Il lavoro di tesi considera, a circa 18 anni da un precedente studio della vegetazione nell’area mineraria dell’Amiantifera di Balangero e Corio, la diversità e la copertura vegetale in settori ritenuti di particolare criticità: il bacino di coltivazione e le due discariche localizzate sul versante di Balangero (DisBal) e su quello di Corio (DisCor), rispettivamente interessate da interventi di bonifica negli anni 2000-2003 e 2004-2009. Entrambe le aree sono state in particolare oggetto di sistemazione idraulica e idrogeologica, con realizzazione di gradoni, e di interventi di idrosemina e successiva concimazione, solo nel caso del versante di Balangero accompagnati dall’aggiunta di topsoil e pacciame di corteccia. L’indagine ha previsto 19 rilievi di vegetazione (5×5 m) realizzati fra maggio e luglio 2021, accompagnati dalla valutazione quantitativa, con analisi d’immagine tramite il programma WinCAM, della copertura vegetale sul detrito serpentinitico, substrato difficile per la colonizzazione fanerogamica per le peculiari caratteristiche chimiche (povertà di nutrienti organici, elevato rapporto Mg/Ca, elevati tenori in metalli pesanti) e fisiche (bassa ritenzione idrica). Nelle tre aree esaminate sono state complessivamente censite 76 specie fanerogamiche, oltre che licheni del genere Cladonia e briofite. La diversità rilevata è risultata superiore per DisBal (n medio=16) rispetto a DisCor (n=11) e al bacino di coltivazione (n=8). L’analisi SDR ha mostrato bassi valori di Similarity e elevato turnover di specie (Divergence + Replacement) fra i rilievi nel loro complesso e all’interno di DisBal. Per DisCor e il bacino si sono invece riscontrati una maggiore Similarity e un minore turnover. La classificazione (UPGMA) e l’ordinamento dei rilievi (PCoA) sulla base dei dati di copertura rilevati per ciascuna specie hanno evidenziato una separazione fra comunità vegetali di DisCor -più affini a un settore limitrofo estraneo all’attività mineraria (controllo “naturale”)- e comunità di DisBal e del bacino. In termini di copertura erbacea (e crittogamica), DisCor ha mostrato valori significativamente più elevati (media 60%) che DisBal (42%) e il bacino (12%, immutata dal 2004). L’analisi GLM (Generalized Linear Model) ha evidenziato il tempo e l’esposizione come fattori significativi nel determinare le differenze di copertura rilevate, con l’esposizione Nord e il tempo più breve dall’intervento, caratteristici di DisCor, come fattori favorenti. Rimarchevole è il fatto che le specie utilizzate per l’idrosemina, non selezionate in riferimento alla peculiarità del substrato serpentinitico, siano state rinvenute in minima parte e contribuiscano in scarsa misura alla copertura complessiva (0,5% e 5,3% per DisCor e DisBal). In conclusione, lo studio ha mostrato per entrambe le discariche livelli di copertura elevati, adeguati a contenere l’esposizione e la dispersione delle fibre da parte degli agenti atmosferici. Apporto di topsoil e pacciame di corteccia non paiono però compensare le maggiori condizioni di stress associate all’esposizione Sud del versante Balangero, comune a DisBal e al bacino. L’utilizzo di piante adattate ai substrati serpentinitici, che nel tempo hanno sostituito quelle selezionate per l’idrosemina, potrebbe rappresentare una nuova strategia per superare i limiti riscontrati.

Diversità e copertura vegetale in settori dell’ex miniera di amianto di Balangero e Corio (Torino) interessati da interventi di risanamento ambientale

CHIEPPA, GIANLUCA
2021/2022

Abstract

Il lavoro di tesi considera, a circa 18 anni da un precedente studio della vegetazione nell’area mineraria dell’Amiantifera di Balangero e Corio, la diversità e la copertura vegetale in settori ritenuti di particolare criticità: il bacino di coltivazione e le due discariche localizzate sul versante di Balangero (DisBal) e su quello di Corio (DisCor), rispettivamente interessate da interventi di bonifica negli anni 2000-2003 e 2004-2009. Entrambe le aree sono state in particolare oggetto di sistemazione idraulica e idrogeologica, con realizzazione di gradoni, e di interventi di idrosemina e successiva concimazione, solo nel caso del versante di Balangero accompagnati dall’aggiunta di topsoil e pacciame di corteccia. L’indagine ha previsto 19 rilievi di vegetazione (5×5 m) realizzati fra maggio e luglio 2021, accompagnati dalla valutazione quantitativa, con analisi d’immagine tramite il programma WinCAM, della copertura vegetale sul detrito serpentinitico, substrato difficile per la colonizzazione fanerogamica per le peculiari caratteristiche chimiche (povertà di nutrienti organici, elevato rapporto Mg/Ca, elevati tenori in metalli pesanti) e fisiche (bassa ritenzione idrica). Nelle tre aree esaminate sono state complessivamente censite 76 specie fanerogamiche, oltre che licheni del genere Cladonia e briofite. La diversità rilevata è risultata superiore per DisBal (n medio=16) rispetto a DisCor (n=11) e al bacino di coltivazione (n=8). L’analisi SDR ha mostrato bassi valori di Similarity e elevato turnover di specie (Divergence + Replacement) fra i rilievi nel loro complesso e all’interno di DisBal. Per DisCor e il bacino si sono invece riscontrati una maggiore Similarity e un minore turnover. La classificazione (UPGMA) e l’ordinamento dei rilievi (PCoA) sulla base dei dati di copertura rilevati per ciascuna specie hanno evidenziato una separazione fra comunità vegetali di DisCor -più affini a un settore limitrofo estraneo all’attività mineraria (controllo “naturale”)- e comunità di DisBal e del bacino. In termini di copertura erbacea (e crittogamica), DisCor ha mostrato valori significativamente più elevati (media 60%) che DisBal (42%) e il bacino (12%, immutata dal 2004). L’analisi GLM (Generalized Linear Model) ha evidenziato il tempo e l’esposizione come fattori significativi nel determinare le differenze di copertura rilevate, con l’esposizione Nord e il tempo più breve dall’intervento, caratteristici di DisCor, come fattori favorenti. Rimarchevole è il fatto che le specie utilizzate per l’idrosemina, non selezionate in riferimento alla peculiarità del substrato serpentinitico, siano state rinvenute in minima parte e contribuiscano in scarsa misura alla copertura complessiva (0,5% e 5,3% per DisCor e DisBal). In conclusione, lo studio ha mostrato per entrambe le discariche livelli di copertura elevati, adeguati a contenere l’esposizione e la dispersione delle fibre da parte degli agenti atmosferici. Apporto di topsoil e pacciame di corteccia non paiono però compensare le maggiori condizioni di stress associate all’esposizione Sud del versante Balangero, comune a DisBal e al bacino. L’utilizzo di piante adattate ai substrati serpentinitici, che nel tempo hanno sostituito quelle selezionate per l’idrosemina, potrebbe rappresentare una nuova strategia per superare i limiti riscontrati.
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