This work compares the way the natural landscape is presented in the works of Giacomo Leopardi and Andrea Zanzotto. The first chapter focuses on the peculiar relationship between the lyrical subject and the natural world as seen in A che valse? and Dietro il paesaggio, two early Zanzotto’s works, and is able to detect a tendency to abstain from any kind of relationship with the historical setting, which is reminiscent of the way Leopardi looks at the natural world in the idillic phase of his poetic work. By analyzing two of Giacomo Leopardi’s best known poems – Il canto notturno di un pastore errante dell’Asia and La ginestra o il fiore del deserto – and comparing them to some of the poems Zanzotto put in his poetry book titled Il Galateo in Bosco, the second chapter offers a comparison between two different points of view regarding the human existence: while Zanzotto focuses on the depths of the human experience, Leopardi looks at the human condition from afar, judging it from the nature’s point of view. The conclusion shows two very similar poetic emblems: two yellow flowers (the “topinambùr” of Zanzotto’s Meteo and “la ginestra” that gives its name to the famous Leopardian poem) that both symbolize hope and existential istances.

Il lavoro presenta un confronto tra l’immagine del mondo naturale offerta nei Canti di Giacomo Leopardi e in tre raccolte poetiche di Andrea Zanzotto: A che valse?, Dietro il paesaggio e Il Galateo in Bosco. Il primo capitolo, dopo una sintetica trattazione delle vicende editoriali che hanno coinvolto la plaquette intitolata A che valse?, si concentra sul peculiare rapporto di co-appartenenza che il soggetto poetico zanzottiano instaura con il paesaggio circostante; si evidenzia così un’iniziale propensione della poesia di Andrea Zanzotto per l’astoricità, tratto che presenta alcune similitudini con la fase idillica della poesia di Leopardi. Nel secondo capitolo vengono confrontate – attraverso l’analisi del Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, della Ginestra e di alcuni componimenti appartenenti alla raccolta zanzottiana Il Galateo in Bosco – le modalità con cui i due autori si rapportano alla contingenza storica, al fine di rendere evidente la differenza di approccio che le caratterizza: la prospettiva “geologica” di Zanzotto, tesa ad indagare le profonde contraddizioni che caratterizzano il soggetto poetico novecentesco, e il punto di vista leopardiano, che invece osserva l’esistenza umana adottando il punto di vista di una natura ferma e immutabile. La conclusione presenta un confronto tra due simboli poetici appartenenti al mondo naturale: i topinambùr (che compaiono in alcune liriche della raccolta di Andrea Zanzotto intitolata Meteo) e la ginestra (protagonista dell’omonima canzone leopardiana), portatori di un messaggio poetico ed esistenziale di speranza e riscatto.

La ginestra e il bosco: l'immagine della natura in Leopardi e in Zanzotto

LUCIANO, ALLEGRA ANNAPAOLA
2021/2022

Abstract

Il lavoro presenta un confronto tra l’immagine del mondo naturale offerta nei Canti di Giacomo Leopardi e in tre raccolte poetiche di Andrea Zanzotto: A che valse?, Dietro il paesaggio e Il Galateo in Bosco. Il primo capitolo, dopo una sintetica trattazione delle vicende editoriali che hanno coinvolto la plaquette intitolata A che valse?, si concentra sul peculiare rapporto di co-appartenenza che il soggetto poetico zanzottiano instaura con il paesaggio circostante; si evidenzia così un’iniziale propensione della poesia di Andrea Zanzotto per l’astoricità, tratto che presenta alcune similitudini con la fase idillica della poesia di Leopardi. Nel secondo capitolo vengono confrontate – attraverso l’analisi del Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, della Ginestra e di alcuni componimenti appartenenti alla raccolta zanzottiana Il Galateo in Bosco – le modalità con cui i due autori si rapportano alla contingenza storica, al fine di rendere evidente la differenza di approccio che le caratterizza: la prospettiva “geologica” di Zanzotto, tesa ad indagare le profonde contraddizioni che caratterizzano il soggetto poetico novecentesco, e il punto di vista leopardiano, che invece osserva l’esistenza umana adottando il punto di vista di una natura ferma e immutabile. La conclusione presenta un confronto tra due simboli poetici appartenenti al mondo naturale: i topinambùr (che compaiono in alcune liriche della raccolta di Andrea Zanzotto intitolata Meteo) e la ginestra (protagonista dell’omonima canzone leopardiana), portatori di un messaggio poetico ed esistenziale di speranza e riscatto.
ITA
This work compares the way the natural landscape is presented in the works of Giacomo Leopardi and Andrea Zanzotto. The first chapter focuses on the peculiar relationship between the lyrical subject and the natural world as seen in A che valse? and Dietro il paesaggio, two early Zanzotto’s works, and is able to detect a tendency to abstain from any kind of relationship with the historical setting, which is reminiscent of the way Leopardi looks at the natural world in the idillic phase of his poetic work. By analyzing two of Giacomo Leopardi’s best known poems – Il canto notturno di un pastore errante dell’Asia and La ginestra o il fiore del deserto – and comparing them to some of the poems Zanzotto put in his poetry book titled Il Galateo in Bosco, the second chapter offers a comparison between two different points of view regarding the human existence: while Zanzotto focuses on the depths of the human experience, Leopardi looks at the human condition from afar, judging it from the nature’s point of view. The conclusion shows two very similar poetic emblems: two yellow flowers (the “topinambùr” of Zanzotto’s Meteo and “la ginestra” that gives its name to the famous Leopardian poem) that both symbolize hope and existential istances.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/84344