Il settore apistico italiano sta affrontando un periodo travagliato, sia per l’andamento climatico sempre più incerto, con delle dirette conseguenze sulle produzioni di miele e degli altri prodotti apistici, e sia per le caratteristiche del mercato nel quale gli apicoltori devono muoversi. Questi elementi richiedono all’imprenditore una gestione attenta dei fattori produttivi, favorendone un uso efficiente e massimizzando l’efficacia delle scelte gestionali. L’analisi economica delle aziende produttrici di miele, quindi, sta assumendo sempre più importanza. In questo contesto la tesi di laurea ha l’obiettivo di valutare dal punto di vista economico sei aziende apistiche piemontesi per individuarne la redditività e stimare i costi di produzione del miele. L’analisi economica ha utilizzato i dati forniti dagli stessi apicoltori tramite un documento prima nota e approfonditi attraverso un’intervista in azienda. I dati raccolti sono stati analizzati attraverso lo strumento del bilancio economico, tramite il quale si sono determinati i valori di reddito netto e di reddito di lavoro dell’imprenditore e dei suoi famigliari, permettendo di esprimere dei giudizi sulla capacità gestionale. Il bilancio, infatti, è uno strumento che permette di comparare le voci attive e le voci passive di un’attività economica, così da poterne definire le criticità e le potenzialità. Dopo aver determinato la redditività dell’imprenditore ci si è focalizzati sui costi di produzione del miele. Si è voluto determinare il costo sostenuto per produrre un chilo di miele tramite due strategie: il costo pieno (full costing) e i costi variabili (direct costing). Inoltre, i costi espressi per chilogrammo di miele fanno riferimento sia alle produzioni per il mercato all’ingrosso sia per il mercato al dettaglio. Nell’esame dei costi si sono valutati nel dettaglio le voci della manodopera e del packaging rispetto alle spese varie. Mettendo poi in relazione alcuni dei valori economici ottenuti dal bilancio con altri dati tecnici si sono definiti due indici utili al confronto tra i sei casi esaminati per quanto riguarda diversi aspetti come manodopera, capitale investito, reddito netto, produzione lorda vendibile e costi. I risultati ottenuti sono tendenzialmente in linea con quelli attesi. In alcuni casi si è visto come la consistenza dei fabbricati presenti, e di conseguenza i costi e le quote ad essa legati, sia il fattore limitante nella composizione del reddito di lavoro. In altri casi studio è invece la manodopera esterna che incide in modo importante, anche per il 17% della produzione lorda vendibile. Allo stesso tempo ci sono aziende che hanno ottenuto dei buoni risultati grazie alla capacità di differenziare l’offerta, cercando di promuovere il prodotto finale così da spuntare un prezzo di vendita maggiore.
Valutazioni economiche di un gruppo di aziende apistiche piemontesi
BAIMA, LORENZO
2021/2022
Abstract
Il settore apistico italiano sta affrontando un periodo travagliato, sia per l’andamento climatico sempre più incerto, con delle dirette conseguenze sulle produzioni di miele e degli altri prodotti apistici, e sia per le caratteristiche del mercato nel quale gli apicoltori devono muoversi. Questi elementi richiedono all’imprenditore una gestione attenta dei fattori produttivi, favorendone un uso efficiente e massimizzando l’efficacia delle scelte gestionali. L’analisi economica delle aziende produttrici di miele, quindi, sta assumendo sempre più importanza. In questo contesto la tesi di laurea ha l’obiettivo di valutare dal punto di vista economico sei aziende apistiche piemontesi per individuarne la redditività e stimare i costi di produzione del miele. L’analisi economica ha utilizzato i dati forniti dagli stessi apicoltori tramite un documento prima nota e approfonditi attraverso un’intervista in azienda. I dati raccolti sono stati analizzati attraverso lo strumento del bilancio economico, tramite il quale si sono determinati i valori di reddito netto e di reddito di lavoro dell’imprenditore e dei suoi famigliari, permettendo di esprimere dei giudizi sulla capacità gestionale. Il bilancio, infatti, è uno strumento che permette di comparare le voci attive e le voci passive di un’attività economica, così da poterne definire le criticità e le potenzialità. Dopo aver determinato la redditività dell’imprenditore ci si è focalizzati sui costi di produzione del miele. Si è voluto determinare il costo sostenuto per produrre un chilo di miele tramite due strategie: il costo pieno (full costing) e i costi variabili (direct costing). Inoltre, i costi espressi per chilogrammo di miele fanno riferimento sia alle produzioni per il mercato all’ingrosso sia per il mercato al dettaglio. Nell’esame dei costi si sono valutati nel dettaglio le voci della manodopera e del packaging rispetto alle spese varie. Mettendo poi in relazione alcuni dei valori economici ottenuti dal bilancio con altri dati tecnici si sono definiti due indici utili al confronto tra i sei casi esaminati per quanto riguarda diversi aspetti come manodopera, capitale investito, reddito netto, produzione lorda vendibile e costi. I risultati ottenuti sono tendenzialmente in linea con quelli attesi. In alcuni casi si è visto come la consistenza dei fabbricati presenti, e di conseguenza i costi e le quote ad essa legati, sia il fattore limitante nella composizione del reddito di lavoro. In altri casi studio è invece la manodopera esterna che incide in modo importante, anche per il 17% della produzione lorda vendibile. Allo stesso tempo ci sono aziende che hanno ottenuto dei buoni risultati grazie alla capacità di differenziare l’offerta, cercando di promuovere il prodotto finale così da spuntare un prezzo di vendita maggiore.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/84554