L’introduzione dell’Imposta sul valore aggiunto ha segnato un punto di svolta nella storia italiana ed europea.L’elaborato mostrerà l’evoluzione storica dell’imposta con il fine di delinearne le caratteristiche che la contraddistingono. L’IVA ha sostituito l’IGE ovvero l’imposta generale sulle entrate. Questa imposta risultava essere distorsiva in quanto rientrava nella categoria delle imposte plurifase, cumulative ed a “ cascata ”. Secondo questa imposizione venivano penalizzate le imprese che prevedevano un percorso produttivo più lungo in quanto l’IGE veniva applicata a ogni fase della produzione in modo cumulativo. Inoltre, era emerso a livello europeo, la necessità di una maggiore armonizzazione e il bisogno di adottare una struttura di imposizione che fosse comune a tutti gli Stati membri. Per queste ragioni l’IVA è diventata l’imposta comunitaria più importante e ancora oggi rappresenta una valida fonte di finanziamento per l’Unione Europea e per gli Stati stessi. Tuttavia, risulta essere una delle imposte più evase. Il problema della raccolta del gettito colloca l’Italia nelle ultime posizioni proprio in merito alla capacità di raccolta del ricavo IVA. Per poter contrastare il fenomeno dell’evasione sono stati creati dei meccanismi come il reverse charge e lo split payment. Questi strumenti hanno contribuito a limitare i comportamenti illeciti e hanno contrastato i problemi legati agli effetti distorsivi di tale pratica. I paesi europei si differenziano anche in base al valore delle aliquote da applicare. La direttiva 2006/112/CE regola il funzionamento a livello comunitario e stabilisce alcuni punti fondamentali. Questo elaborato mostrerà che il criterio di classificazione non esclude casi particolari e problematiche. Casi come quello del caffè o delle erbe aromatiche fanno emergere il necessario bisogno di una riforma che possa portare maggiore semplificazione e logica all’interno dei gruppi. Un passo in avanti è stato fatto con la Direttiva UE 2022/542 del Consiglio. Vengono introdotte una serie di modifiche alla direttiva precendente del 2006/112/CE con il fine di rendere più armonioso il quadro europeo dell’applicazione dell’IVA. Vengono introdotti, nel gruppo dei beni ai quali è possibile applicare un’aliquota ridotta, quelli che hanno un impatto positivo sull’ambiente con l’obiettivo di contrastare il problema del cambiamento climatico. Secondo lo stesso principio sono esclusi dall’applicazione delle aliquote scontate i prodotti che non hanno riguardi ambientali. Inoltre, la direttiva esaminata si impegna a considerare i servizi erogati in streaming degni di attenzione al fine di perseguire la digitalizzazione degli Stati membri.

L'Imposta sul Valore Aggiunto: il contrasto all'evasione e prospettiva delle aliquote in Europa

MUSA, VALENTINA
2021/2022

Abstract

L’introduzione dell’Imposta sul valore aggiunto ha segnato un punto di svolta nella storia italiana ed europea.L’elaborato mostrerà l’evoluzione storica dell’imposta con il fine di delinearne le caratteristiche che la contraddistingono. L’IVA ha sostituito l’IGE ovvero l’imposta generale sulle entrate. Questa imposta risultava essere distorsiva in quanto rientrava nella categoria delle imposte plurifase, cumulative ed a “ cascata ”. Secondo questa imposizione venivano penalizzate le imprese che prevedevano un percorso produttivo più lungo in quanto l’IGE veniva applicata a ogni fase della produzione in modo cumulativo. Inoltre, era emerso a livello europeo, la necessità di una maggiore armonizzazione e il bisogno di adottare una struttura di imposizione che fosse comune a tutti gli Stati membri. Per queste ragioni l’IVA è diventata l’imposta comunitaria più importante e ancora oggi rappresenta una valida fonte di finanziamento per l’Unione Europea e per gli Stati stessi. Tuttavia, risulta essere una delle imposte più evase. Il problema della raccolta del gettito colloca l’Italia nelle ultime posizioni proprio in merito alla capacità di raccolta del ricavo IVA. Per poter contrastare il fenomeno dell’evasione sono stati creati dei meccanismi come il reverse charge e lo split payment. Questi strumenti hanno contribuito a limitare i comportamenti illeciti e hanno contrastato i problemi legati agli effetti distorsivi di tale pratica. I paesi europei si differenziano anche in base al valore delle aliquote da applicare. La direttiva 2006/112/CE regola il funzionamento a livello comunitario e stabilisce alcuni punti fondamentali. Questo elaborato mostrerà che il criterio di classificazione non esclude casi particolari e problematiche. Casi come quello del caffè o delle erbe aromatiche fanno emergere il necessario bisogno di una riforma che possa portare maggiore semplificazione e logica all’interno dei gruppi. Un passo in avanti è stato fatto con la Direttiva UE 2022/542 del Consiglio. Vengono introdotte una serie di modifiche alla direttiva precendente del 2006/112/CE con il fine di rendere più armonioso il quadro europeo dell’applicazione dell’IVA. Vengono introdotti, nel gruppo dei beni ai quali è possibile applicare un’aliquota ridotta, quelli che hanno un impatto positivo sull’ambiente con l’obiettivo di contrastare il problema del cambiamento climatico. Secondo lo stesso principio sono esclusi dall’applicazione delle aliquote scontate i prodotti che non hanno riguardi ambientali. Inoltre, la direttiva esaminata si impegna a considerare i servizi erogati in streaming degni di attenzione al fine di perseguire la digitalizzazione degli Stati membri.
ITA
IMPORT DA TESIONLINE
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
899865_elaborato_prova_finale_musa_valentina_899865.pdf

non disponibili

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 899.58 kB
Formato Adobe PDF
899.58 kB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/84401