“Nel cercare di decodificare una misoginia radicata ma interessante, sono arrivata a pensare che il cinema di Godard conosca le proprie trappole e che stia ancora investigando e lottando per dare suoni e immagini alle mitologie che infestano la nostra cultura, non essendo tuttavia più in grado di sfidarle. Per la curiosità femminista tutto ciò è ancora una miniera d’oro” (Mulvey L. (2004), Il buco e lo zero: visioni della femminilità in Godard, in Fanara G., Giovannelli F. (a cura di) (2004), Eretiche ed erotiche. Le donne, le idee, il cinema, Liguori Editore, Napoli, p. 163). Laura Mulvey termina con queste parole la sua riflessione sul cinema di Jean-Luc Godard. Il regista, a partire dagli anni Sessanta, compone delle opere nelle quali la figura della donna è centrale. L’analogia tra il corpo della donna e i prodotti di consumo, il dualismo vergine - puttana, la prostituta, la donna come feticcio perfetto, l’analogia tra corpo della donna e cinema, entrambi con l’attributo dello spettacolo, sono solo alcuni dei temi visibili nel cinema di Godard che richiedono ed effettivamente ottengono un’attenta analisi da parte della teorica femminista Laura Mulvey. Ma non sono solo temi, quelli appena elencati, sono “mitologie che infestano la nostra cultura” e di conseguenza il cinema. Il primo a rendersene conto è proprio Godard che sembra servirsi, nei suoi capolavori, di un feticismo consapevole. Lo scopo della mia tesi di laurea è considerare le analisi femministe di Laura Mulvey sul cinema di Jean-Luc Godard; servendomi degli studi di Mulvey, è mia volontà comprendere come, a partire dagli anni Sessanta, le figure femminili ideate da Jean-Luc Godard abbiano profondamente segnato e definito il cinema del celebre regista.
Superficie e segreto: le fasi della rappresentazione della femminilità nel cinema di Jean-Luc Godard secondo Laura Mulvey
ABATE, GIADA
2021/2022
Abstract
“Nel cercare di decodificare una misoginia radicata ma interessante, sono arrivata a pensare che il cinema di Godard conosca le proprie trappole e che stia ancora investigando e lottando per dare suoni e immagini alle mitologie che infestano la nostra cultura, non essendo tuttavia più in grado di sfidarle. Per la curiosità femminista tutto ciò è ancora una miniera d’oro” (Mulvey L. (2004), Il buco e lo zero: visioni della femminilità in Godard, in Fanara G., Giovannelli F. (a cura di) (2004), Eretiche ed erotiche. Le donne, le idee, il cinema, Liguori Editore, Napoli, p. 163). Laura Mulvey termina con queste parole la sua riflessione sul cinema di Jean-Luc Godard. Il regista, a partire dagli anni Sessanta, compone delle opere nelle quali la figura della donna è centrale. L’analogia tra il corpo della donna e i prodotti di consumo, il dualismo vergine - puttana, la prostituta, la donna come feticcio perfetto, l’analogia tra corpo della donna e cinema, entrambi con l’attributo dello spettacolo, sono solo alcuni dei temi visibili nel cinema di Godard che richiedono ed effettivamente ottengono un’attenta analisi da parte della teorica femminista Laura Mulvey. Ma non sono solo temi, quelli appena elencati, sono “mitologie che infestano la nostra cultura” e di conseguenza il cinema. Il primo a rendersene conto è proprio Godard che sembra servirsi, nei suoi capolavori, di un feticismo consapevole. Lo scopo della mia tesi di laurea è considerare le analisi femministe di Laura Mulvey sul cinema di Jean-Luc Godard; servendomi degli studi di Mulvey, è mia volontà comprendere come, a partire dagli anni Sessanta, le figure femminili ideate da Jean-Luc Godard abbiano profondamente segnato e definito il cinema del celebre regista.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/85429