L’empatia è un processo riconosciuto in tutto il mondo: la prima parte del lavoro è dedicata alla nascita e allo sviluppo del termine, il quale è stato coniato tra l’Ottocento e il Novecento in Germania e, in seguito, è stato approfondito e analizzato da parte di numerosi autori nel corso del tempo, tra cui Friedrich Theodor Vischer, Robert Vischer, Edward Titchener e Theodor Lipps. Si può quindi affermare che il concetto di empatia possiede diverse sfumature in quanto fa riferimento a definizioni e accezioni differenti; queste sfumature sono state approfondite da autori come Edmund Husserl, Max Scheler, Edith Stein, Karsten Stueber e Martin L.Hoffman. Il contributo di Hoffman è importante perché realizza un modello multi-fattoriale dell'empatia, composto da tre componenti: cognitiva, affettiva e motivazionale. L’empatia, inoltre, essendo un concetto complesso e non unitario, si suddivide in diverse tipologie: per esempio Marianella Sclavi parla di “Exotopia”, mentre Antonio Belligreri di “Empatia matura”. All’interno di questo capitolo viene inoltre analizzato lo sviluppo dell’empatia nel bambino, dai primi mesi di vita sino all’adolescenza; e viene affrontata infine la definizione dell’empatia come una virtù dell’essere umano in quanto tale. La seconda parte del lavoro si basa su una lettura critica dell’empatia in ambito educativo: viene analizzata la definizione di educazione e di professionista dell’educazione in generale, facendo riferimento alla Legge Iori del 2017, nata per disciplinare le figure dell’educatore e del pedagogista. Successivamente l’attenzione viene concentrata su una tipologia particolare di educazione: quella empatica; vengono messe in luce le sue caratteristiche facendo riferimento ad autori come ad esempio M. Hoffman e A. Bellingreri: nello stesso modo viene analizzata anche la figura dell’educatore empatico, evidenziando le sue competenze e le sue abilità. L’ultima parte di questo secondo capitolo si concentra su un’analisi più critica dell’empatia, evidenziando le ombre e gli aspetti negativi di quest’ultima: queste criticità emergono in quanto ad oggi molte persone dichiarano di essere empatiche nei confronti degli altri individui quando in realtà non lo sono veramente, nascondendosi quindi dietro ad una maschera per poter apparire migliori agli occhi degli altri. L’ultimo paragrafo del capitolo infine propone delle strategie e delle possibilità per poter effettuare un ritorno all’empatia positiva, dono fondamentale per l’intera umanità.
L'empatia nei processi educativi: tante luci e qualche ombra
PETRINI, GIULIA
2021/2022
Abstract
L’empatia è un processo riconosciuto in tutto il mondo: la prima parte del lavoro è dedicata alla nascita e allo sviluppo del termine, il quale è stato coniato tra l’Ottocento e il Novecento in Germania e, in seguito, è stato approfondito e analizzato da parte di numerosi autori nel corso del tempo, tra cui Friedrich Theodor Vischer, Robert Vischer, Edward Titchener e Theodor Lipps. Si può quindi affermare che il concetto di empatia possiede diverse sfumature in quanto fa riferimento a definizioni e accezioni differenti; queste sfumature sono state approfondite da autori come Edmund Husserl, Max Scheler, Edith Stein, Karsten Stueber e Martin L.Hoffman. Il contributo di Hoffman è importante perché realizza un modello multi-fattoriale dell'empatia, composto da tre componenti: cognitiva, affettiva e motivazionale. L’empatia, inoltre, essendo un concetto complesso e non unitario, si suddivide in diverse tipologie: per esempio Marianella Sclavi parla di “Exotopia”, mentre Antonio Belligreri di “Empatia matura”. All’interno di questo capitolo viene inoltre analizzato lo sviluppo dell’empatia nel bambino, dai primi mesi di vita sino all’adolescenza; e viene affrontata infine la definizione dell’empatia come una virtù dell’essere umano in quanto tale. La seconda parte del lavoro si basa su una lettura critica dell’empatia in ambito educativo: viene analizzata la definizione di educazione e di professionista dell’educazione in generale, facendo riferimento alla Legge Iori del 2017, nata per disciplinare le figure dell’educatore e del pedagogista. Successivamente l’attenzione viene concentrata su una tipologia particolare di educazione: quella empatica; vengono messe in luce le sue caratteristiche facendo riferimento ad autori come ad esempio M. Hoffman e A. Bellingreri: nello stesso modo viene analizzata anche la figura dell’educatore empatico, evidenziando le sue competenze e le sue abilità. L’ultima parte di questo secondo capitolo si concentra su un’analisi più critica dell’empatia, evidenziando le ombre e gli aspetti negativi di quest’ultima: queste criticità emergono in quanto ad oggi molte persone dichiarano di essere empatiche nei confronti degli altri individui quando in realtà non lo sono veramente, nascondendosi quindi dietro ad una maschera per poter apparire migliori agli occhi degli altri. L’ultimo paragrafo del capitolo infine propone delle strategie e delle possibilità per poter effettuare un ritorno all’empatia positiva, dono fondamentale per l’intera umanità.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/85747