Il lavoro si apre con la definizione e classificazione dei DSA attraverso un breve excursus legislativo con cenni relativi alla normativa italiana ed alla convenzione Onu sui diritti delle persone disabili. Seguono approfondimenti sulla legge 170, il DM 27/12/12 ed il DGR 16 della regione Piemonte. La legge 170 è la prima legge che riguarda in maniera specifica i DSA, distinguendoli da altri tipi di disabilità. Contiene al suo interno la definizione del concetto di DSA, le finalità specifiche della legge a tutela dei bambini con DSA, la diagnosi, la formazione nella scuola, le misure educative didattiche di supporto e misure per i familiari. Con la Direttiva Ministeriale del 27/12/12 il Miur introduce il riconoscimento degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, ovvero individui che manifestano esigenze didattiche particolari, derivanti da cause fisiche, psicologiche, sociali, fisiologiche o biologiche. Comprende le sottocategorie della disabilità, dei disturbi dell’apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, lo svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale. La DGR 16 della regione Piemonte riveste un ruolo importante per la comunicazione tra scuola, famiglia e altre figure come gli specialisti. Essa comprende le schede di collaborazione, le quali riportano le azioni didattico-pedagogiche relative alle aree di difficoltà scolastica dei sospetti DSA e gli eventuali miglioramenti intercorsi dopo le attività di recupero mirato. Nel solco della personalizzazione dell’insegnamento è nato il PDP (Piano Didattico Individualizzato), il quale viene redatto dal team di docenti o dal consiglio di classe dopo aver acquisito la diagnosi di DSA e, previo colloquio con i genitori e specialisti, all’inizio di ogni anno ed entro i primi due mesi per gli studenti che già possiedono la diagnosi. Il PDP è strutturato in diverse parti da far compilare dall’alunno, genitori, specialisti e docenti; in aggiunta ad esso, nel caso di diagnosi di disabilità, vengono inoltre elaborati dall’istituto scolastico il PI (Ex PAI, Piano Didattico per l’Inclusione) e il PEI (Piano Educativo Individualizzato). La popolazione universitaria di studenti affetti da DSA mostra un trend in costante ascesa rispetto al passato ed è destinata a crescere in futuro ( dall’anno 2011-2012 fino all’anno 2016-17 il numero di studenti DSA è decuplicato). Nonostante siano ormai diffusamente conosciuti sia i DSA che le difficoltà correlate, nonché i tipi di interventi specifici da attuare, persiste una certa latenza nel formarsi una vera e propria cultura inclusiva; tanto è vero che le stesse persone con diagnosi nutrono incertezza e disagio nel parlare della propria situazione apertamente e nel beneficiare talvolta degli strumenti compensativi e dispensativi a loro disposizione. L’analisi dello stato di salute odierno del percorso universitario di tali studenti mira a comprendere se le finalità dell’ampio inquadramento normativo si riflettano con effettivo beneficio non solo in termini numerici di afferenza all’istruzione terziaria, ma anche in termini di possibilità concrete di perseguire un percorso soddisfacente e alla pari con gli altri studenti. Oltre alle abilità cognitive, hanno un fortissimo impatto in termini di efficacia anche l’insieme fine e complesso delle componenti emotive, trasversali, delle soft skills, dell’autoefficacia e dell’ansia da esame. ​

Disturbi specifici dell'apprendimento e successo scolastico

OLLINO, CLELIA
2021/2022

Abstract

Il lavoro si apre con la definizione e classificazione dei DSA attraverso un breve excursus legislativo con cenni relativi alla normativa italiana ed alla convenzione Onu sui diritti delle persone disabili. Seguono approfondimenti sulla legge 170, il DM 27/12/12 ed il DGR 16 della regione Piemonte. La legge 170 è la prima legge che riguarda in maniera specifica i DSA, distinguendoli da altri tipi di disabilità. Contiene al suo interno la definizione del concetto di DSA, le finalità specifiche della legge a tutela dei bambini con DSA, la diagnosi, la formazione nella scuola, le misure educative didattiche di supporto e misure per i familiari. Con la Direttiva Ministeriale del 27/12/12 il Miur introduce il riconoscimento degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, ovvero individui che manifestano esigenze didattiche particolari, derivanti da cause fisiche, psicologiche, sociali, fisiologiche o biologiche. Comprende le sottocategorie della disabilità, dei disturbi dell’apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, lo svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale. La DGR 16 della regione Piemonte riveste un ruolo importante per la comunicazione tra scuola, famiglia e altre figure come gli specialisti. Essa comprende le schede di collaborazione, le quali riportano le azioni didattico-pedagogiche relative alle aree di difficoltà scolastica dei sospetti DSA e gli eventuali miglioramenti intercorsi dopo le attività di recupero mirato. Nel solco della personalizzazione dell’insegnamento è nato il PDP (Piano Didattico Individualizzato), il quale viene redatto dal team di docenti o dal consiglio di classe dopo aver acquisito la diagnosi di DSA e, previo colloquio con i genitori e specialisti, all’inizio di ogni anno ed entro i primi due mesi per gli studenti che già possiedono la diagnosi. Il PDP è strutturato in diverse parti da far compilare dall’alunno, genitori, specialisti e docenti; in aggiunta ad esso, nel caso di diagnosi di disabilità, vengono inoltre elaborati dall’istituto scolastico il PI (Ex PAI, Piano Didattico per l’Inclusione) e il PEI (Piano Educativo Individualizzato). La popolazione universitaria di studenti affetti da DSA mostra un trend in costante ascesa rispetto al passato ed è destinata a crescere in futuro ( dall’anno 2011-2012 fino all’anno 2016-17 il numero di studenti DSA è decuplicato). Nonostante siano ormai diffusamente conosciuti sia i DSA che le difficoltà correlate, nonché i tipi di interventi specifici da attuare, persiste una certa latenza nel formarsi una vera e propria cultura inclusiva; tanto è vero che le stesse persone con diagnosi nutrono incertezza e disagio nel parlare della propria situazione apertamente e nel beneficiare talvolta degli strumenti compensativi e dispensativi a loro disposizione. L’analisi dello stato di salute odierno del percorso universitario di tali studenti mira a comprendere se le finalità dell’ampio inquadramento normativo si riflettano con effettivo beneficio non solo in termini numerici di afferenza all’istruzione terziaria, ma anche in termini di possibilità concrete di perseguire un percorso soddisfacente e alla pari con gli altri studenti. Oltre alle abilità cognitive, hanno un fortissimo impatto in termini di efficacia anche l’insieme fine e complesso delle componenti emotive, trasversali, delle soft skills, dell’autoefficacia e dell’ansia da esame. ​
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