Il cancro alla prostata è la principale causa di morte per cancro negli uomini ed è la terza causa di morte più comune al mondo. La prostatectomia radicale rimane la modalità terapeutica primaria per i pazienti con carcinoma prostatico localizzato; tuttavia, la riuscita di questa operazione dipende dall’individuazione del tumore da parte del chirurgo che spesso è ostacolata da un basso contrasto tra il tumore stesso e il tessuto che lo circonda, determinando la presenza di cellule tumorali residue le quali sono considerate un forte predittore di una futura recidiva, presente nel circa 35% dei pazienti sottoposti a tale intervento entro 5 anni. Per aumentare l’accuratezza della chirurgia convenzionale e raggiungere, quindi, dei margini chirurgici negativi, è in studio una nuova tecnica di imaging nota sotto il nome di “Fluorescence Guided Surgery” (FGS) che permette al chirurgo di visualizzare i diversi tipi di tessuto durante un intervento chirurgico, i quali potrebbero non essere distinguibili sotto condizioni di luce bianca, illuminando la zona di interesse con una sorgente di luce esterna allo scopo di eccitare un agente di contrasto fluorescente. Per garantire risultati migliori, si vuole affiancare alla FGS la Terapia Fotodinamica (PDT), un trattamento che sfrutta l’assorbimento della luce di opportuna lunghezza d’onda da parte di un fotosensibilizzatore per la generazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) che causano la morte cellulare. Poiché i fotosensibilizzatori sono fluorescenti, possono anche fungere da agenti di contrasto nelle tecniche di imaging, quindi da cosiddetti “agenti teranostici”. L’obiettivo di questo lavoro è sviluppare due sonde fluorescenti nel vicino infrarosso mirate alla PSMA, proteina trans-membrana sovraespressa dalle cellule di cancro alla prostata in più del 90% della popolazione di pazienti affetti da questo tumore, per offrire al chirurgo un valido strumento intraoperatorio al fine di consentire una resezione completa del tumore e, conseguentemente, uccidere le cellule tumorali residue mediante la terapia fotodinamica.
SINTESI E CARATTERIZZAZIONE DI UNA SONDA INNOVATIVA PER LA CHIRURGIA GUIDATA DALLA FLUORESCENZA E PER LA TERAPIA FOTODINAMICA NEL CANCRO ALLA PROSTATA
LIUZZI, SIMONA
2021/2022
Abstract
Il cancro alla prostata è la principale causa di morte per cancro negli uomini ed è la terza causa di morte più comune al mondo. La prostatectomia radicale rimane la modalità terapeutica primaria per i pazienti con carcinoma prostatico localizzato; tuttavia, la riuscita di questa operazione dipende dall’individuazione del tumore da parte del chirurgo che spesso è ostacolata da un basso contrasto tra il tumore stesso e il tessuto che lo circonda, determinando la presenza di cellule tumorali residue le quali sono considerate un forte predittore di una futura recidiva, presente nel circa 35% dei pazienti sottoposti a tale intervento entro 5 anni. Per aumentare l’accuratezza della chirurgia convenzionale e raggiungere, quindi, dei margini chirurgici negativi, è in studio una nuova tecnica di imaging nota sotto il nome di “Fluorescence Guided Surgery” (FGS) che permette al chirurgo di visualizzare i diversi tipi di tessuto durante un intervento chirurgico, i quali potrebbero non essere distinguibili sotto condizioni di luce bianca, illuminando la zona di interesse con una sorgente di luce esterna allo scopo di eccitare un agente di contrasto fluorescente. Per garantire risultati migliori, si vuole affiancare alla FGS la Terapia Fotodinamica (PDT), un trattamento che sfrutta l’assorbimento della luce di opportuna lunghezza d’onda da parte di un fotosensibilizzatore per la generazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) che causano la morte cellulare. Poiché i fotosensibilizzatori sono fluorescenti, possono anche fungere da agenti di contrasto nelle tecniche di imaging, quindi da cosiddetti “agenti teranostici”. L’obiettivo di questo lavoro è sviluppare due sonde fluorescenti nel vicino infrarosso mirate alla PSMA, proteina trans-membrana sovraespressa dalle cellule di cancro alla prostata in più del 90% della popolazione di pazienti affetti da questo tumore, per offrire al chirurgo un valido strumento intraoperatorio al fine di consentire una resezione completa del tumore e, conseguentemente, uccidere le cellule tumorali residue mediante la terapia fotodinamica.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
942654_tesi-simonaliuzzi.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
3.27 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.27 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/85176