La crisi climatica è la crisi più grave che l’umanità abbia mai affrontato nella sua storia. Eventi metereologici estremi che una volta erano eccezionali sono diventati la norma mentre aumentano enormemente le perdite economiche e le persone costrette a migrare per evitare le conseguenze peggiori. Per affrontarla è richiesta una cooperazione internazionale a livello globale che finora non ha prodotto risultati in linea con gli obbiettivi dell’Accordo di Parigi essenziale per evitare le conseguenze più catastrofiche ed irreversibili. Si tratta di una crisi esistenziale che fonda la sue radici nella filosofia contemporanea individualista dominante mirata alla massimizzazione del profitto e alla crescita economica infinita. Per risolverla è necessario un cambio di paradigma: ripensare il sistema produttivo, il sistema dei trasporti, come sono disegnate le città, cosa consumiamo ma anche la struttura stessa della comunità internazionale, la sovranità degli stati e come vengono sfruttate le risorse naturali essenziali. Nel primo capitolo si esamina il funzionamento della crisi climatica dal punto di vista scientifico, i suoi impatti sociali e politici, come è stata affrontata a livello internazionale e come si evolverà in futuro. Successivamente si esplora il concetto di bene comune, dall’antica Grecia ai giorni nostri. Filosofi e studiosi spesso divergono su cosa debba essere considerato tale se una caratteristica morale, un oggetto materiale o uno spazio. Si passa quindi a vedere gli sviluppi recenti: come i beni comuni siano tornati in auge in questi ultimi decenni il concetto di commoning e il concetto di global commons partendo da alcuni esempi. Infine nel terzo capitolo si parla della gestione delle risorse naturali chiave per frenare il cambiamento climatico ed evitare le sue conseguenze più catastrofiche. In particolare si prende in esame la foresta amazzonica, la più grande foresta tropicale della Terra. Si tratta di un ecosistema vitale per regolare il clima terrestre che però è costantemente minacciato e sta venendo distrutto dall’espansione delle monocolture, degli allevamenti, dalle attività minerarie e dal traffico illegale di legname. Si nota come il diritto allo sfruttamento esclusivo delle risorse naturali basato sulla sovranità presenta alcuni problemi quando nei confini di uno stato sovrano si trova una risorsa di importanza planetaria la cui distruzione graverebbe su tutta l’umanità e non solo sulla popolazione nazionale. Considerando quindi le caratteristiche della gestione privata come di quella pubblica ci si focalizza sulla gestione dell’Amazzonia come commons. Si spazia dai trattati internazionali a quelli regionali al ruolo delle costituzioni nel difendere i diritti umani e l’accesso alle risorse naturali. Con particolare attenzione viene esaminata la parte svolta dai popoli indigeni nel proteggere le loro terre ancestrali impedendone il degrado ed esplorando nuove possibili soluzioni. Sono constatazioni interessanti ed urgenti per garantire un presente ed un futuro a milioni di persone, tutelare la biodiversità e mitigare la crisi climatica. ​

Foreste, deforestazione e crisi climatica: il caso dell'Amazzonia

DI STEFANO, EDOARDO
2021/2022

Abstract

La crisi climatica è la crisi più grave che l’umanità abbia mai affrontato nella sua storia. Eventi metereologici estremi che una volta erano eccezionali sono diventati la norma mentre aumentano enormemente le perdite economiche e le persone costrette a migrare per evitare le conseguenze peggiori. Per affrontarla è richiesta una cooperazione internazionale a livello globale che finora non ha prodotto risultati in linea con gli obbiettivi dell’Accordo di Parigi essenziale per evitare le conseguenze più catastrofiche ed irreversibili. Si tratta di una crisi esistenziale che fonda la sue radici nella filosofia contemporanea individualista dominante mirata alla massimizzazione del profitto e alla crescita economica infinita. Per risolverla è necessario un cambio di paradigma: ripensare il sistema produttivo, il sistema dei trasporti, come sono disegnate le città, cosa consumiamo ma anche la struttura stessa della comunità internazionale, la sovranità degli stati e come vengono sfruttate le risorse naturali essenziali. Nel primo capitolo si esamina il funzionamento della crisi climatica dal punto di vista scientifico, i suoi impatti sociali e politici, come è stata affrontata a livello internazionale e come si evolverà in futuro. Successivamente si esplora il concetto di bene comune, dall’antica Grecia ai giorni nostri. Filosofi e studiosi spesso divergono su cosa debba essere considerato tale se una caratteristica morale, un oggetto materiale o uno spazio. Si passa quindi a vedere gli sviluppi recenti: come i beni comuni siano tornati in auge in questi ultimi decenni il concetto di commoning e il concetto di global commons partendo da alcuni esempi. Infine nel terzo capitolo si parla della gestione delle risorse naturali chiave per frenare il cambiamento climatico ed evitare le sue conseguenze più catastrofiche. In particolare si prende in esame la foresta amazzonica, la più grande foresta tropicale della Terra. Si tratta di un ecosistema vitale per regolare il clima terrestre che però è costantemente minacciato e sta venendo distrutto dall’espansione delle monocolture, degli allevamenti, dalle attività minerarie e dal traffico illegale di legname. Si nota come il diritto allo sfruttamento esclusivo delle risorse naturali basato sulla sovranità presenta alcuni problemi quando nei confini di uno stato sovrano si trova una risorsa di importanza planetaria la cui distruzione graverebbe su tutta l’umanità e non solo sulla popolazione nazionale. Considerando quindi le caratteristiche della gestione privata come di quella pubblica ci si focalizza sulla gestione dell’Amazzonia come commons. Si spazia dai trattati internazionali a quelli regionali al ruolo delle costituzioni nel difendere i diritti umani e l’accesso alle risorse naturali. Con particolare attenzione viene esaminata la parte svolta dai popoli indigeni nel proteggere le loro terre ancestrali impedendone il degrado ed esplorando nuove possibili soluzioni. Sono constatazioni interessanti ed urgenti per garantire un presente ed un futuro a milioni di persone, tutelare la biodiversità e mitigare la crisi climatica. ​
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