Introduzione: La SIDS è la sindrome della morte improvvisa del lattante, Sudden Infant Death Syndrome; per definizione, la causa della morte rimane sconosciuta nonostante le numerose indagini. La SIDS si inserisce nell’ambito delle Morti Improvvise in età infantile (Sudden Unexpected Infant Deaths, SUID), che comprendono anche le morti spiegate al termine del processo diagnostico: in quest’ultima categoria rientrano anche i decessi causati da un contesto di sonno non sicuro. Negli anni sono state avviate varie campagne di prevenzione per cercare di sensibilizzare la popolazione su questo fenomeno; grazie a questi sforzi a livello internazionale, il numero di morti si è ridotto notevolmente, ma purtroppo la SIDS rimane la prima causa principale di morte infantile al di fuori del periodo neonatale. Sono stati individuati diversi fattori di rischio e protettivi della SIDS/SUID. Ad esempio, il sonno in posizione supina e non inclinata, l’allattamento materno e la condivisione della stanza con i genitori sono fattori protettivi. L’esposizione al fumo di sigaretta invece è un fattore di rischio. Molto importante è anche la preparazione del letto dove dorme il bambino, che deve essere posizionato con i piedi che toccano il fondo del lettino, in modo che non possa scivolare sotto le coperte, senza cuscino, peluche od oggetti soffici che possano portare a soffocamento accidentale. Lo scopo del presente lavoro è quello di verificare se all’interno dei servizi educativi 0-3 anni si possiedono le conoscenze necessarie sul sonno sicuro. Metodi: È stato realizzato un questionario somministrato tramite invio telematico a tutti gli operatori dei servizi educativi 0-3 anni della Regione Piemonte. Il questionario è composto da 24 domande; i risultati sono stati presentanti in numeri assoluti percentuali. Risultati: Al questionario hanno risposto in totale 13 educatori appartenenti ai nidi della provincia di Alessandria, Torino e Vercelli; il 53% di essi lavora nel servizio educativo da meno di 10 anni. Gli operatori intervistati lavoravano in sezioni composte da divezzi (2-3 anni) nel 30,8% dei casi e miste (6 mesi- 1 anno) nei restanti casi (69%). Per quanto riguarda il momento di preparazione alla nanna, quasi tutte le educatrici seguono la stessa routine: cambiare i bambini, lavarli, leggere storielle oppure cantare canzoni insieme. 3 Tutti gli educatori hanno affermato che i lattanti dormono nella culla, ma più della metà di essi non inclina il piano d’appoggio (63%) in modo da tenere la testa del bambino leggermente sollevata. La metà degli intervistati colloca il bambino in posizione laterale, mentre solo il 38% in posizione supina. Alla quasi totalità dei bambini (76%) è permesso l’uso del ciuccio, che viene utilizzato con catenelle nel 53% dei casi. Il 68% dichiara di usare un cuscino per i bambini. Discussione: Il presente lavoro mostra che all’interno dei servizi educativi 0-3 anni non si hanno le conoscenze necessarie sul sonno sicuro. Bisognerebbe cercare di realizzare più campagne per la sensibilizzazione prima di tutto degli operatori, ma poi anche delle famiglie.

Regole per un sonno sicuro al nido e prevenzione della SIDS

GRANZIERO, VITTORIA
2021/2022

Abstract

Introduzione: La SIDS è la sindrome della morte improvvisa del lattante, Sudden Infant Death Syndrome; per definizione, la causa della morte rimane sconosciuta nonostante le numerose indagini. La SIDS si inserisce nell’ambito delle Morti Improvvise in età infantile (Sudden Unexpected Infant Deaths, SUID), che comprendono anche le morti spiegate al termine del processo diagnostico: in quest’ultima categoria rientrano anche i decessi causati da un contesto di sonno non sicuro. Negli anni sono state avviate varie campagne di prevenzione per cercare di sensibilizzare la popolazione su questo fenomeno; grazie a questi sforzi a livello internazionale, il numero di morti si è ridotto notevolmente, ma purtroppo la SIDS rimane la prima causa principale di morte infantile al di fuori del periodo neonatale. Sono stati individuati diversi fattori di rischio e protettivi della SIDS/SUID. Ad esempio, il sonno in posizione supina e non inclinata, l’allattamento materno e la condivisione della stanza con i genitori sono fattori protettivi. L’esposizione al fumo di sigaretta invece è un fattore di rischio. Molto importante è anche la preparazione del letto dove dorme il bambino, che deve essere posizionato con i piedi che toccano il fondo del lettino, in modo che non possa scivolare sotto le coperte, senza cuscino, peluche od oggetti soffici che possano portare a soffocamento accidentale. Lo scopo del presente lavoro è quello di verificare se all’interno dei servizi educativi 0-3 anni si possiedono le conoscenze necessarie sul sonno sicuro. Metodi: È stato realizzato un questionario somministrato tramite invio telematico a tutti gli operatori dei servizi educativi 0-3 anni della Regione Piemonte. Il questionario è composto da 24 domande; i risultati sono stati presentanti in numeri assoluti percentuali. Risultati: Al questionario hanno risposto in totale 13 educatori appartenenti ai nidi della provincia di Alessandria, Torino e Vercelli; il 53% di essi lavora nel servizio educativo da meno di 10 anni. Gli operatori intervistati lavoravano in sezioni composte da divezzi (2-3 anni) nel 30,8% dei casi e miste (6 mesi- 1 anno) nei restanti casi (69%). Per quanto riguarda il momento di preparazione alla nanna, quasi tutte le educatrici seguono la stessa routine: cambiare i bambini, lavarli, leggere storielle oppure cantare canzoni insieme. 3 Tutti gli educatori hanno affermato che i lattanti dormono nella culla, ma più della metà di essi non inclina il piano d’appoggio (63%) in modo da tenere la testa del bambino leggermente sollevata. La metà degli intervistati colloca il bambino in posizione laterale, mentre solo il 38% in posizione supina. Alla quasi totalità dei bambini (76%) è permesso l’uso del ciuccio, che viene utilizzato con catenelle nel 53% dei casi. Il 68% dichiara di usare un cuscino per i bambini. Discussione: Il presente lavoro mostra che all’interno dei servizi educativi 0-3 anni non si hanno le conoscenze necessarie sul sonno sicuro. Bisognerebbe cercare di realizzare più campagne per la sensibilizzazione prima di tutto degli operatori, ma poi anche delle famiglie.
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