Viral encephalitis is a rare problem, about which we still don't know much today, which presents itself as an inflammation of the brain parenchyma and which in certain countries and in certain cases still has a very high mortality rate. It can be due to various pathogens. The most common are Herpes Viruses (Herpes Simplex Virus 1 and 2, Cytomegalovirus, Varicella Zoster Virus, Herpes Human Virus 6), Enteroviruses, Arboviruses (West Nile Virus, Dengue, Japanese encephalitis virus), flu and measles, rabies and pseudorabies virus; finally, coronaviruses, including COVID-19, can also cause viral encephalitis. These viruses can invade the brain in three different ways: through the paracellular, transcellular and trojan horse mechanism. The areas of the brain affected vary according to the type of virus and the subject but mainly appear to be: the frontal lobe, the temporal lobe, thalamus, hippocampus, amygdala and insula. The presence of the virus in the brain is confirmed thanks to various neuroimaging techniques, the analysis of the cerebrospinal fluid and the polymerase chain reaction (PCR). The main objective of this bibliographic review work is to highlight the short and long-term neuropsychological and behavioral consequences caused by viral encephalitis. Sequelae of different levels of severity have been highlighted, particularly in the areas of cognition, memory, language, executive functions, psychic balance and identity. Behavior is also affected and sometimes this happens in terms of aggression and violence towards others; this may be due to the confusional state given by the amnesic syndrome typical of viral encephalitis, to the lesion of the temporal lobe which can generate the Kluver-Bucy syndrome, to divided agnosia, or, finally, due to a sociopathy acquired following the action of the virus in the brain. Aggressive behavior due to viral encephalitis must be carefully examined both for diagnosis and in decisions regarding liability and/or social danger. The subjects may be incapable of understanding or wanting or there may be a case of malingering. In all these cases, the neuropsychological examination, combined with neuroimaging techniques and medicine, is essential to outline the most appropriate treatment path for the subject affected by viral encephalitis.

L’encefalite virale è una rara problematica, di cui ancora oggi non conosciamo tantissimo, che si presenta come un’infiammazione del parenchima cerebrale e che in certi paesi e in certi casi ha un indice di mortalità ancora molto alto. Essa può essere dovuta a diversi agenti patogeni. I più comuni sono gli Herpes Virus (Herpes Simplex Virus 1 e 2, Citomegalovirus, Varicella Zoster Virus, Herpes Human Virus 6), gli Enterovirus, gli arbovirus (West Nile Virus, Dengue, virus dell’encefalite giapponese), il virus dell’influenza e del morbillo, il virus della rabbia e della pseudorabbia; infine, anche i coronavirus, tra cui il COVID-19 possono causare encefalite virale. Questi virus possono invadere il cervello in tre modi diversi: attraverso la via paracellulare, transcellulare e il meccanismo del cavallo di troia. Le aree del cervello colpite variano in base al tipo di virus e al soggetto ma principalmente risultano essere: il lobo frontale, il lobo temporale, talamo, ippocampo, amigdala e insula. La presenza del virus nel cervello viene confermata grazie a diverse tecniche di neuroimaging, l’analisi del liquido cerebrospinale e la polymerase chain reaction (PCR). L’obiettivo principale di questo lavoro di rassegna bibliografica è quello di evidenziare quelle che sono le conseguenze neuropsicologiche e comportamentali a breve e lungo termine causate dall’encefaliti virali. Sono state evidenziate sequele di diversi livelli di gravità in particolare nelle aree della cognizione, della memoria, del linguaggio, delle funzioni esecutive, dell’equilibrio psichico e identitario. Anche il comportamento viene intaccato e a volte questo avviene in termini di aggressività e violenza verso gli altri; questo può essere dovuto allo stato confusionale dato dalla sindrome amnesica tipica dell’encefalite virale, alla lesione del lobo temporale che può generare la sindrome di Kluver-Bucy, ad agnosia divisa, oppure, infine, a causa di una sociopatia acquisita in seguito all’azione del virus nel cervello. Un comportamento aggressivo dovuto ad encefalite virale deve essere attentamente esaminato sia per la diagnosi sia in caso di decisioni riguardanti l’imputabilità e/o la pericolosità sociale. I soggetti possono essere incapaci di intendere e di volere oppure ci si può trovare in un caso di malingering. In tutti questi casi, l’esame neuropsicologico, affiancato alle tecniche di neuroimaging e della medicina, risulta essenziale per delineare il percorso di cura più adeguato al soggetto colpito da encefalite virale.

Encefaliti virali: sequele neuropsicologiche e comportamentali

CANTINI, SARA MARIA
2021/2022

Abstract

L’encefalite virale è una rara problematica, di cui ancora oggi non conosciamo tantissimo, che si presenta come un’infiammazione del parenchima cerebrale e che in certi paesi e in certi casi ha un indice di mortalità ancora molto alto. Essa può essere dovuta a diversi agenti patogeni. I più comuni sono gli Herpes Virus (Herpes Simplex Virus 1 e 2, Citomegalovirus, Varicella Zoster Virus, Herpes Human Virus 6), gli Enterovirus, gli arbovirus (West Nile Virus, Dengue, virus dell’encefalite giapponese), il virus dell’influenza e del morbillo, il virus della rabbia e della pseudorabbia; infine, anche i coronavirus, tra cui il COVID-19 possono causare encefalite virale. Questi virus possono invadere il cervello in tre modi diversi: attraverso la via paracellulare, transcellulare e il meccanismo del cavallo di troia. Le aree del cervello colpite variano in base al tipo di virus e al soggetto ma principalmente risultano essere: il lobo frontale, il lobo temporale, talamo, ippocampo, amigdala e insula. La presenza del virus nel cervello viene confermata grazie a diverse tecniche di neuroimaging, l’analisi del liquido cerebrospinale e la polymerase chain reaction (PCR). L’obiettivo principale di questo lavoro di rassegna bibliografica è quello di evidenziare quelle che sono le conseguenze neuropsicologiche e comportamentali a breve e lungo termine causate dall’encefaliti virali. Sono state evidenziate sequele di diversi livelli di gravità in particolare nelle aree della cognizione, della memoria, del linguaggio, delle funzioni esecutive, dell’equilibrio psichico e identitario. Anche il comportamento viene intaccato e a volte questo avviene in termini di aggressività e violenza verso gli altri; questo può essere dovuto allo stato confusionale dato dalla sindrome amnesica tipica dell’encefalite virale, alla lesione del lobo temporale che può generare la sindrome di Kluver-Bucy, ad agnosia divisa, oppure, infine, a causa di una sociopatia acquisita in seguito all’azione del virus nel cervello. Un comportamento aggressivo dovuto ad encefalite virale deve essere attentamente esaminato sia per la diagnosi sia in caso di decisioni riguardanti l’imputabilità e/o la pericolosità sociale. I soggetti possono essere incapaci di intendere e di volere oppure ci si può trovare in un caso di malingering. In tutti questi casi, l’esame neuropsicologico, affiancato alle tecniche di neuroimaging e della medicina, risulta essenziale per delineare il percorso di cura più adeguato al soggetto colpito da encefalite virale.
ITA
Viral encephalitis is a rare problem, about which we still don't know much today, which presents itself as an inflammation of the brain parenchyma and which in certain countries and in certain cases still has a very high mortality rate. It can be due to various pathogens. The most common are Herpes Viruses (Herpes Simplex Virus 1 and 2, Cytomegalovirus, Varicella Zoster Virus, Herpes Human Virus 6), Enteroviruses, Arboviruses (West Nile Virus, Dengue, Japanese encephalitis virus), flu and measles, rabies and pseudorabies virus; finally, coronaviruses, including COVID-19, can also cause viral encephalitis. These viruses can invade the brain in three different ways: through the paracellular, transcellular and trojan horse mechanism. The areas of the brain affected vary according to the type of virus and the subject but mainly appear to be: the frontal lobe, the temporal lobe, thalamus, hippocampus, amygdala and insula. The presence of the virus in the brain is confirmed thanks to various neuroimaging techniques, the analysis of the cerebrospinal fluid and the polymerase chain reaction (PCR). The main objective of this bibliographic review work is to highlight the short and long-term neuropsychological and behavioral consequences caused by viral encephalitis. Sequelae of different levels of severity have been highlighted, particularly in the areas of cognition, memory, language, executive functions, psychic balance and identity. Behavior is also affected and sometimes this happens in terms of aggression and violence towards others; this may be due to the confusional state given by the amnesic syndrome typical of viral encephalitis, to the lesion of the temporal lobe which can generate the Kluver-Bucy syndrome, to divided agnosia, or, finally, due to a sociopathy acquired following the action of the virus in the brain. Aggressive behavior due to viral encephalitis must be carefully examined both for diagnosis and in decisions regarding liability and/or social danger. The subjects may be incapable of understanding or wanting or there may be a case of malingering. In all these cases, the neuropsychological examination, combined with neuroimaging techniques and medicine, is essential to outline the most appropriate treatment path for the subject affected by viral encephalitis.
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