In questa tesi s'intende analizzare il significato dell'autocoscienza in Hölderlin, sviluppando il problema che sorge da essa con la separazione di soggetto e oggetto. Nel primo capitolo è stato affrontato il modo in cui Hölderlin ha compreso la filosofia kantiana e fichtiana e quali sono state le conseguenze, soprattutto a seguito del contesto storico e religioso in cui si trovava segnato dalla religione pietista, dal diffondersi delle idee rivoluzionarie tra i banchi dello Stift di Tubinga e infine dalla potenza della figura storico-metafisica di Napoleone. Nel secondo capitolo a partire dal giudizio che Hölderlin ha maturato a seguito degli studi sulla filosofia kantiana e fichtiana vengono mostrati i principali argomenti filosofici che porteranno il poeta tedesco ad impostare la propria concezione di autocoscienza nel frammento Giudizio ed Essere, passando da una precisa concezione della libertà in relazione alla bellezza, dalla portata filosofica nascosta nel personaggio di Iperione e da una ricomprensione del concetto di En Kai Pan. Il secondo capitolo si conclude con la concezione holderliniana del tragico, inevitabile per una corretta analisi dell'autocoscienza. Il terzo e ultimo capitolo, presenta l'interpretazione di Romano Guardini come possibile risposta al problema sollevato da Hölderlin che, in ultima analisi, anche a seguito della follia che ha segnato i restanti trentatré anni di vita del poeta, ha lasciato aperto.
“ESSERE UNO CON TUTTO CIÒ CHE VIVE”: ANALISI DEL SIGNIFICATO DI AUTOCOSCIENZA IN HÖLDERLIN.
LAFIANDRA, LUIGI
2021/2022
Abstract
In questa tesi s'intende analizzare il significato dell'autocoscienza in Hölderlin, sviluppando il problema che sorge da essa con la separazione di soggetto e oggetto. Nel primo capitolo è stato affrontato il modo in cui Hölderlin ha compreso la filosofia kantiana e fichtiana e quali sono state le conseguenze, soprattutto a seguito del contesto storico e religioso in cui si trovava segnato dalla religione pietista, dal diffondersi delle idee rivoluzionarie tra i banchi dello Stift di Tubinga e infine dalla potenza della figura storico-metafisica di Napoleone. Nel secondo capitolo a partire dal giudizio che Hölderlin ha maturato a seguito degli studi sulla filosofia kantiana e fichtiana vengono mostrati i principali argomenti filosofici che porteranno il poeta tedesco ad impostare la propria concezione di autocoscienza nel frammento Giudizio ed Essere, passando da una precisa concezione della libertà in relazione alla bellezza, dalla portata filosofica nascosta nel personaggio di Iperione e da una ricomprensione del concetto di En Kai Pan. Il secondo capitolo si conclude con la concezione holderliniana del tragico, inevitabile per una corretta analisi dell'autocoscienza. Il terzo e ultimo capitolo, presenta l'interpretazione di Romano Guardini come possibile risposta al problema sollevato da Hölderlin che, in ultima analisi, anche a seguito della follia che ha segnato i restanti trentatré anni di vita del poeta, ha lasciato aperto. File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/85597