«Libertà d’espressione e democrazia, dall’isegoria alla post-verità» tratta il tema della costruzione dell’opinione pubblica, così come la democrazia la pretende: libera ed informata. Partendo dai motivi che rendono il governo del popolo dipendente dall’esistenza del cittadino informato, nel capitolo primo si cerca di analizzare il tema attraverso gli occhi degli antichi greci. Già nel V secolo si conosceva infatti l’importanza della libertà di parola ed il potere della retorica, entrambe necessarie al buon funzionamento degli organi democratici. La trattazione si sviluppa nel corso delle pagine seguendo un filo temporale, quello della difficile convivenza fra libertà d’opinione e sviluppo dei media. Nel farlo vengono affrontati i punti di vista e le riflessioni di diversi autori del tempo e di filosofi che hanno guardato al passato in cerca di risposte. L’interrogativo alla base dello scritto è: la realizzazione della cittadinanza critica e informata è possibile? Il tentativo di ricostruzione storica è un’esigenza che cerca di accompagnare il lettore verso l’anima della tesi: la nascita e lo sviluppo dei mass media. Di questo si occupa infatti il secondo capitolo, che illustra le diverse teorie legate ai diritti e poteri di stampa, radio e televisione. Osservando le proprietà e le logiche interne di tali mezzi sarà poi man mano evidente come la propaganda e la manipolazione siano caratteristiche spesso intrinseche alla logica dei mass media. Se infatti da un lato il progresso tecnologico, che ha permesso una capillare diffusione della notizia, ha rappresentato un’importante strumento della politica per avvicinarsi al cittadino, dall’altro la progressiva confusione dei tre poteri sociali - politico, ideologico ed economico – ha intaccato per sempre questo rapporto. Le regole della democrazia, che vogliono l’opinione pubblica al centro della polis, perché le decisioni prese siano quelle che aspirano al buon governo, sono state così compromesse. Verso la conclusione il testo tratta brevemente anche la realtà attuale, quella dei cosiddetti nuovi media che, con l’avvento di internet, sono a tutti gli effetti diventati la nuova ossessione del nostro mondo. Come si evince nel terzo capitolo, i social rappresentano un’ulteriore sfida per il rapporto cittadino-democrazia che, pur essendo in continua evoluzione, per ora non ha intrapreso una strada diversa rispetto a quella che i mezzi tradizionali hanno tracciato. Anzi, si va delineando una società del post: della post-modernità, della post-verità e della post-democrazia. La libertà d’espressione, colonna portante nella formazione della pubblica opinione, sembra oggi essere passata in secondo piano, sostituita dalla spasmodica ricerca della verità. Il cospicuo aumento di fonti d’informazione ha poi generato un effetto contrario rispetto a quello desiderato: più che chiarezza ad oggi si diffonde confusione. Nella crisi che caratterizza ormai da tempo il regime democratico, questa tesi tenta di puntare i riflettori su quella che è diventata ormai un’esigenza: limitare e controllare il potere dei mass media. L’opinione pubblica anestetizzata rende il potere, citando Luigi Ferrajoli, selvaggio .
Libertà d’espressione e democrazia. Dall’isegoria alla post-verità.
GRAZIATO, ARIANNA
2021/2022
Abstract
«Libertà d’espressione e democrazia, dall’isegoria alla post-verità» tratta il tema della costruzione dell’opinione pubblica, così come la democrazia la pretende: libera ed informata. Partendo dai motivi che rendono il governo del popolo dipendente dall’esistenza del cittadino informato, nel capitolo primo si cerca di analizzare il tema attraverso gli occhi degli antichi greci. Già nel V secolo si conosceva infatti l’importanza della libertà di parola ed il potere della retorica, entrambe necessarie al buon funzionamento degli organi democratici. La trattazione si sviluppa nel corso delle pagine seguendo un filo temporale, quello della difficile convivenza fra libertà d’opinione e sviluppo dei media. Nel farlo vengono affrontati i punti di vista e le riflessioni di diversi autori del tempo e di filosofi che hanno guardato al passato in cerca di risposte. L’interrogativo alla base dello scritto è: la realizzazione della cittadinanza critica e informata è possibile? Il tentativo di ricostruzione storica è un’esigenza che cerca di accompagnare il lettore verso l’anima della tesi: la nascita e lo sviluppo dei mass media. Di questo si occupa infatti il secondo capitolo, che illustra le diverse teorie legate ai diritti e poteri di stampa, radio e televisione. Osservando le proprietà e le logiche interne di tali mezzi sarà poi man mano evidente come la propaganda e la manipolazione siano caratteristiche spesso intrinseche alla logica dei mass media. Se infatti da un lato il progresso tecnologico, che ha permesso una capillare diffusione della notizia, ha rappresentato un’importante strumento della politica per avvicinarsi al cittadino, dall’altro la progressiva confusione dei tre poteri sociali - politico, ideologico ed economico – ha intaccato per sempre questo rapporto. Le regole della democrazia, che vogliono l’opinione pubblica al centro della polis, perché le decisioni prese siano quelle che aspirano al buon governo, sono state così compromesse. Verso la conclusione il testo tratta brevemente anche la realtà attuale, quella dei cosiddetti nuovi media che, con l’avvento di internet, sono a tutti gli effetti diventati la nuova ossessione del nostro mondo. Come si evince nel terzo capitolo, i social rappresentano un’ulteriore sfida per il rapporto cittadino-democrazia che, pur essendo in continua evoluzione, per ora non ha intrapreso una strada diversa rispetto a quella che i mezzi tradizionali hanno tracciato. Anzi, si va delineando una società del post: della post-modernità, della post-verità e della post-democrazia. La libertà d’espressione, colonna portante nella formazione della pubblica opinione, sembra oggi essere passata in secondo piano, sostituita dalla spasmodica ricerca della verità. Il cospicuo aumento di fonti d’informazione ha poi generato un effetto contrario rispetto a quello desiderato: più che chiarezza ad oggi si diffonde confusione. Nella crisi che caratterizza ormai da tempo il regime democratico, questa tesi tenta di puntare i riflettori su quella che è diventata ormai un’esigenza: limitare e controllare il potere dei mass media. L’opinione pubblica anestetizzata rende il potere, citando Luigi Ferrajoli, selvaggio .File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/84380