Traditionally, the hearing is closely associated with the trial and the very idea of Justice, but today its importance seems to be questioned with the growing acceptance of procedures—civil or criminal—entirely based on written submissions, leading to judgments based solely on case files. This evolution in the role of the hearing, already observed in numerous studies concerning the reduction of its importance or changes in its configuration, now calls for deeper reflection on the relevance of maintaining or eliminating hearings in the handling of certain disputes. The health crisis has exacerbated this trend toward justice without hearings, thus reinforcing the need to assess its implications. At the same time, the position of the victim in criminal proceedings is a relatively recent issue, which has emerged very gradually. If we put it in context, until about ten years ago, the victim had a very marginal role, as the offender's crime was primarily viewed as an offense against the State. The voice of the victim was, and could have been even more so at that time, subject to minimization or even disregarded. However, while today there are more and more victims who are acquiring more and more rights, one must ask whether, at the same time, the judicial institution, through the State, has the means to take care of these "new" victims. Since the primary demand of criminal justice is to provide a criminal response, we must ask whether the victim is really, concretely, and systematically taken into account. To address this challenge, our research focuses on the victim's perception of this simplified and accelerated criminal procedure, the impact that this justice without hearings has on victims, and the role assigned to the victim of a criminal offense in these recent procedures seems fundamental to us. We indeed believe that the progress of the rule of law can be measured by the importance the nation gives to vulnerable individuals. Therefore, the advent of justice without hearings challenges these aspects, as the absence of rituals in favor of an entirely written procedure can make the dispute and its resolution very abstract, vague, for the litigant. This study is based primarily on French procedural criminal law but aims to compare it with the Italian one. That is, whether the latter also recognizes justice procedures without hearings, and if so, how they are perceived by the litigants. Or to see how victims are treated by the Italian justice system and how their treatment differs from the French one when they benefit from a hearing or a procedure without a hearing.
Tradizionalmente l'udienza è strettamente associata al processo e all'idea stessa di Giustizia, ma oggi la sua importanza sembra essere messa in discussione con l'accettazione crescente di procedure - civili o penali - completamente scritte, che portano a sentenze basate solo sui fascicoli. Questa evoluzione del ruolo dell'udienza, già osservata in numerosi studi riguardo alla diminuzione della sua importanza o alla modifica della sua configurazione, invita ora a riflettere più profondamente sulla pertinenza di mantenere o eliminare le udienze nella gestione di alcune controversie. La crisi sanitaria ha esacerbato questa tendenza verso una giustizia senza udienza, rafforzando così la necessità di valutarne le implicazioni. Parallelamente, la posizione della vittima nel processo penale è una questione relativamente recente, emersa molto gradualmente. Se contestualizziamo, fino a una decina di anni fa la vittima aveva un ruolo molto marginale, poiché il reato dell'autore era visto principalmente nei confronti dello Stato. La voce della vittima era, e poteva essere ancora di più all'epoca, soggetta a una minimizzazione o persino a non essere presa in considerazione. Tuttavia, sebbene oggi ci siano sempre più vittime che acquisiscono sempre più diritti, bisogna chiedersi se, parallelamente, l'istituzione giudiziaria, attraverso lo Stato, disponga dei mezzi per prendersi cura di queste “nuove” vittime. Dato che si chiede in via prioritaria alla giustizia penale di fornire una risposta penale, bisogna chiedersi se la vittima venga davvero, concretamente e sistematicamente, presa in considerazione. Per rispondere a questa sfida, il nostro asse di ricerca si concentra sul sentimento della vittima riguardo a questa procedura penale semplificata e accelerata, l’impatto che ha questa giustizia senza udienza sulle vittime, e il ruolo conferito alla vittima di un reato penale in queste procedure recenti ci sembra fondamentale; riteniamo infatti che il progresso dello Stato di diritto possa essere misurato in base all'importanza che la nazione attribuisce agli individui vulnerabili. Di conseguenza, l'avvento di una giustizia senza udienza mette in discussione questi aspetti, poiché l'assenza di rituali a favore di una procedura interamente scritta può rendere la controversia e la sua risoluzione molto astratti, confusi, per il giustiziabile. Questo studio si basa innanzitutto sul diritto penale processuale francese, ma mira a effettuare un confronto con quello italiano. Vale a dire, se quest’ultimo riconosce anch’esso delle procedure di giustizia senza udienza e, se così fosse, come sono percepite dai giustiziabili. Oppure, verificare come le vittime vengono trattate dalla giustizia italiana e in cosa differisce l'accoglienza riservata loro rispetto a quella francese, quando beneficiano di un’udienza oppure di una procedura senza udienza.
Giustizia senza udienza: una giustizia senza assistenza alle vittime?
SOURROUILLE, JULIETTE JANNIE MARIE
2023/2024
Abstract
Tradizionalmente l'udienza è strettamente associata al processo e all'idea stessa di Giustizia, ma oggi la sua importanza sembra essere messa in discussione con l'accettazione crescente di procedure - civili o penali - completamente scritte, che portano a sentenze basate solo sui fascicoli. Questa evoluzione del ruolo dell'udienza, già osservata in numerosi studi riguardo alla diminuzione della sua importanza o alla modifica della sua configurazione, invita ora a riflettere più profondamente sulla pertinenza di mantenere o eliminare le udienze nella gestione di alcune controversie. La crisi sanitaria ha esacerbato questa tendenza verso una giustizia senza udienza, rafforzando così la necessità di valutarne le implicazioni. Parallelamente, la posizione della vittima nel processo penale è una questione relativamente recente, emersa molto gradualmente. Se contestualizziamo, fino a una decina di anni fa la vittima aveva un ruolo molto marginale, poiché il reato dell'autore era visto principalmente nei confronti dello Stato. La voce della vittima era, e poteva essere ancora di più all'epoca, soggetta a una minimizzazione o persino a non essere presa in considerazione. Tuttavia, sebbene oggi ci siano sempre più vittime che acquisiscono sempre più diritti, bisogna chiedersi se, parallelamente, l'istituzione giudiziaria, attraverso lo Stato, disponga dei mezzi per prendersi cura di queste “nuove” vittime. Dato che si chiede in via prioritaria alla giustizia penale di fornire una risposta penale, bisogna chiedersi se la vittima venga davvero, concretamente e sistematicamente, presa in considerazione. Per rispondere a questa sfida, il nostro asse di ricerca si concentra sul sentimento della vittima riguardo a questa procedura penale semplificata e accelerata, l’impatto che ha questa giustizia senza udienza sulle vittime, e il ruolo conferito alla vittima di un reato penale in queste procedure recenti ci sembra fondamentale; riteniamo infatti che il progresso dello Stato di diritto possa essere misurato in base all'importanza che la nazione attribuisce agli individui vulnerabili. Di conseguenza, l'avvento di una giustizia senza udienza mette in discussione questi aspetti, poiché l'assenza di rituali a favore di una procedura interamente scritta può rendere la controversia e la sua risoluzione molto astratti, confusi, per il giustiziabile. Questo studio si basa innanzitutto sul diritto penale processuale francese, ma mira a effettuare un confronto con quello italiano. Vale a dire, se quest’ultimo riconosce anch’esso delle procedure di giustizia senza udienza e, se così fosse, come sono percepite dai giustiziabili. Oppure, verificare come le vittime vengono trattate dalla giustizia italiana e in cosa differisce l'accoglienza riservata loro rispetto a quella francese, quando beneficiano di un’udienza oppure di una procedura senza udienza.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tesi di laurea triennale_Juliette Sourrouille.pdf
non disponibili
Dimensione
504.08 kB
Formato
Adobe PDF
|
504.08 kB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/8561