Lo scopo di questa tesi è mostrare le differenze tra due modelli ontologici contrapposti e le loro conseguenze sul modo di pensare il mondo: il modello di Platone e quello di Emanuele Severino. Attraverso l’analisi di alcuni articoli e libri pubblicati da studiosi di Platone, ho voluto mostrare le diverse interpretazioni del Timeo riguardanti la verità, il cosmo, il tempo e la figura del demiurgo. Nonostante il Timeo possa essere interpretato in maniera letterale o metaforica, un elemento mette tutti d’accordo: la differenza ontologica tra il mondo delle idee, immutabile ed eterno, e il mondo delle cose sensibili, che è copia del primo, e perciò mutevole e imperfetto. Emanuele Severino propone un modello ontologico diverso, ritornando a Parmenide per superarlo: l’Essere è mentre il nulla non è, il che comporta l’eternità dell’Essere e dunque di ogni determinazione, che egli include nell’Essere. Secondo Severino, l’errore di Platone e di tutta la filosofia occidentale successiva è stato quello di considerare l’Essere e il nulla, gli opposti per eccellenza, come se fossero in continua relazione. Reputare come immediatamente noto che ogni cosa provenga dal nulla e vi faccia ritorno è l’essenza del nichilismo, perché quest’oscillazione è soltanto una fede. Per Severino, l’Essere appare come diveniente ma ogni cosa è da sempre e per sempre nella casa dell’Essere eterno. Confrontando questi due diversi modelli ontologici ho esaminato le loro strutture e conseguenze distanti, trovando però, nei due autori, un’anima comune.
Platone ed Emanuele Severino a confronto: la concezione dell'essere e il suo effetto sulla verità
FEDELI, ALESSIO
2021/2022
Abstract
Lo scopo di questa tesi è mostrare le differenze tra due modelli ontologici contrapposti e le loro conseguenze sul modo di pensare il mondo: il modello di Platone e quello di Emanuele Severino. Attraverso l’analisi di alcuni articoli e libri pubblicati da studiosi di Platone, ho voluto mostrare le diverse interpretazioni del Timeo riguardanti la verità, il cosmo, il tempo e la figura del demiurgo. Nonostante il Timeo possa essere interpretato in maniera letterale o metaforica, un elemento mette tutti d’accordo: la differenza ontologica tra il mondo delle idee, immutabile ed eterno, e il mondo delle cose sensibili, che è copia del primo, e perciò mutevole e imperfetto. Emanuele Severino propone un modello ontologico diverso, ritornando a Parmenide per superarlo: l’Essere è mentre il nulla non è, il che comporta l’eternità dell’Essere e dunque di ogni determinazione, che egli include nell’Essere. Secondo Severino, l’errore di Platone e di tutta la filosofia occidentale successiva è stato quello di considerare l’Essere e il nulla, gli opposti per eccellenza, come se fossero in continua relazione. Reputare come immediatamente noto che ogni cosa provenga dal nulla e vi faccia ritorno è l’essenza del nichilismo, perché quest’oscillazione è soltanto una fede. Per Severino, l’Essere appare come diveniente ma ogni cosa è da sempre e per sempre nella casa dell’Essere eterno. Confrontando questi due diversi modelli ontologici ho esaminato le loro strutture e conseguenze distanti, trovando però, nei due autori, un’anima comune.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/84863