La narrazione assume il ruolo di organizzatore centrale e dinamico dell’esperienza significativa vissuta. Sulla base dei contenuti dell’ultimo libro di Joseph D. Lichtenberg Lachmann, F.M. & Fosshage, J.L., Narrative and Meaning: the foundation of Mind, Creativity, and Psychoanalytic Dialogue (2017), si considera che lo sviluppo nel contesto relazionale sia fondato sulle narrazioni che ogni individuo sente implicitamente, oltre che su quelle che conosce esplicitamente. Si evidenzia la centralità dell’esperienza affettiva nella formazione delle narrazioni che orientano il doer doing, consapevolmente e inconsapevolmente. Lo sfondo teorico basato sui sistemi motivazionali permette di inquadrare il/i bisogno/i dominante/i nel soggetto e l’esperienza affettiva che lo/i accompagna, nell’ottica di cogliere ciò che non risulta pienamente rappresentabile in parole: il significato. Il dialogo affettivo, flusso co-costruito, che emerge attraverso la relazione favorisce il processo metaforico, una funzione che induce collegamenti simbolici e il riconoscimento di somiglianze e differenze nell’esperienza vissuta nel presente e nel passato. Tale processo costruttivo determina coinvolgimento riflessivo e mette in atto risorse per manifestare, nel presente e nel futuro, un potenziale inespresso. Il setting terapeutico è il luogo preposto a tale co-costruzione di significato; il clinico si pone come finalità l’acquisizione di senso a cui il paziente aspira, coniugando sensibilità e coraggio e favorendo l’integrazione tra il dominio implicito ed il dominio esplicito. L’azione del soggetto è concepita come manifestazione motivazionale indirizzata a, e guidata da, un affetto; perciò, riconoscere il valore affettivo che impatta sul vissuto si rivela essenziale per attuare una vitalizzazione a più livelli nel soggetto. Il caso di Nancy, affrontato da J.D. Lichtenberg e riportato nel lavoro di tesi, offre un’esemplificazione di quanto argomentato.

NARRARE L'EMOZIONE L'esperienza affettiva come guida e bersaglio dei sistemi motivazionali

SPECIALE, MARIA PAOLA
2021/2022

Abstract

La narrazione assume il ruolo di organizzatore centrale e dinamico dell’esperienza significativa vissuta. Sulla base dei contenuti dell’ultimo libro di Joseph D. Lichtenberg Lachmann, F.M. & Fosshage, J.L., Narrative and Meaning: the foundation of Mind, Creativity, and Psychoanalytic Dialogue (2017), si considera che lo sviluppo nel contesto relazionale sia fondato sulle narrazioni che ogni individuo sente implicitamente, oltre che su quelle che conosce esplicitamente. Si evidenzia la centralità dell’esperienza affettiva nella formazione delle narrazioni che orientano il doer doing, consapevolmente e inconsapevolmente. Lo sfondo teorico basato sui sistemi motivazionali permette di inquadrare il/i bisogno/i dominante/i nel soggetto e l’esperienza affettiva che lo/i accompagna, nell’ottica di cogliere ciò che non risulta pienamente rappresentabile in parole: il significato. Il dialogo affettivo, flusso co-costruito, che emerge attraverso la relazione favorisce il processo metaforico, una funzione che induce collegamenti simbolici e il riconoscimento di somiglianze e differenze nell’esperienza vissuta nel presente e nel passato. Tale processo costruttivo determina coinvolgimento riflessivo e mette in atto risorse per manifestare, nel presente e nel futuro, un potenziale inespresso. Il setting terapeutico è il luogo preposto a tale co-costruzione di significato; il clinico si pone come finalità l’acquisizione di senso a cui il paziente aspira, coniugando sensibilità e coraggio e favorendo l’integrazione tra il dominio implicito ed il dominio esplicito. L’azione del soggetto è concepita come manifestazione motivazionale indirizzata a, e guidata da, un affetto; perciò, riconoscere il valore affettivo che impatta sul vissuto si rivela essenziale per attuare una vitalizzazione a più livelli nel soggetto. Il caso di Nancy, affrontato da J.D. Lichtenberg e riportato nel lavoro di tesi, offre un’esemplificazione di quanto argomentato.
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