To communicate, it is necessary to understand what our interlocutor's communicative intention is, which sometimes does not coincide with the literal meaning of the utterance he or she uttered (Grice, 1989). Pragmatics focuses on the study of the inferential processes necessary to bridge the gap, which often exists, between the literal meaning of an utterance and what the speaker intends to communicate. Almost all theories of cognitive psychology agree that communicative exchanges, even the most basic ones, involve inferential processes (Récanati, 2002). Humans, through language, have the ability to infer the meaning of an utterance even when words do not express it explicitly (Horowitz, Schneider & Frank, 2017). Winner & Leekman (1991) proposed that producing and understanding communicative acts of increasing complexity depends on the ability to form complex mental representations. Studies conducted showed that pragmatic ability correlates robustly with Theory of Mind (ToM) (Premack & Woodruff, 1978), and other authors (Douglas, 2010; Mossaheb et al., 2014; Matthews, Biney, & Abbot-Smith, 2018) observed a correlation between executive functions, particularly cognitive flexibility and working memory, and pragmatic ability. Given the dearth of studies on this topic, the research work that was carried out investigated the development of communicative-pragmatic skills, mainly concerning the understanding of standard communicative acts, deception and irony, and inferential skills in children between the ages of 3 and 8, with the aim of identifying the developmental trajectories of these skills and specifying what contribution in pragmatic skills inferential skills, executive functions (memory, sustained attention and inhibition) and theory of mind. Children were given some subtests taken from the major batteries, such as ABaCo, Nepsy and Leiter, for the assessment of pragmatic skills, Theory of Mind and executive functions considered and, some tasks for the assessment of the understanding of inferential quantifiers: some, all and none. The results showed the existence of a trend of increasing difficulty in children's ability to cope with pragmatic tasks related to standard, deceptive and ironic communicative acts. A hierarchical regression analysis indicated that age, inferential ability, theory of mind and executive functions play a role in explaining children's performance. In addition, hierarchical regression analysis revealed that ToM has a causal but not exclusive role, explaining only partially children's performance, and confirmed the role of inferential ability in explaining children's performance improvement in total pragmatics, as proposed by Cognitive Pragmatics theory (Bara, 1999).
Per comunicare è necessario comprendere quale sia l’intenzione comunicativa del nostro interlocutore, che talvolta non coincide con il significato letterale dell’enunciato da egli profferito (Grice, 1989). La pragmatica si concentra sullo studio dei processi inferenziali necessari a colmare il divario, che spesso esiste, tra il significato letterale di un enunciato e ciò che il parlante intende comunicare. Quasi tutte le teorie della psicologia cognitiva concordano nel ritenere che gli scambi comunicativi, anche quelli più elementari, coinvolgano processi inferenziali (Récanati, 2002). Gli esseri umani, attraverso il linguaggio, hanno la possibilità di dedurre il significato di un enunciato anche quando le parole non lo esprimono esplicitamente (Horowitz, Schneider & Frank, 2017). Winner & Leekman (1991) proposero che produrre e comprendere atti comunicativi di crescente complessità dipenda dalla capacità di formare rappresentazioni mentali complesse. Studi condotti dimostrarono che l'abilità pragmatica correla in maniera solida con la Teoria della Mente (ToM) (Premack & Woodruff, 1978) e altri autori (Douglas, 2010; Mossaheb et al., 2014; Matthews, Biney, & Abbot-Smith, 2018) osservarono una correlazione tra le funzioni esecutive, in particolare la flessibilità cognitiva e la memoria di lavoro, e le abilità pragmatiche. Data la carenza di studi sull’argomento il lavoro di ricerca che è stato svolto ha indagato lo sviluppo delle abilità comunicativo-pragmatiche, principalmente riguardo la comprensione di atti comunicativi standard, inganno e ironia, e abilità inferenziali nei bambini tra i 3 e gli 8 anni, con l’obiettivo di individuare le traiettorie di sviluppo di tali abilità e precisare quale sia l’apporto nelle abilità pragmatiche di abilità inferenziali, funzioni esecutive (memoria, attenzione sostenuta e inibizione) e teoria della mente. Ai bambini sono stati proposti alcuni subtest ripresi dalle principali batterie, come ABaCo, Nepsy e Leiter, per la valutazione delle abilità pragmatiche, Teoria della Mente e le funzioni esecutive considerate e, alcuni compiti per la valutazione della comprensione dei quantificatori inferenziali: alcuni, tutti e nessuno. I risultati hanno mostrato l'esistenza di un trend di difficoltà crescente nella capacità dei bambini di affrontare i compiti pragmatici relativi agli atti comunicativi standard, ingannevoli e ironici. Un'analisi di regressione gerarchica ha indicato che l'età, l’abilità inferenziale, la teoria della mente e le funzioni esecutive giocano un ruolo nello spiegare le prestazioni dei bambini. Inoltre, l'analisi di regressione gerarchica ha rivelato che la ToM ha un ruolo causale, ma non esclusivo, spiegando solo parzialmente le prestazioni dei bambini e ha confermato il ruolo della capacità inferenziale nello spiegare il miglioramento delle prestazioni dei bambini nella pragmatica totale, come proposto dalla teoria della Pragmatica Cognitiva (Bara, 1999).
Abilità comunicativo-pragmatiche e inferenziali: traiettorie di sviluppo
COLAO, ILARIA
2021/2022
Abstract
Per comunicare è necessario comprendere quale sia l’intenzione comunicativa del nostro interlocutore, che talvolta non coincide con il significato letterale dell’enunciato da egli profferito (Grice, 1989). La pragmatica si concentra sullo studio dei processi inferenziali necessari a colmare il divario, che spesso esiste, tra il significato letterale di un enunciato e ciò che il parlante intende comunicare. Quasi tutte le teorie della psicologia cognitiva concordano nel ritenere che gli scambi comunicativi, anche quelli più elementari, coinvolgano processi inferenziali (Récanati, 2002). Gli esseri umani, attraverso il linguaggio, hanno la possibilità di dedurre il significato di un enunciato anche quando le parole non lo esprimono esplicitamente (Horowitz, Schneider & Frank, 2017). Winner & Leekman (1991) proposero che produrre e comprendere atti comunicativi di crescente complessità dipenda dalla capacità di formare rappresentazioni mentali complesse. Studi condotti dimostrarono che l'abilità pragmatica correla in maniera solida con la Teoria della Mente (ToM) (Premack & Woodruff, 1978) e altri autori (Douglas, 2010; Mossaheb et al., 2014; Matthews, Biney, & Abbot-Smith, 2018) osservarono una correlazione tra le funzioni esecutive, in particolare la flessibilità cognitiva e la memoria di lavoro, e le abilità pragmatiche. Data la carenza di studi sull’argomento il lavoro di ricerca che è stato svolto ha indagato lo sviluppo delle abilità comunicativo-pragmatiche, principalmente riguardo la comprensione di atti comunicativi standard, inganno e ironia, e abilità inferenziali nei bambini tra i 3 e gli 8 anni, con l’obiettivo di individuare le traiettorie di sviluppo di tali abilità e precisare quale sia l’apporto nelle abilità pragmatiche di abilità inferenziali, funzioni esecutive (memoria, attenzione sostenuta e inibizione) e teoria della mente. Ai bambini sono stati proposti alcuni subtest ripresi dalle principali batterie, come ABaCo, Nepsy e Leiter, per la valutazione delle abilità pragmatiche, Teoria della Mente e le funzioni esecutive considerate e, alcuni compiti per la valutazione della comprensione dei quantificatori inferenziali: alcuni, tutti e nessuno. I risultati hanno mostrato l'esistenza di un trend di difficoltà crescente nella capacità dei bambini di affrontare i compiti pragmatici relativi agli atti comunicativi standard, ingannevoli e ironici. Un'analisi di regressione gerarchica ha indicato che l'età, l’abilità inferenziale, la teoria della mente e le funzioni esecutive giocano un ruolo nello spiegare le prestazioni dei bambini. Inoltre, l'analisi di regressione gerarchica ha rivelato che la ToM ha un ruolo causale, ma non esclusivo, spiegando solo parzialmente le prestazioni dei bambini e ha confermato il ruolo della capacità inferenziale nello spiegare il miglioramento delle prestazioni dei bambini nella pragmatica totale, come proposto dalla teoria della Pragmatica Cognitiva (Bara, 1999).File | Dimensione | Formato | |
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