relative al corretto utilizzo e la consapevolezza sul tema dell’antibiotico resistenza. La raccolta dei dati è avvenuta presso 20 farmacie distribuite nella provincia di Agrigento, attraverso la somministrazione di un questionario anonimo già utilizzato in un’indagine analoga nella provincia di Torino. In totale sono stati intervistati 994 utenti in modalità “faccia a faccia”. Dai dati è emerso che circa il 51% degli intervistati ha utilizzato antibiotici nei 12 mesi antecedenti all’intervista, un valore più elevato rispetto alla rilevazione effettuata nel torinese che conferma la maggiore assunzione di antibiotici nel Sud della penisola, già evidenziata da diversi rapporti dell’AIFA. Poco meno di 1/3 degli intervistati ha dichiarato di aver assunto antibiotici senza la prescrizione del medico o che sarebbe disposto a farlo. Si potrebbe però trattare di un dato sottostimato a causa dell’effetto della desiderabilità sociale. Quasi l’80% degli utenti intervistati, infatti, ha dichiarato di tenere antibiotici in casa e questo può favorire l’assunzione del medicinale senza il parere medico. La maggior parte degli intervistati (72,03%) non conosce il significato di antibiotico resistenza e pochissimi (7,48%) hanno risposto correttamente alla domanda relativa alle corrette indicazioni d’uso degli antibiotici. Le carenze più rilevanti sono emerse tra gli intervistati con più di 65 anni, tra gli uomini e tra i residenti nelle zone rurali. In un contesto di diffusione massiva di batteri resistenti, risulta evidente la necessità di mettere in atto forti misure di contrasto. Tra i diversi obiettivi da raggiungere vi è quello di migliorare la consapevolezza e la comprensione della resistenza antimicrobica all’interno della popolazione. Un contribuito importante deve essere fornito anche dai farmacisti, i quali attraverso l’attività di counselling possono promuovere un uso consapevole e moderato degli antibiotici e possono porre il riflettore sui rischi derivanti da un utilizzo scorretto, anche utilizzando materiale informativo.
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