This thesis shows the interdisciplinary study and the restoration process carried out for the conservation of the wall painting detached from the former monastery of Santa Caterina in Savigliano by the Pozzo brothers of Valsolda. The fragment, depicting a bishop with three worshippers in adoration, was part of the fresco decoration of the presbytery vault. Its removal in the 1960s, due to the demolition of the building, meant that the fragment came down to us decontextualized concerning the entire pictorial cycle and much deteriorated due to the invasiveness of the tearing operation. Direct observation of the work, combined with special performed diagnostic investigations, made it possible to learn about the technique of execution, to identify the materials used, both by the artists and the restorer during the process of tearing and fixing the new support, and also made it possible to identify the degradation materials present on the work, such as a conspicuous amount of altered tearing glue that having continued the pulling process over the years, formed a widespread surface crack that was slowly removing part of the paint film. Thanks to the study and elaboration of the intervention method associated with objective technical-scientific data, it was possible to elaborate functional choices for the restoration operations, taking into account the criticalities presented by the artifact about the various constituent and superimposed materials. The evaluation of the materials used and methodological processes was carried out starting from specially created laboratory specimens, functional to the search for the best consolidating product and the identification of the best methodological process for the removal of residual tear glue. The main theme investigated was therefore the consolidation and cleaning of the paint film, which was raised and extremely fragile due to the residual glue left after the tearing operations. The rough the study it was possible to develop an ad hoc methodology focused on the search for the most suitable materials for the situation, which could guarantee the removal of the protein residues while still ensuring the adhesion and stability of the paint film. This was also in relation to the needs of the masonite support which, if subjected to excessive interaction with aqueous environments, could have generated further types of physical degradation. Given the need to remove the glue with aqueous and heating methods, it was necessary to identify a synthetic resin that could resist aqueous environments and locally applied heat sources. Subsequently, a work carried out on the same specimens made it possible to evaluate the performance of the Evolon® fabric in terms of its ability to remove the altered protein material by limiting the interaction of the masonite support with water. Thanks to the data collected and the study carried out, this restoration work gave the possibility to stabilize the forms of progressive deterioration present on the work by eliminating the altered substances recognized as certain causes, without affecting the original paint film and the support. Thanks to the intervention performed, it was therefore possible not only to improve the conservation conditions, but also to deepen our knowledge of the work from a cultural and technical-scientific point of view.
Il presente elaborato di tesi mostra lo studio interdisciplinare condotto e il processo di restauro eseguito per la conservazione del dipinto murale strappato dall’ex monastero di Santa Caterina in Savigliano realizzato dai fratelli Pozzo di Valsolda. Il frammento, raffigurante un vescovo con tre devoti in adorazione, era parte della decorazione a fresco della volta presbiteriale. L’intervento di asportazione avvenuto negli anni 60, a causa dell’abbattimento dell’edificio, ha fatto sì che il frammento arrivasse fino a noi decontestualizzato rispetto all’intero ciclo pittorico e molto deteriorato a causa dell’invasività dell’operazione di strappo. L’osservazione diretta dell’opera, unita a indagini diagnostiche appositamente eseguite, ha concesso di conoscere la tecnica d’esecuzione individuando i materiali usati, sia dagli artisti che dal restauratore durante il processo di strappo e fissaggio al nuovo supporto, e ha permesso anche di individuare i materiali di degrado presenti sull’opera, quali una cospicua quantità di colla di strappo alterata che, avendo continuato il processo di tiraggio negli anni, aveva formato una crettatura superficiale largamente diffusa che stava lentamente asportando parte della pellicola pittorica. Grazie allo studio e all’elaborazione del metodo di intervento associato dati tecnico-scientifici oggettivi è stato possibile elaborare scelte funzionali alle operazioni di restauro, tenendo conto delle criticità presentate dal manufatto in rapporto ai vari materiali costitutivi e soprammessi. La valutazione dei materiali usati e dei processi metodologici è stata effettuata partendo da provini appositamente creati in laboratorio, funzionali alla ricerca del miglior prodotto consolidante e all’individuazione del miglior processo metodologico per l’asportazione della colla di strappo residua. Il principale tema approfondito è stato quindi quello legato al consolidamento e alla pulitura della pellicola pittorica che, a causa dei residui di colla lasciati dopo le operazioni di strappo, risultava sollevata ed estremamente fragile. Lo studio ha permesso di elaborare una metodologia realizzata ad hoc, incentrata sulla ricerca dei materiali maggiormente adatti alla situazione e che potesse garantire l’asportazione dei residui proteici garantendo comunque l’adesione e la stabilità della pellicola pittorica. Questo in relazione anche alle esigenze del supporto in masonite che, se sottoposto ad eccessive interazioni con ambienti acquosi, avrebbe potuto generare ulteriori tipi di degrado di tipo fisico. Data la necessità di asportare la colla con metodi acquosi e calore è stato necessario individuare una resina sintetica che potesse resistere ad ambiente acquoso e a fonti di calore localizzate. Successivamente il lavoro svolto sempre sui medesimi provini ha permesso di valutare le prestazioni del tessuto Evolon® per la capacità di rimozione del materiale proteico alterato limitando l’interazione del supporto in masonite con l’acqua. Tale intervento di restauro ha permesso, tramite i dati raccolti e lo studio svolto, di stabilizzare le forme di degrado progressivo presenti sull’opera andando ad eliminare le sostanze alterate soprammesse che ne erano la causa, senza però intaccare la pellicola pittorica originale e il supporto. Grazie all’intervento eseguito è stato possibile, dunque, non solo migliorare le condizioni conservative, ma anche approfondire la conoscenza dell’opera dal punto di vista culturale e tecnico-scientifico
Definizione delle metodologie d’intervento su un affresco strappato dei Pozzo di Valsolda proveniente da Savigliano: consolidamento e pulitura
ROSSO, GIORGIA
2021/2022
Abstract
Il presente elaborato di tesi mostra lo studio interdisciplinare condotto e il processo di restauro eseguito per la conservazione del dipinto murale strappato dall’ex monastero di Santa Caterina in Savigliano realizzato dai fratelli Pozzo di Valsolda. Il frammento, raffigurante un vescovo con tre devoti in adorazione, era parte della decorazione a fresco della volta presbiteriale. L’intervento di asportazione avvenuto negli anni 60, a causa dell’abbattimento dell’edificio, ha fatto sì che il frammento arrivasse fino a noi decontestualizzato rispetto all’intero ciclo pittorico e molto deteriorato a causa dell’invasività dell’operazione di strappo. L’osservazione diretta dell’opera, unita a indagini diagnostiche appositamente eseguite, ha concesso di conoscere la tecnica d’esecuzione individuando i materiali usati, sia dagli artisti che dal restauratore durante il processo di strappo e fissaggio al nuovo supporto, e ha permesso anche di individuare i materiali di degrado presenti sull’opera, quali una cospicua quantità di colla di strappo alterata che, avendo continuato il processo di tiraggio negli anni, aveva formato una crettatura superficiale largamente diffusa che stava lentamente asportando parte della pellicola pittorica. Grazie allo studio e all’elaborazione del metodo di intervento associato dati tecnico-scientifici oggettivi è stato possibile elaborare scelte funzionali alle operazioni di restauro, tenendo conto delle criticità presentate dal manufatto in rapporto ai vari materiali costitutivi e soprammessi. La valutazione dei materiali usati e dei processi metodologici è stata effettuata partendo da provini appositamente creati in laboratorio, funzionali alla ricerca del miglior prodotto consolidante e all’individuazione del miglior processo metodologico per l’asportazione della colla di strappo residua. Il principale tema approfondito è stato quindi quello legato al consolidamento e alla pulitura della pellicola pittorica che, a causa dei residui di colla lasciati dopo le operazioni di strappo, risultava sollevata ed estremamente fragile. Lo studio ha permesso di elaborare una metodologia realizzata ad hoc, incentrata sulla ricerca dei materiali maggiormente adatti alla situazione e che potesse garantire l’asportazione dei residui proteici garantendo comunque l’adesione e la stabilità della pellicola pittorica. Questo in relazione anche alle esigenze del supporto in masonite che, se sottoposto ad eccessive interazioni con ambienti acquosi, avrebbe potuto generare ulteriori tipi di degrado di tipo fisico. Data la necessità di asportare la colla con metodi acquosi e calore è stato necessario individuare una resina sintetica che potesse resistere ad ambiente acquoso e a fonti di calore localizzate. Successivamente il lavoro svolto sempre sui medesimi provini ha permesso di valutare le prestazioni del tessuto Evolon® per la capacità di rimozione del materiale proteico alterato limitando l’interazione del supporto in masonite con l’acqua. Tale intervento di restauro ha permesso, tramite i dati raccolti e lo studio svolto, di stabilizzare le forme di degrado progressivo presenti sull’opera andando ad eliminare le sostanze alterate soprammesse che ne erano la causa, senza però intaccare la pellicola pittorica originale e il supporto. Grazie all’intervento eseguito è stato possibile, dunque, non solo migliorare le condizioni conservative, ma anche approfondire la conoscenza dell’opera dal punto di vista culturale e tecnico-scientifico| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/84935