La trasformazione da uno Stato agricolo a un Paese industrializzato con un ruolo centrale nell’economia globale è un processo che in molti Paesi europei si è sviluppato nel corso di un secolo, in Italia ha avuto un processo molto più breve. Il prezzo di questa impetuosa modernizzazione è stato molto caro. Il boom economico del secondo dopoguerra in Italia è accompagnato da una forte disuguaglianza sociale, dallo sradicamento dei lavoratori meridionali costretti a lasciare le proprie terre, dalle misere condizioni di vita e di abitazione della classe operaia e dalla costante del ricatto nei luoghi di lavoro. Il biennio 68-69, esito di un periodo di scontri di piazza dove soprattutto tra la fine della guerra e gli anni Cinquanta si contano diversi morti, ribalta la prospettiva aprendo diversi scenari di lotta che vedono come protagonisti prima gli studenti, poi la classe operaia. Durante gli anni Settanta il livello di conflitto della contestazione, da sinistra e da destra, raggiunge il suo apice. La protesta non è più circoscritta alle manifestazioni di piazza, in fabbrica e nelle università ma prende la forma di una violenta lotta armata su più fronti. I documenti da me analizzati presso l’Archivio di Stato di Via Piave 21 a Torino sono una testimonianza di una parte della razionalizzazione di quella violenza, di quali carte sono state usate per amministrare la lotta armata, di come sono fatti degli “appunti per una guerriglia”. Durante il primo semestre del 2022 mi sono dedicato allo studio e alla comprensione di numerose carte concernenti la gestione della lotta armata dei militanti brigatisti, confrontando simultaneamente il materiale d’archivio e la copiosa bibliografia in questione. Una bibliografia molto estesa in cui non mancano le contraddizioni interne, conseguenza inevitabile quando si analizza un tema cos’ recente e così ancora intimamente politico. Si tratta di due reperti differenti: un insieme di carte e documenti dell’organizzazione nei suoi primi anni di attività e un lungo schedario su tutti i potenziabili bersagli politici. A distanza di cinquant’anni dagli anni Settanta, il ricorso allo studio delle carte e dei documenti redatti in quel decennio rappresenta ora il canale privilegiato per affrontare un tema che altrimenti, nell’opinione pubblica italiana, è ancora trattato spesso con superficialità. Può sembrare a volte che la cultura italiana non abbia fatto i conti con quella stagione, come un trauma non superato, un tema lasciato volutamente nella confusione e liquidato velocemente con l’espressione anni di piombo, resuscitato all’occasione anche per screditare le contestazioni dei giorni nostri. Persiste inoltre un problema di comprensione dello stesso linguaggio di allora. Lo studio delle carte e la loro contestualizzazione permettono quindi di scoprire ancora qualcosa sulla politica degli anni Settanta e sulle dinamiche delle generazioni che li hanno forgiati, permettendo di creare ogni volta un quadro più chiaro attorno a quest’alone di mistero.

Amministrare la lotta armata. Il nucleo storico delle Brigate Rosse nelle carte dell'Ufficio corpi di reato del tribunale di Torino (1970-1974)

NIELOUD, GIORGIO
2022/2023

Abstract

La trasformazione da uno Stato agricolo a un Paese industrializzato con un ruolo centrale nell’economia globale è un processo che in molti Paesi europei si è sviluppato nel corso di un secolo, in Italia ha avuto un processo molto più breve. Il prezzo di questa impetuosa modernizzazione è stato molto caro. Il boom economico del secondo dopoguerra in Italia è accompagnato da una forte disuguaglianza sociale, dallo sradicamento dei lavoratori meridionali costretti a lasciare le proprie terre, dalle misere condizioni di vita e di abitazione della classe operaia e dalla costante del ricatto nei luoghi di lavoro. Il biennio 68-69, esito di un periodo di scontri di piazza dove soprattutto tra la fine della guerra e gli anni Cinquanta si contano diversi morti, ribalta la prospettiva aprendo diversi scenari di lotta che vedono come protagonisti prima gli studenti, poi la classe operaia. Durante gli anni Settanta il livello di conflitto della contestazione, da sinistra e da destra, raggiunge il suo apice. La protesta non è più circoscritta alle manifestazioni di piazza, in fabbrica e nelle università ma prende la forma di una violenta lotta armata su più fronti. I documenti da me analizzati presso l’Archivio di Stato di Via Piave 21 a Torino sono una testimonianza di una parte della razionalizzazione di quella violenza, di quali carte sono state usate per amministrare la lotta armata, di come sono fatti degli “appunti per una guerriglia”. Durante il primo semestre del 2022 mi sono dedicato allo studio e alla comprensione di numerose carte concernenti la gestione della lotta armata dei militanti brigatisti, confrontando simultaneamente il materiale d’archivio e la copiosa bibliografia in questione. Una bibliografia molto estesa in cui non mancano le contraddizioni interne, conseguenza inevitabile quando si analizza un tema cos’ recente e così ancora intimamente politico. Si tratta di due reperti differenti: un insieme di carte e documenti dell’organizzazione nei suoi primi anni di attività e un lungo schedario su tutti i potenziabili bersagli politici. A distanza di cinquant’anni dagli anni Settanta, il ricorso allo studio delle carte e dei documenti redatti in quel decennio rappresenta ora il canale privilegiato per affrontare un tema che altrimenti, nell’opinione pubblica italiana, è ancora trattato spesso con superficialità. Può sembrare a volte che la cultura italiana non abbia fatto i conti con quella stagione, come un trauma non superato, un tema lasciato volutamente nella confusione e liquidato velocemente con l’espressione anni di piombo, resuscitato all’occasione anche per screditare le contestazioni dei giorni nostri. Persiste inoltre un problema di comprensione dello stesso linguaggio di allora. Lo studio delle carte e la loro contestualizzazione permettono quindi di scoprire ancora qualcosa sulla politica degli anni Settanta e sulle dinamiche delle generazioni che li hanno forgiati, permettendo di creare ogni volta un quadro più chiaro attorno a quest’alone di mistero.
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