Compiti che richiedono l’uso simultaneo e coordinato delle due mani si sono dimostrati efficaci nell’indurre preferenze manuali, a livello individuale e di gruppo, in molte specie di primati non umani. Tuttavia, ad oggi, è stata fatta pochissima ricerca sulle attività di coordinazione bimanuale in ambiente naturale e, in particolare per quanto riguarda l’infraordine Platyrrhini, è stato studiato solo su individui in cattività usando compiti sperimentali. Obiettivo principale del presente studio è stato quello di valutare la preferenza manuale come indice di lateralizzazione cerebrale in una specie di scimmie platirrine durante un compito naturale di extractive foraging che richiede coordinazione bimanuale. Lo studio è stato condotto su un gruppo di cebi barbuti (Sapajus libidinosus) che vivono in una regione di ecotono tra i biomi Cerrado e Caatinga, nella parte nord-orientale del Brasile. Il comportamento dei cebi è stato analizzato durante il consumo di quattro specie di noci la cui parte interna edibile, per essere estratta, richiede una manipolazione complessa che include movimenti coordinati e differenziati in cui una mano fa da supporto tenendo saldamente la noce, mentre la mano dominante estrae la parte interna attraverso movimenti fini delle dita. Lo studio ha inoltre permesso di (i) quantificare e descrivere i diversi comportamenti di manipolazione che i cebi mettono in atto durante l’estrazione della parte edibile delle noci; (ii) valutare in che misura le scimmie si avvalgono della guida visiva durante l’estrazione e (iii) confrontare i risultati ottenuti con quelli di un precedente studio su un campione di cebi in cattività per un compito analogo. Per analizzare nel dettaglio i movimenti delle mani dei cebi durante la manipolazione delle noci, è stata effettuata una codifica video su filmati girati nell’arco di quattro mesi su 22 cebi. I video sono stati forniti dal progetto di ricerca EthoCebus nato dalla collaborazione tra l’Università di San Paolo (Brasile), l’Università della Georgia (USA) e l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma. Dai risultati è emerso che quasi tutti i soggetti erano lateralizzati per questo tipo di compito e che, come gruppo, i cebi preferivano significativamente le dita della mano destra per estrarre la parte interna delle noci, suggerendo così una specializzazione dell’emisfero sinistro per i movimenti di precisione della mano. Inoltre, è stato osservato che le scimmie trascorrevano una percentuale di tempo significativamente maggiore avvalendosi del controllo visivo durante la manipolazione della noce di cajù (Anacardium spp.), probabilmente a causa delle sue dimensioni ridotte che richiedono movimenti precisi di un singolo dito e della presenza di sostanze caustiche nel mesocarpo che possono arrecare danno se portate a contatto con la bocca. Il confronto con i cebi in cattività, ha rivelato infine che la direzione della preferenza non differiva tra individui in natura e in cattività, sebbene questi ultimi tendessero ad usare la mano dominante più frequentemente. Il presente studio rappresenta la prima evidenza di lateralità manuale per un compito naturale di coordinazione bimanuale nelle scimmie del Nuovo Mondo ed è in linea con il crescente numero di evidenze che suggeriscono che la coordinazione bimanuale può aver giocato un ruolo importante nell’evoluzione della lateralità manuale nei primati, incoraggiando al tempo stesso l’espansione dello studio di questi comportamenti ad altre specie di primati non umani in ambiente naturale.
Abilità manuale, coordinazione bimanuale e lateralità durante l'extractive foraging in Sapajus libidinosus in natura.
SORACI, ILARIA
2021/2022
Abstract
Compiti che richiedono l’uso simultaneo e coordinato delle due mani si sono dimostrati efficaci nell’indurre preferenze manuali, a livello individuale e di gruppo, in molte specie di primati non umani. Tuttavia, ad oggi, è stata fatta pochissima ricerca sulle attività di coordinazione bimanuale in ambiente naturale e, in particolare per quanto riguarda l’infraordine Platyrrhini, è stato studiato solo su individui in cattività usando compiti sperimentali. Obiettivo principale del presente studio è stato quello di valutare la preferenza manuale come indice di lateralizzazione cerebrale in una specie di scimmie platirrine durante un compito naturale di extractive foraging che richiede coordinazione bimanuale. Lo studio è stato condotto su un gruppo di cebi barbuti (Sapajus libidinosus) che vivono in una regione di ecotono tra i biomi Cerrado e Caatinga, nella parte nord-orientale del Brasile. Il comportamento dei cebi è stato analizzato durante il consumo di quattro specie di noci la cui parte interna edibile, per essere estratta, richiede una manipolazione complessa che include movimenti coordinati e differenziati in cui una mano fa da supporto tenendo saldamente la noce, mentre la mano dominante estrae la parte interna attraverso movimenti fini delle dita. Lo studio ha inoltre permesso di (i) quantificare e descrivere i diversi comportamenti di manipolazione che i cebi mettono in atto durante l’estrazione della parte edibile delle noci; (ii) valutare in che misura le scimmie si avvalgono della guida visiva durante l’estrazione e (iii) confrontare i risultati ottenuti con quelli di un precedente studio su un campione di cebi in cattività per un compito analogo. Per analizzare nel dettaglio i movimenti delle mani dei cebi durante la manipolazione delle noci, è stata effettuata una codifica video su filmati girati nell’arco di quattro mesi su 22 cebi. I video sono stati forniti dal progetto di ricerca EthoCebus nato dalla collaborazione tra l’Università di San Paolo (Brasile), l’Università della Georgia (USA) e l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma. Dai risultati è emerso che quasi tutti i soggetti erano lateralizzati per questo tipo di compito e che, come gruppo, i cebi preferivano significativamente le dita della mano destra per estrarre la parte interna delle noci, suggerendo così una specializzazione dell’emisfero sinistro per i movimenti di precisione della mano. Inoltre, è stato osservato che le scimmie trascorrevano una percentuale di tempo significativamente maggiore avvalendosi del controllo visivo durante la manipolazione della noce di cajù (Anacardium spp.), probabilmente a causa delle sue dimensioni ridotte che richiedono movimenti precisi di un singolo dito e della presenza di sostanze caustiche nel mesocarpo che possono arrecare danno se portate a contatto con la bocca. Il confronto con i cebi in cattività, ha rivelato infine che la direzione della preferenza non differiva tra individui in natura e in cattività, sebbene questi ultimi tendessero ad usare la mano dominante più frequentemente. Il presente studio rappresenta la prima evidenza di lateralità manuale per un compito naturale di coordinazione bimanuale nelle scimmie del Nuovo Mondo ed è in linea con il crescente numero di evidenze che suggeriscono che la coordinazione bimanuale può aver giocato un ruolo importante nell’evoluzione della lateralità manuale nei primati, incoraggiando al tempo stesso l’espansione dello studio di questi comportamenti ad altre specie di primati non umani in ambiente naturale.File | Dimensione | Formato | |
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